Sabato 15 luglio alle ore 21:30 debutta in prima assoluta al Festival Civitanova Danza 2017 BOLERO / the head down tribe, ultima creazione firmata da Francesca Pennini, coreografa e regista del CollettivO CineticO, in scena al Teatro Rossini dell’omonima città marchigiana e ispirata al celebre capolavoro di Maurice Ravel.
L’opera fa parte di BOLERO TRIP – TIC, un trittico coreografico che costituisce la nuova produzione del Balletto di Roma, i cui danzatori ne sono – naturalmente – interpreti in palcoscenico. Al fianco, dunque, di Pennini vi sono anche Giorgia Nardin e Chiara Frigo, alle quali è stata affidata la rivisitazione della partitura coreografica rispettivamente de L’Après-midi d’un Faune (sulla musica originale di Claude Debussy) e della Suite Bergamasque (sempre sulle musiche di Debussy).
Il genio creativo di Pennini, come di consueto, è affiancato dalla bravura di Angelo Pedroni in qualità di dramaturg, a cui si aggiunge quella di Emanuele De Maria per le luci, di Concetta Assennato per la realizzazione dei costumi, nonché dei danzatori del Balletto di Roma (Francesco Saverio Cavaliere, Roberta De Simone, Monika Lepisto, Fabio Novembrini, Luca Pannacci, Eleonora Peperoni, Valentina Pierini, Eleonora Pifferi, Roberta Racis e Raffaele Scicchitano) per la ben distinta qualità tecnico-performativa.
È moltiplicazione. È ripetizione. È contagio. È crescendo. È accumulazione. È fame insaziabile. È immortale. È desiderio che si alimenta senza consumarsi. È infezione musicale, tarlo sonoro, parassita. Virus. Dal flauto all’orchestra, dal paziente zero all’epidemia globale. Il Bolero di Maurice Ravel ha tutte le caratteristiche dell’apocalisse Zombie. Sono gli zombie che esistono, quelli che vivono come corpi eterni e cinematografici nei film di Romero, metafore del consumatore compulsivo della società di massa. Sono gli zombie della tradizione haitiana, drogati e annullati per diventare ottimi schiavi, lavoratori totali. Sono ora, qui, gli zombie digitali, tuffati nello schermo dello smartphone con la loro retina sulla retina HD, dove sociale muta in social, toccare in touchpad e self in selfie. Dove il singolo è fagocitato dal plurale indifferenziato. Oltre gli zombie di Romero e oltre The Walking Dead: gli smartphone zombies sono quelli delle corsie dedicate sui marciapiedi di Hong Kong, sono gli “smombies” con i palmi rivolti all’insù anziché all’ingiù, con la testa bassa, con il corpo inerte, con il corpo altrove. Sono, in platea, gli spettatori mascherati dalle cover del proprio telefono, illuminati dalla luce filtrata delle immagini rubate. Sono, sul palcoscenico, i corpi dei danzatori votati interamente al lavoro, anatomicamente plasmati alla danza, dove persona e professionista coincidono, dove interpretazione e vita coincidono. Massa indifferenziata che desidera, un corpo di ballo che corteggia un’unica vittima. Coazione a ripetere di prassi coreografiche, gli echi di passé che cercano l’equilibrio, una pulsione pelvica cannibale, le fauci divaricate tra il sorriso e il morso o perse in masticazioni inutili, i palmi delle mani tutti orientati alla preda, all’inquadratura perfetta che dichiara che, in qualche modo, sono al mondo, nel mondo con le loro felpe bolerizzate e i colori vivaci di un’ “io” svuotato di “io”. Ciechi come piante che cercano la luce, le loro mani cercano la musica. Tendono a quel corpo sonoro che li ha infettati. Quel Bolero virale rinchiuso in una sola cassa che, come un’esca, li attrae e poi infesta le orecchie, il cervello. Un solo sopravvissuto. Un solo. Un danzatore che si dedica una danza privata. Che gode e sente. Lui, solo, non tende che al suo presente. Ma, come prassi di ogni storia zombie, anche la “bolero-apocalisse” è totale. Non c’è scampo, tutti lo sanno. Anche Ravel. Anche voi. (F. Pennini)
Lo spettacolo è assolutamente da non perdere.
ORARI & INFO
15 luglio ore 21:30
Teatro Rossini
Via Buozzi, 1 – Civitanova Marche (MC)
Tel: +39 0733 812936 (Biglietteria)
www.civitanovadanza.it
Marco Argentina
www.giornaledelladanza.com
CollettivO CineticO / BOLERO / the head down tribe © Matteo Carratoni