Find the latest bookmaker offers available across all uk gambling sites www.bets.zone Read the reviews and compare sites to quickly discover the perfect account for you.
Home / Attualità / La Vestale (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

La Vestale (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

The Vestal è un grande balletto in tre atti e quattro scene con coreografia di Marius Petipa e musica di Mikhail Ivanov. Il balletto fu presentato per la prima volta dal Balletto Imperiale il 17 febbraio del 1888 al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo.

Inizialmente La Vestale è stato un balletto in cinque atti di Salvatore Viganò, su musiche di Gaspare Spontini, Ludwig van Beethoven, Gioachino Rossini, eseguito per la prima volta all’Imperial Regio Teatro alla Scala di Milano il 9 giugno 1818 (dopo il successo de La Vestale di Spontini a Firenze nel 1817). L’aggettivo usato per indicare il Teatro del Piermarini sotto la sovranità dell’Impero Asburgico e successivamente sotto il Regno d’Italia indicava il termine Imperial ad indicare la presenza dell’imperatore e il termine Regio ad indicare il regno. Nella foto il Tempio di Vesta con il simulacro della dea, dinanzi alla quale arde il fuoco sacro. Questa scena creata dal celebre scenografo, pittore ed architetto milanese Alessandro Sanquirico (1777-1849) fu eseguita per il sopra citato ballo tragico a Milano di Salvatore Viganò nella primavera 1818.

Marius Petipa venne così ispirato dal libretto per montare la sua nuova versione a San Pietroburgo nel 1888. Dopo lo straordinario successo della prima ballerina italiana Virginia Zucchi ne La Esmeralda in Russia, Petipa continuò a produrre magnifici balletti per le danzatrici italiane.

Uno di questi è stato bene appunto La Vestale, creato per le prestazioni artistiche della danzatrice Elena Cornalba (che aveva potenziato la disciplina coreutica accademica con grande virtuosismo insieme ad altre celebri italiane, Amalia Ferraris, Virginia Zucchi, Carlotta Brianza e Pierina Legnani). Il balletto di Petipa fu un successo eccezionale e tra gli storici del balletto, viene considerato il predecessore de La bella addormentata nel bosco. Molti critici presenti alla première commentarono all’unanimità che l’opera fosse l’evidente riassunto del Ballet à Grand Spectacle.

Narrativamente si svolge nell’antica Roma, il balletto è stato costruito su temi fantastici, completo di divinità e dee, imperatori e simili. Le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena erano considerati i migliori mai visti sul palcoscenico imperiale. La musica di Mikhail Ivanov si rivelò la prima partitura di successo del balletto fornita da un compositore sinfonico.

Ambientato nell’antica Roma, il centurione Lucio è innamorato di Amata, la figlia minore del senatore Giulio Flac. Lucio parte per un anno per combattere in battaglia e dopo il suo ritorno, lui e Amata si sposeranno. Tuttavia, il destino si rivolta contro gli amanti quando i sacerdoti del tempio della dea Vesta arrivano a casa del Senatore. Sono venuti per cercare una giovane fanciulla che diventi una Vestale, una sacerdotessa che servirà la dea per trent’anni, ma deve rimanere nubile e casta. Il senatore Flac cerca di nascondere Amata, ma viene ostacolato dalla figlia maggiore Claudia, che è anche innamorata di Lucio ed è amaramente gelosa della sorella. Il rituale per scegliere la nuova Vestale inizia e, con orrore di Amata e del senatore Flac, ma per la gioia di Claudia, Amata viene scelta. Nonostante le sue suppliche, viene portata dalla casa di suo padre al tempio di Vesta, dove viene nominata Vestale. Amata è affranta dal suo nuovo destino, per ora non può sposare Lucio. Tuttavia, il tentativo della malvagia Claudia di ostacolare la felicità della sorella è stato vano, perché quando Lucio torna un anno dopo, respinge le avances di Claudia con disprezzo. Lucio incontra il senatore Flac e Amata, che è scioccato nel vedere essere ora una Vestale. Lei ama ancora Lucio, ma si rifiuta di fuggire con lui, temendo la vergogna che ciò infliggerebbe a suo padre. La vita non ha più alcun significato per il cuore spezzato Lucio e lui parte per il Colosseo per combattere nell’arena e morire. Inorridita, Amata lo segue per fermarlo, ma nell’arena, Lucio è sopraffatto dal suo avversario. Quando gli viene chiesta pietà o morte, sceglie la morte e si pugnala con la spada del suo avversario. Amata corre al fianco di Lucio, ma solo in tempo per farlo morire tra le sue braccia. Sopraffatta dal dolore, Amata strappa la spada dal corpo di Lucio e si uccide.

La Vestale fu uno dei più grandi balletti che Petipa creò per i ballerini italiani e avrebbe dovuto essere creato per la Zucchi. Tuttavia, a causa di difficoltà con Ivan Vsevolozhsky, Zucchi si rifiutò di ballare nel balletto e il suo contratto con i Teatri Imperiali non fu rinnovato. Successivamente, Zucchi fu sostituita dalla sua collega italiana Elena Cornalba nel ruolo di Amata. La Vestale seguì l’esempio di La figlia del faraone poiché fu etichettata dai critici come un’epitome del balletto à grand spectacle. La musica fu composta dal compositore russo Mikhail Ivanov e fu la prima partitura di balletto di successo ad essere composta da un compositore sinfonico.

Sebbene il balletto di Petipa non sia stato annotato e non sia più eseguito oggi, almeno quattro variazioni sono ancora utilizzate in vari pezzi: Variazione per Maria Anderson L’amour (1888) originariamente composta da Riccardo Drigo per l’esibizione di Maria Gorshenkova in Le Roi Candaule fu poi inclusa nella Vestale come variazione per l’esibizione di Maria Anderson nel ruolo di Cupido e divenne nota come L’amour. Oggi, è tradizionalmente danzata nel Paquita Grand Pas Classique. Troviamo poi la Variazione L’echo (1888) usata da Yuri Burlaka nel suo Rose Pas de quatre come variazione per la dea Ebe. La terza variazione è quella denominata Valse Mignonne, tradizionalmente usata in Don Chisciotte. È anche utilizzata come variazione per Medora in Le Jardin Animé nella produzione di Le Corsaire dell’American Ballet Theatre. Per ultima troviamo la Variazione per Elena Cornalba (1888) oggi celebre come Variazione di Dulcinea in Don Chisciotte. Si è pensato che il compositore Drigo abbia realizzato questa variazione per la prima ballerina Matilda Kschessinskaya nel ruolo di Kitri/Dulcinea in Don Chisciotte di Alexander Gorsky del 1902. Ciò è da ritenersi errato in quanto fu composta da Riccardo Drigo nel 1888 per l’interpretazione di Elena Cornalba nel ruolo dell’Amata in La Vestale. La variazione fu poi utilizzata come variazione per Gamzatti nel quarto atto Grand Pas d’action nella ripresa finale di Marius Petipa in La Bayadère.

Da annotare che esiste anche un’opera lirica intitolata La Vestale andata in scena al debutto a Parigi il 15 dicembre 1807 al Théâtre de L’Académie Impériale de Musique, alla presenza dell’Imperatrice Giuseppina. Giulia, la vestale, fu interpretata dalla grande solista Caroline Branchu, affiancata da Etienne Lainez nel ruolo di Licinio e da François Lays. Arricchita da un corpo di ballo d’eccezione e da strumentisti straordinari, come il cornista Frédéric Duvernoy, La Vestale riscosse un successo clamoroso e fu rappresentata per duecento serate. La fusione dell’italianismo con la sensualità del francese, l’ambiente antico, ricco di templi, aquile imperiali, iconografie dell’antica Roma costituivano riferimenti storici e ideologici in cui Napoleone e la corte imperiale potevano perfettamente riconoscersi. La Vestale è una tragédie-lyrique in tre atti di Gaspare Spontini (è considerata il suo capolavoro) su libretto in lingua francese di Victor-Joseph-Étienne de Jouy.

Nel 2006 si ricorda – ad inaugurazione della stagione estiva delle Terme di Caracalla per l’Opera di Roma – il balletto nella nuova produzione in due atti La Vestale con le musiche di Ludwig van Beethoven e Gaspare Spontini sui libretti di Salvatore Viganò e di Etienne De Jouy, con la Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera, coreografia di Paul Chalmer, direzione musicale di Marcello Rota, ideazione e regia di Beppe Menegatti. Nel ruolo della Gran Vestale Carla Fracci, in quello de La Vestale Gaia Straccamore e Cristina Saso. Interpreti di Decio, Igor Yebra e Fabio Grossi.

Michele Olivieri

Foto: Alessandro Sanquirico, Teatro alla Scala, 1818

www.giornaledelladanza.com

 

Check Also

Torna la danza internazionale a L’Aquila con il Festival I Cantieri dell’Immaginario 2025

Si rinnova l’appuntamento con la grande danza internazionale a L’Aquila, curata da Francesca La Cava, direttrice artistica ...

La danza è un balsamo, stimola forza, gentilezza ed equilibrio psichico

La danza, nelle sue molteplici forme e interpretazioni, è una celebrazione della vita. È un ...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. E maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Puoi consultare per maggiore informazione l'apposita pagina sulla nostra Privacy Policy

Chiudi