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Interviste

Paola Catalani: “I giovani danzatori? Devono trascorrere un periodo di formazione all’estero…e poi rientrare in Italia. Il nostro paese ha bisogno di loro!”

Un carattere molto forte e una passione infinita: sono questi i talenti che hanno distinto la carriera di Paola Catalani, danzatrice e direttrice artistica. Una verve incontenibile, che non lascia spazio a incomprensioni: lei ha sempre fatto quello che amava fare, senza mai risparmiarsi e soprattutto senza mai sentire il peso della fatica e del dovere. Ha sempre danzato perché amava studiare, migliorarsi e stancarsi, proprio perché è sempre stata questa la vita da sempre inseguita. La si ascolta e si rischia di rimanervi incantati, tanto forte è la sua personalità. Cosa le ammiro in assoluto? La forza di ammettere che, a volte, avrebbe agito diversamente ma che, nonostante tutto, è fiera e felicissima di essersi sempre fidata del suo essere un po’ “ribelle”. Più che ribelle, io la definirei “se stessa”. La Sua storia di danzatrice inizia a Roma, mai in breve tempo diventa protagonista di un volo pindarico, che La vede studiare e poi danzare a Montecarlo. Un salto molto forte per una ragazza altrettanto giovane… Assolutamente, ma è stata una delle esperienze più belle e importanti della mia vita. A dir la verità, quel passaggio è stato fondamentale, proprio perché mi ha dato l’opportunità di partire, studiare ...

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“Lo Schiaccianoci” del Balletto di Roma all’Auditorium Conciliazione

Dal 3 al 6 gennaio all’Auditorium Conciliazione di Roma il Balletto di Roma presenterà Lo Schiaccianoci, con la partecipazione straordinaria di André De La Roche. Lo spettacolo, di ammaliante confezione visiva, con fantasiosi costumi moderni, sfavillio di luci colorate e scenografie di segno barocco, è in scena a Roma per il quinto anno consecutivo. Applaudito da oltre cinquantamila persone si presenta in questo straordinario spazio con un nuovo allestimento. Sulla scena una versione moderna del celebre balletto di Čajkovskij dedicata alla dimensione magica dell’infanzia, al difficoltoso abbandono del mondo dei giochi e delle sicurezze: la nuova elaborazione drammaturgica del libretto firmata da Riccardo Reim è una fiaba emblematica del ventunesimo secolo abilmente coreografata da Mario Piazza e danzata dal Balletto di Roma, compagnia nata nel 1960 grazie al sodalizio artistico di due icone della danza italiana: Franca Bartolomei e Walter Zappolini, che tutt’oggi ne è direttore artistico Interpreti: Azzurra Schena/Claudia Vecchi (Clara); Bledi Bejleri/Marco Bellone (Fritz/Principe); Paolo Santilli (Drosselmeyer). Scene e costumi  Giuseppina Maurizi, light designer Emanuele De Maria. ORARI & INFO Lunedì 3 gennaio, ore 21.00 Martedì 4 gennaio, ore 21.00 Mercoledì 5 gennaio, ore 21.00 Giovedì 6 gennaio, ore 17.00 Balletto di Roma Ente Nazionale del Balletto Auditorium ...

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Giovanni Di Palma: “si avrà sempre bisogno di arte come unico modo di espressione e di comunicazione di persone con una sensibilità diversa”

La forte determinazione di voler ballare ad altissimi livelli ti ha portato a compiere delle scelte sofferte sin da piccolo: hai lasciato il tuo paesino in Campania, i tuoi genitori, la tua quotidianità per inseguire i tuoi sogni. Guardandoti indietro, cosa vedi? E soprattutto: avresti magari agito diversamente? Non avrei potuto fare che questa scelta. Vent’anni fa non c’erano tutte le opzioni che, invece, ci sono oggi: non c’era Internet, non avevamo una vasta scelta di programmi televisivi e nemmeno un carnet di studi liceali e universitari. Nel mio piccolo paese le alternative di studio erano poche: indirizzo scientifico, classico o tecnico…e nessuno di questi faceva per me. Le possibilità di svago, inoltre, erano pressoché inesistenti. La frequentazione di una scuola di musica e di danza mi faceva sentire diverso: avevo delle passioni fuori dal comune che probabilmente preoccupavano e al contempo affascinavano la mia famiglia. Ogni nuovo brano musicale che ascoltavo (che scoprivo dai Juke box della spiaggia quando si andava al mare o guardando i pochi programmi musicali presentati in tv) era per me un incentivo a passare del tempo chiuso in casa ad improvvisare e a sognare. Soprattutto sognare di partire, lasciare il paese dove già da ...

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Davide Dato, Premio Anita Bucchi 2010 come miglior ballerino italiano

Hai appena ricevuto il Premio Anita Bucchi 2010 come miglior ballerino italiano. Ripercorrendo le tappe della tua carriera in ascesa, quali sono stati i momenti importanti della tua formazione e quale insegnante è stato per te decisivo e perché? Credo che la partecipazione ai concorsi, come quello di Vignale e di Istanbul (dove ho vinto la medaglia d’oro), sia stato un momento importante per la preparazione che questo comporta e  per il confronto con altri ballerini di eccellenza. Per me è stata anche fondamentale un’educazione tecnica internazionale, come quella che ho ricevuto alla Hungarian National Academy di Budapest, o la tecnica Balanchine alla School of American Ballet di New York. Ho inoltre avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino professionale insegnanti di prestigio e talento come Ludmill Cakalli, Valentin Onoschko della Vaganova di San Pietroburgo e, alla scuola di Vienna, Evelyn Teri, ex étoile di Stoccarda, che tutt’ora mi segue come couch e mentor personale. Quale esperienza stai portando avanti a Vienna? Sono arrivato a Vienna e ho dovuto imparare il tedesco immediatamente per poter finire i miei ultimi 3 anni di liceo fino alla maturità. Contemporaneamente ho dovuto assolvere il diploma della scuola di ballo, conseguito con il ...

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Laura Comi: è la passione che ci spinge a diventare grandi ballerini!

Una carriera lunghissima ed importantissima, caratterizzata dal conferimento del titolo di étoile, qualifica che da tempo non veniva data ad una danzatrice del Teatro dell’Opera. Nonostante il successo, il prestigio e soprattutto il ruolo, Laura Comi non ha mai perso la sua umiltà e la sua passione per la danza, nata da piccina, proprio tra le mura della scuola del Teatro capitolino. Étoile italiana al Teatro dell’Opera di Roma: come si sente a rivestire un ruolo così importante e soprattutto che mancava da tantissimo tempo? È una fortissima emozione, non lo nego! Un riconoscimento artistico che arriva dopo tanti successi ottenuti, premi ricevuti ma soprattutto dopo tantissimi anni di allenamento, fatica dedicati ad una disciplina bellissima come la danza classica. Per quanto riguarda i ruoli svolti e la preparazione degli stessi non ci sono grandi differenze rispetto a quando ero Prima Ballerina: la ricerca del dettaglio, la precisione non mancano mai e continuo a chiedere moltissimo da me stessa. Forse una piccola differenza si può notare nel modo di interpretare un personaggio: da quando sono étoile forse sento di più la necessità di dare tantissimo, la responsabilità è più grande anche in veste del ruolo che si ha all’interno del ...

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Tanto lavoro e tanta voglia di ballare nella vita di Ilenia Montagnoli

  È legatissima alla sua famiglia, un fidanzato ballerino con cui divide gioie e dolori del difficile mondo dell’arte della danza e tanta voglia di proseguire la propria carriera con umiltà e senso del lavoro.     Dove hai iniziato a studiare danza?  Io sono mantovana ed ho studiato in una scuola privata fino all’età di 15 anni. In seguito sono andata al Teatro Carcano di Milano, dove ho studiato per due anni con Margarita Smirnova. Durante questo periodo ho avuto modo di lavorare anche con Giuseppe Carbone che successivamente mi ha mandata al Boston Ballet con una borsa di studio. Quanto tempo della tua vita dedichi alla danza? La vita del ballerino impegna totalmente, quindi posso dire di dedicare quasi tutto il mio tempo alla danza. Non è solamente un discorso fisico, anche la mente è sempre lì, sulla danza e spesso quando non sono in sala prove guardo su Internet i video di grandi ballerine del passato e non. Chiaramente è molto importante anche avere una vita privata, io in questo mi ritengo abbastanza fortunata perché il mio compagno è anche lui un ballerino e quindi uniamo professione e vita privata.  Pensi che l’esserti dedicata alla danza fin da ...

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Fabio Grossi: “La danza è stata l’amore della mia vita. Però allo scoccare della mezzanotte…”

Hai debuttato giovanissimo con la compagnia Aterballetto, ti sei poi spostato all’estero per avere un respiro artistico internazionale, sei rientrato in Italia e all’apice della tua carriera artistica hai deciso di lasciare il palco e dedicarti all’insegnamento. La tua vita è sempre stata un turbine di emozioni… ora come ti senti? La tua vita è cambiata? Il mutamento costante è stato, ed è, il filo rosso del mio percorso di crescita interiore. Come l’evocazione di una Fenice leggendaria e fiammeggiante, sempre viva e sempre nuova, la trasformazione delle condizioni esterne dell’esistenza nel senso di una corrispondente auspicabile evoluzione personale – talvolta prescelta, talaltra fermamente indotta – ha rappresentato il motivo centrale e imperituro nell’inevitabile e benvenuta transitorietà degli eventi. L’appassionante senso di avventura, la curiosità, una buona dose di coraggio e certamente la fiducia sono alcuni dei profumi che hanno sanamente inebriato, mediante la conoscenza dell’arte, la ricerca di me stesso. Hai danzato ruoli importantissimi: per ciascuno hai messo tutto te stesso, ti sei dovuto immedesimare nel personaggio… non è cosa facile, anzi! Tu come ti preparavi? E soprattutto: qual è il ruolo che più hai amato e perché? È vero: ho danzato ruoli importantissimi. Ed ogni volta che ci ...

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Vittorio Galloro, la forza della danza nei momenti più difficili

Hai iniziato i tuoi studi al Teatro San Carlo di Napoli sotto la direzione di Anna Razzi, poi ti sei trasferito alla Scuola Nazionale del Balletto di Cuba dove ti sei diplomato come ballerino e maestro. Cosa ti ha portato dall’Italia in un paese cosi lontano? Gli anni della scuola al Teatro San Carlo di Napoli sono stati stupendi, ne ho un ricordo bellissimo. La Signora Razzi, oltre ad essere stata una grande ballerina, è un’ottima direttrice, secondo me la persona giusta per un ambiente come Napoli. Lei mi ha fatto crescere tanto e, nonostante fossi un bambino senza troppe condizioni, ha creduto in me accettandomi alle audizioni per entrare nella scuola. Col passare degli anni però sentivo che mi mancava qualcosa, non mi bastava più quello che facevo, volevo fare di più, desideravo lavorare 11-12 ore al giorno per poter migliorare. All’epoca ogni anno frequentavamo lo stage di Vignale Danza, dove guardavo le lezioni, gli spettacoli, il concorso e, quando vidi gli elementi della scuola cubana in scena, dissi a me stesso: “così voglio ballare: con quella tecnica, quel virtuosismo, quella forza e con la forte virilità maschile che caratterizza la scuola cubana di balletto. A Torino c’era la ...

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Eleonora Scopelliti si racconta al giornaledelladanza.com

Un diploma di ballerina classica alla Scuola di Ballo del Teatro dell’opera di Roma, tantissime trasmissioni tv, un video per Vasco Rossi, una partecipazione al film Nine e l’arrivo come professionista ad Amici di Maria De Filippi. La carriera a tutto tondo di Eleonora Scopelliti. Il grande pubblico ti conosce per il tuo lato artistico. Come sei nel privato? Io sono un po’ come mi si vede, una persona umile, simpatica, sentimentale, passionale, educata. Mi ritengo una persona molto semplice, la popolarità non mi ha cambiata affatto.  Oltre la danza, che è la tua passione ed il tuo lavoro, hai qualche hobby?  Mi piace molto giocare a beach-tennis. D’estate, quando posso, faccio spesso i tornei di questo sport insieme a mio marito. Siamo entrambi molto impegnati col lavoro e quindi quando possiamo sfruttiamo qualsiasi occasione per stare insieme. Un’altra cosa che mi appassiona molto, da qualche tempo a questa parte, è una delle religioni più antiche, il buddismo. Di questa religione esistono molte correnti, io seguo quella meditativa, mi piace molto stare con me stessa e curare la mia parte spirituale. Questa è una cosa che riverso poi anche nel lavoro, quando danzo cerco sempre di esprimere quella che sono ...

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Anna Maria Prina: “la Danza è un’Arte meravigliosa con un grande potenziale, che solo in Italia viene trascurata e non considerata”

Una carriera dedicata interamente alla danza, un percorso di vita, come è iniziato e quando? Casualmente. Sono stata attratta dal Bando di Concorso d’Ammissione alla Scuola di Ballo affisso in via Cusani a Milano. Avevo 9 anni e dissi alla mia mamma che volevo andare “lì”. Fui bocciata all’esame d’ammissione, ma grazie alla mitica “sciura” Bianca (bidella affetta da elefantiasi e di corporatura piuttosto forte con cuore d’oro) entrai ugualmente al primo corso nel 1952. Più tardi scoprii dai documenti che ero stata bocciata perché avevo delle cicatrici sulle ginocchia, causate da cadute mentre giocavo a “rimpiattino”, dato che portavo sempre pantaloncini corti… Quali sono stati i momenti più duri nella Sua carriera di danzatrice? Devo dire che sono stata abbastanza fortunata. L’esempio che mi piace dare è che, finita la Scuola e dopo un anno di contratto, fui chiamata in direzione e mi fu porto un foglio dicendomi di firmare. Io firmai e misi in borsa la copia del foglio senza neppure guardarlo. Dopo un po’ mi capitò in mano e lo lessi…mi colpì la frasettina “contratto a tempo indeterminato”! Oggi non potrebbe più succedere! Due momenti duri sono stati: quando sono stata ferma per un ginocchio infortunato e ...

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