
Il periodo storico (fine Settecento – inizio Ottocento)
Tra XVIII e XIX secolo il balletto stava attraversando una trasformazione profonda. Sotto l’influenza di Jean-Georges Noverre e della sua teoria del ballet d’action, l’enfasi si spostava dalla pura ornamentazione tecnica alla narrazione espressiva. In questo contesto, il pas de deux non era ancora la forma codificata che conosciamo oggi (Adagio, variazioni, coda), ma un momento di danza a due destinato soprattutto a esprimere sentimenti e a portare avanti la trama. L’evento del 1804 costituisce uno degli esempi più antichi e chiari della nascita del duetto narrativo.
Il “Ballet Pantomime d’Achille et Deidamie” (1804)
Il balletto si basava sull’episodio mitologico in cui Achille, nascosto alla corte di Sciro e travestito da donna per evitare il proprio destino in guerra, incontra e si innamora di Deidamia, figlia del re Licomede. Il soggetto offriva un terreno ideale per esplorare ruoli maschili e femminili in contrasto (Achille travestito), creare scambi espressivi tra i protagonisti, inserire momenti di danza a due con forte valenza narrativa.
I protagonisti: M. Deshayes e M. d’Egville
Il nome Deshayes potrebbe riferirsi ad uno dei ballerini attivi a Parigi e Londra tra fine Settecento e primo Ottocento. Alcuni Deshayes erano allievi o collaboratori della scuola dei Gardel, fondamentali per l’evoluzione del ballet d’action. M. d’Egville: il cognome rimanda alla nota famiglia di coreografi e danzatori inglesi: James D’Egville, ballerino e maître de ballet del King’s Theatre, George D’Egville, anch’egli attivo nella stessa compagnia. Gli Egville furono cruciali nella traduzione inglese delle idee di Noverre. La collaborazione tra danzatori francesi e inglesi era comune, soprattutto a Londra, che funzionava come una piazza cosmopolita per il balletto del tempo. Il disegno di François Huet Villiers (1772–1813), pittore e miniaturista francese trapiantato a Londra, era noto per ritrarre artisti teatrali. Il suo disegno non solo documenta l’evento, ma fornisce una delle rare testimonianze visive dei primi pas de deux teatrali, mostrando: costumi neoclassici, impostazione ancora “terrena” della danza (prima dell’era del virtuosismo romantico), posa ravvicinata dei danzatori, indicativa dell’intensificazione della relazione scenica.
Perché questo passo a due è importante
Questo duetto può essere considerato un precursore del pas de deux romantico, e per vari motivi: la funzione narrativa non era una parentesi virtuosistica, ma un dialogo mimico-danzato integrato nella trama. La Centralità della coppia protagonista con l’evidente La relazione amorosa diventa motore drammaturgico, anticipando modelli come
La Sylphide (1832), Giselle (1841) e Coppélia (1870). L’Evoluzione della tecnica: il danzatore maschile assume un ruolo più marcato di sostegno e interazione, anche se lontano ancora dal partnering ottocentesco avanzato. Il disegno di Huet Villiers è una rara documentazione visiva e fornisce una delle testimonianze più antiche del modo in cui si concepiva fisicamente il pas de deux agli inizi dell’Ottocento.
Funzione nella drammaturgia
Pas de deux delle origini (inizio ’800): È parte integrante della narrazione: un episodio che serve ad esprimere sentimenti, rivelare relazioni, avanzare la trama. Il confine tra gesto mimico e movimento danzato è ancora fluido (eredità del ballet d’action di Noverre). Non ha ancora una forma strutturata: può essere un semplice scambio danzato, spesso breve.
Pas de deux romantico (anni ’30–’40): Diventa il momento culminante dell’atto, quasi un “quadro” autonomo dentro l’opera. La narrazione si sospende per lasciare spazio alla poesia del movimento e all’idealizzazione dei sentimenti. Si codifica in quattro sezioni: Adagio – Variazione della ballerina – Variazione del danseur – Coda.
La tecnica e le possibilità fisiche: Il pas de deux delle origini ha una tecnica ancora “terrena”: salti moderati, giri contenuti, niente punte (arriveranno solo negli anni ’20 dell’Ottocento). Il partnering è limitato con prese semplici alle mani o ai fianchi, pochi sollevamenti. Il contatto è breve e funzionale alla pantomima.
Pas de deux romantico: con l’arrivo delle punte e del virtuosismo femminile (Marie Taglioni), la ballerina diventa figura eterea, quasi sovrannaturale. Il ruolo maschile si definisce come sostegno e cornice dell’elemento femminile. Aumentano le prese più complesse, equilibri prolungati, arabesques sostenute. La tecnica diventa maggiormente acrobatica e simbolica.
L’estetica del rapporto uomo–donna Origini (Achille e Deidamia)
La coppia è ancora “umana”, legata alla storia, con dinamiche drammatiche e terrene. Il duetto serve a mostrare sentimenti realistici o conflitti della trama. I due partner sono relativamente paritari nella costruzione del momento danzato. Periodo romantico, l’ideale romantico porta ad una femminilità spiritualizzata (Sylphides, Willi, creature soprannaturali). L’uomo diventa il tramite per portare la donna nel mondo dell’“altro”, quasi un medium fisico. La relazione scenica acquista una dimensione metafisica, non solo narrativa.
La musica e la struttura
Origini: musica meno virtuosistica, più ancorata al linguaggio orchestrale del tardo Settecento. * Il duetto è una sezione fra molte, senza una cornice musicale standardizzata. Romanticismo: compositori come Adolphe Adam o Cesare Pugni scrivono musiche pensate per grandi sospensioni, climax melodico, variazioni virtuosistiche. La struttura musicale riflette quella coreografica: adagio – variazioni – coda.
L’iconografia 1804 – Achille et Deidamie
I costumi sono neoclassici, con tuniche leggere ma non ancora “romantiche”. Le pose raffigurate nei disegni (come quella di Huet Villiers) mostrano una danza ancora raccolta, meno slanciata. Romanticismo: compare il tutù bianco, simbolo del balletto romantico. Le pose diventano più verticali, slanciate, sbilanciate in avanti o indietro. L’immagine iconica diventa l’arabesque sostenuta.
Michele Olivieri
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