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Interviste

“Un’estate con…” – Venerdì con Iván Pérez Avilés

(Intervista del 26 aprile 2011) Quando è iniziata la tua collaborazione con il Nederlands Dans Theater I e II? Collaboro con il Nederlands Dans Theater da 8 anni. Ho iniziato per un breve periodo con il  NDT II e poi ho avuto un vero e proprio contratto di 3 anni. Successivamente ho collaborato come danzatore e coreografo con il NDT I per 4 anni. Tu sei nato in Spagna, lasciare il tuo Paese è stato un passo difficile per te? Quando ho lasciato la Spagna ero molto giovane ed entusiasta all’idea di danzare e scoprire il mondo. È stata una mia decisione e quel senso di libertà è stato molto importante nella mia vita. È diventato difficile quando ho realizzato che avevo lasciato dietro di me anche una famiglia. Ora so che questa è la mia vita e che così doveva andare e riesco ad accettarlo. Lavori sia come danzatore che come coreografo, sapresti descrivere le sensazioni diverse di questi due ruoli… Come danzatore, provo la grande soddisfazione dell’essere in scena, il momento in cui sono in contatto diretto con il mio corpo, con le mie emozioni e con il pubblico. È una sensazione unica, che contiene in sé il ...

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Vittoria Ottolenghi: “Una vita per la danza” intervista di Sara Zuccari

(Intervista del 20 agosto 2010) Una vita dedicata alla danza, se dovesse fare un bilancio? Positivo! Tra bene e male, penso sia stata una buona scelta. Perché ama la danza? Non lo so. Credo, dopo tanti anni, che la danza abbia scelto me! Ed io, forse, l’ho scelta perché mi ricordava l’amore. Perché come l’amore coinvolge il corpo e la mente, con tutte le sue sfaccettature, emozioni e sentimenti. Lei più volte ha sottolineato che non ha mai studiato danza . Come è entrata la danza nella sua vita? In maniera casuale, cercavo lavoro e Sandro d’Amico, capo-redattore dell’Enciclopedia dello Spettacolo, mi disse che avevano bisogno di qualcuno che scrivesse di danza e balletto… io sino ad allora non avevo mai visto un balletto in vita mia. All’inizio ero spaventata; poi ho iniziato a leggere tutto quello che potevo. Ho divorato libri e libri di danza e mi sono lanciata. In breve tempo ho capito che quest’arte stava diventando la mia ragione di vita. Perché? Perché la danza è effimera: quando finisce è finita, rimane nei pensieri e nella memoria della gente. Non si ripone su uno scaffale: per questo non ne ho potuto più fare a meno di questo mondo ...

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“Un’estate con…” – Mercoledì con Carlo Di Dio

(Intervista del 24 settembre 2010) Hai iniziato i tuoi studi di danza al Teatro San Carlo e ti sei poi diplomato presso il Maestro Angelini, una scuola di grande tradizione… Il Maestro Angelini dirige una Scuola nella quale la Danza viene vissuta e presentata prima di tutto come una disciplina di vita, attraverso la quale avviare i giovani allievi verso traguardi che non si limitino all’ambiente ristretto della propria regione ma si aprano al Mondo. Le lezioni sono state indubbiamente severe, ma l’esempio di tanti allievi che hanno mosso i primi passi in quella Scuola, per poi proiettarsi nel mondo, è stata la molla che ha spinto me e tanti altri a stringere i denti e guardare in avanti ed in alto, mai indietro. Il Maestro e i suoi figli sono stati un modello di arte, di cultura, di Vita. Il tuo rapporto con Napoli Odio e Amore. Indubbiamente ballare a Napoli è stato importante e lo è ancora oggi, ma Napoli è in Italia, con i suoi limiti e le sue restrizioni. Non rinnego nulla, ma ad un certo punto della mia vita ho sentito che avevo bisogno d’altro senza mai, però, disprezzare Napoli e ciò che mi ha ...

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“Un’estate con…” – Martedì con Anna Maria Prina

(Intervista del 3 dicembre 2010) Una carriera dedicata interamente alla danza, un percorso di vita, come è iniziato e quando? Casualmente. Sono stata attratta dal Bando di Concorso d’Ammissione alla Scuola di Ballo affisso in via Cusani a Milano. Avevo 9 anni e dissi alla mia mamma che volevo andare “lì”. Fui bocciata all’esame d’ammissione, ma grazie alla mitica “sciura” Bianca (bidella affetta da elefantiasi e di corporatura piuttosto forte con cuore d’oro) entrai ugualmente al primo corso nel 1952. Più tardi scoprii dai documenti che ero stata bocciata perché avevo delle cicatrici sulle ginocchia, causate da cadute mentre giocavo a “rimpiattino”, dato che portavo sempre pantaloncini corti… Quali sono stati i momenti più duri nella Sua carriera di danzatrice? Devo dire che sono stata abbastanza fortunata. L’esempio che mi piace dare è che, finita la Scuola e dopo un anno di contratto, fui chiamata in direzione e mi fu porto un foglio dicendomi di firmare. Io firmai e misi in borsa la copia del foglio senza neppure guardarlo. Dopo un po’ mi capitò in mano e lo lessi…mi colpì la frasettina “contratto a tempo indeterminato”! Oggi non potrebbe più succedere! Due momenti duri sono stati: quando sono stata ferma ...

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“Un’estate con…” – Lunedì con Giuseppe Picone

(Intervista del 5 aprile 2011) I tuoi impegni artistici più recenti? Al Teatro Filarmonico di Verona il mese scorso si è conclusa una serie di spettacoli nell’ambito dell’ “Omaggio a Stravinsky”: Apollon Musagète e Uccello di Fuoco di Renato Zanella. Io e Renato ci siamo conosciuti 13 anni fa a Verona, poi sono andato a ballare a Vienna per un Galà e successivamente sono diventato étoile ospite residente della compagnia per più di 6 anni. Non lavoravamo insieme da 3 anni e un po’ tutti aspettavano questo ritorno di Zanella, essendo lui veronese di nascita. Erano 30 anni che aveva lasciato la sua città, girando tutto il mondo, sia come direttore che ballerino e coreografo. Ha richiesto specificamente me come danzatore per il suo Apollon Musagète e questo mi ha reso molto felice, perché anche da parte mia c’è tantissima stima nei suoi confronti. Il primo giorno di prova abbiamo creato tutta la parte iniziale del balletto, un assolo di 6 minuti  in un’ora, cosa che magari con altri coreografi richiede 3 o 4 giorni di lavoro. Lo spettacolo è stato eccellente e questo è stato detto sia dal pubblico che dai critici. Spero si ripeta al più presto. Attualmente dunque sei in Italia. Tu che hai vissuto tanto all’estero, ...

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“Un’estate con…” – Domenica con Paola Belli

(Intervista del 27 agosto 2010) La tua carriera inizia come danzatrice al Teatro dell’Opera di Roma e da lì poi al Bolshoi, unica italiana al Concorso Internazionale di Mosca nel 1980 con Yuri Grigorovich come direttore, un’esperienza da raccontare… Un’esperienza immensa sia professionale che umana. Nel 1976 ho vinto la prima borsa di studio e sono andata in Russia. Erano gli anni d’oro del Bolshoi! Sono entrata giovanissima in quello che era il tempio della danza. Immagina vedere tutte le sere gli spettacoli con Maximova, Vassiliev, Plissetskaya, Liepa, Bessmertnova. E la scuola di danza con 20 sale ballo. Si studiava repertorio, carattere, mimica, oltre al russo, mi sembrava il paradiso. È stato indimenticabile! Ero solo una ragazzina quando sono partita da Roma con tre valigie più grandi di me su un treno diretto a Mosca, tre giorni per arrivare a destinazione. Avevo 16 anni, la stessa età di mia figlia oggi e mi chiedo se io mamma, avrei mai avuto il coraggio e la generosità che hanno avuto i miei genitori di lasciarmi partire per andare in un paese allora sconosciuto quale era l’Unione Sovietica di Brežnev. E non esistevano neanche i telefonini!!! È stato un grande atto d’amore e di generosità, ...

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“Un’estate con…” – Sabato con Irina Dvorovenko e José Manuel Carreño

(Intervista del 16 febbraio 2011) Irina Dvorovenko e José Manuel Carreño non sono soltanto due stelle dell’American Ballet Theatre: sono due danzatori che amano condividere le loro esperienze, i loro timori e le loro convinzioni con chi, come me, li ha sempre visti così lontani e inafferrabili. Trenta minuti sono bastati per comprenderne le passioni, la dolcezza e soprattutto la forza che li contraddistingue e che li ha portati fino ai grandi palchi internazionali. Fermo e restando che quando danzano ci fanno quasi commuovere tanta è la loro bravura. Un plauso alla loro semplicità ma soprattutto alla loro dedication, sempre presente in ogni passo della loro carriera. Siete in Italia, al Teatro dell’Opera di Roma, per due serate: danzerete insieme nel celeberrimo “Lago dei cigni”, balletto che da sempre risveglia anche gli spettatori più pigri. Come vi sentite? ID: Sono molto felice: danzare in teatri importanti è sempre stato il mio sogno e, renderlo realtà, è sicuramente fantastico. Roma è una città magica, eterna: “Il lago dei cigni” che balleremo la renderà ancor più bella, non ho alcun dubbio. JMC: É una sensazione bellissima, lo devo proprio ammettere! Roma è una bellissima città, le persone che vengono a teatro sono molto ...

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Micha van Hoecke: una vita sempre a servizio della danza e dell’arte

  Danzatore, coreografo, attore, regista. Una vita sempre a servizio della danza e dell’arte, ricca di grandi incontri e collaborazioni, come quelle con Roland Petit e Maurice Bejart. Il nuovo Direttore del Teatro dell’Opera di Roma si racconta al giornaledelladanza.com. Danzatore, coreografo, attore e regista. Lei da bambino cosa avrebbe voluto fare? Io provengo da una famiglia di artisti, mio padre era un pittore, mia madre, di origine russa, era invece una cantante, ed avevo anche una zia ballerina, si può dire che sono cresciuto quindi a pane ed arte. Quando da bambino ho iniziato a fare danza insieme a mia sorella gemella Martina ero però abbastanza ribelle, mi chiudevo in bagno perchè non volevo andare a lezione di classico. Alquanto insolito per uno che come Lei ha poi fatto della danza la sua vita. Sì, in effetti può sembrare strano ma vede, da bambino, il mondo dell’Opera di Parigi in cui sono cresciuto,  mi sembrava un ambiente borghese e lezioso, poi crescendo ed avendo modo di frequentare i ballerini mi sono ricreduto ed anzi mi sono lasciato completamente affascinare. E la sua famiglia? Che ruolo ha giocato? Mia madre sognava per me un futuro da danzatore oppure da direttore ...

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“Un’estate con…” – Giovedì con Maria Grazia Garofoli

(Intervista del 5 novembre 2010) Stasera al Teatro Filarmonico andrà in scena Cenerentola, che aveva già avuto una sua prima edizione nel 2006-2007. Che Cenerentola è quella che gli spettatori potranno vedere nell’allestimento della Fondazione Arena di Verona, qual è la chiave di lettura? Sì, si tratta di una riedizione a cui ho apportato solo delle piccole modifiche nella struttura che non intaccano la trama. È una storia che nulla toglie alla magia della fiaba, ma è più moderna. L’alone magico resta inalterato, sia nella coreografia che nell’impianto narrativo, ma tutto è meno barocco, meno lezioso e più moderno, più essenziale. Non ho voluto dare chiavi di lettura diverse dall’originale, l’unica rilettura personale riguarda la figura della Fata Buona, che ho immaginato come la madre di Cenerentola che dall’aldilà vede la figlia soffrire ed interviene in suo aiuto con un incantesimo attraverso il quale, non solo trasforma Cenerentola, ma fa ringiovanire il padre che diventerà poi il cavaliere che presenta Cenerentola alla festa. Ho voluto rappresentare così l’amore materno, sempre d’aiuto, soprattutto nei momenti più difficili, una figura sempre vicina. Alla fine tutto torna come prima, ma Cenerentola resta la principessa che è diventata. Molti coreografi si sono avvicendati nel ...

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“Un’estate con…” – Mercoledì con Moses Pendleton

(Intervista del 5 luglio 2010) Moses Pendleton e Momix… Iniziamo da questa combinazione vincente È un’idea alchemica di mescolare le cose e vedere cosa si sviluppa. A volte cambiando un solo elemento, come la musica o un costume, si può dare nuova vita ad ogni cosa. I Momix sono sempre un costante mix di musica, costumi, luci e ombre, video, danzatori, teatro, coreografia e illusione e come tutti questi elementi interagiscono e connettono. Movimenti planari, creature non umane, danzatori con più arti, effetto di assenza di gravità, illusioni ottiche sorprendenti. Possiamo parlare di una dimensione extra-danza? È una danza senza confini, potremmo dire così, e lo spettacolo ha sempre fatto parte della danza. Infatti, in realtà, io non penso in termini di danza, ma più in termini di immagini in movimento. Credo davvero che vada al di là della danza e diventi molto più teatro fisico, visuale. La Sua fonte di ispirazione nel modo in cui estende le possibilità del corpo umano? Ho sempre attinto le immagini dal mondo delle piante, degli animali e dei minerali. Il mio interesse consiste in come la forma umana si relazioni a forme non-umane. Cosa è la natura per Moses Pendetlon e cosa è l’arte? Sono ...

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