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Interviste

Paola Belli, maître, insegnante, assistente, una carriera a 360 gradi

La tua carriera inizia come danzatrice al Teatro dell’Opera di Roma e da lì poi al Bolshoi, unica italiana al Concorso Internazionale di Mosca nel 1980 con Yuri Grigorovich come direttore, un’esperienza da raccontare… Un’esperienza immensa sia professionale che umana. Nel 1976 ho vinto la prima borsa di studio e sono andata in Russia. Erano gli anni d’oro del Bolshoi! Sono entrata giovanissima in quello che era il tempio della danza. Immagina vedere tutte le sere gli spettacoli con Maximova, Vassiliev, Plissetskaya, Liepa, Bessmertnova. E la scuola di danza con 20 sale ballo. Si studiava repertorio, carattere, mimica, oltre al russo, mi sembrava il paradiso. È stato indimenticabile! Ero solo una ragazzina quando sono partita da Roma con tre valigie più grandi di me su un treno diretto a Mosca, tre giorni per arrivare a destinazione. Avevo 16 anni, la stessa età di mia figlia oggi e mi chiedo se io mamma, avrei mai avuto il coraggio e la generosità che hanno avuto i miei genitori di lasciarmi partire per andare in un paese allora sconosciuto quale era l’Unione Sovietica di Brežnev. E non esistevano neanche i telefonini!!! È stato un grande atto d’amore e di generosità, da parte di ...

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Little Phil: “L’hip hop è una cultura, un modo di essere, un modo di vivere”

Cos’è per te l’hip hop?  Prima di tutto per me l’hip hop è una cultura, un modo di essere, un modo di vivere. Io vivo l’hip hop ogni giorno, mi alzo con l’hip hop, vado a dormire con l’hip hop, faccio la doccia con l’hip hop. Io sono hip hop, dall’abbigliamento alla mentalità e per come vivo la mia vita. Parlami di questa cultura…  È una cultura che è arrivata dalla strada, una cultura nata negli Stati Uniti, per aiutare la gente ad evitare problemi, perché in America, che è molto pericolosa di questi tempi, c’è gente che spara, gente che ruba e questo movimento si è creato proprio per evitare di ritrovarsi nei guai, di finire in prigione, morti o drogati. Attraverso questa cultura è stato possibile trasformare le energie negative dei giovani violenti in sfogo positivo e creativo, provando a mettere tutta la rabbia nella musica e a trasformarla in energia nella danza, nei graffiti, nel rap. Piuttosto che far male alle persone, questi street dancers hanno imparato a guadagnarsi il rispetto con la danza. È questo che ha reso l’hip hop così famoso.   Un danzatore hip hop come vive il rapporto con gli altri generi e le ...

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“Amo la danza e tutte le forme di espressione musicale”. Intervista a Gabriella Borni

Quando hai capito che la danza avrebbe fatto parte della tua vita? Quando ero piccola,  ricordo una sensazione di grande gioia e libertà, quando mia mamma si metteva al  pianoforte mi divertivo ad improvvisare dei passi di danza. La musica è stata per me, e lo è ancora oggi, la vera e grande ispiratrice. Ascolto da  Mozart e Beethoven al Jazz, al Rock, al Blues, insomma amo praticamente tutte le forme di espressione musicale, in particolare il ritmo. Una  figura importante nella tua formazine di danzatrice? La passione che avevo per la danza si è rafforzata e definita quando incontrai, al quinto anno all’Accademia Nazionale di Danza, il mio grande e insuperabile Maestro Jean Cebron, danzatore e coreografo della compagnia di Kurt Joos del Folkwang School di Essen. Lui ha saputo farmi capire, all’età di 15 anni, la poesia e l’amore per la danza, facendomi scoprire  un mondo diverso, soprattutto interiore, attraverso l’espressività e la dinamica del  movimento. Hai lavorato per i teatri ed i coreografi più prestigiosi. Il lavoro che più ti è rimasto nel cuore? Sicuramente tutti mi hanno dato tanto e lasciato un segno, arricchendomi ogni volta, ma in particolare, lavorare con  Ed Wubbe e Nils Christie, ...

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Yannick Boquin, grande carriera come ballerino e grande carriera come maître de ballet

Quando e perché hai deciso di smettere di danzare e di dedicarti interamente all’insegnamento? Quattro anni prima di smettere ho deciso e poi ho smesso definitivamente all’età di 38 anni. Potevo ancora ballare e ballavo ancora molto, ma continuare non avrebbe cambiato niente alla mia carriera. Avevo già iniziato a dare lezione nelle compagnie mentre ballavo ancora e sapevo che quella nuova strada mi aspettava. La mia decisione era già stata presa e non potevo più aspettare per dedicarmi interamente a questa nuova passione. Le principali compagnie per cui lavori adesso? Opéra di Parigi, Nederlands Dans Theatre, Semperoper di Dresda, Finnish National Ballet, Royal Swedish Ballet, Het Nationale Ballet, Norwegian National Ballet, Houston Ballet, Béjart Ballet Lausanne, Tokyo Ballet, Les Ballets de Monte-Carlo, Compañia Nacional de Danza de España, Stanislavski Theatre, École Supérieure de Danse de Cannes di Rosella Hightower, Prague National Ballet e poi insegno in molte scuole, fra cui il Royal Conservatoire of The Hague e la Houston Ballet School. Il tuo lavoro ti porta a girare il mondo continuamente, senza sosta, è una cosa che ami questa o che ti crea difficoltà? Sì, la amo, ma adesso mi crea problemi. Amo la mia carriera, vivere la sua ...

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Danzare, una passione in continua evoluzione! Il racconto di Joseph Fontano

Una volta hai detto: la danza esiste nel momento in cui la si fa… Cosa volevi dire? La danza non è un’arte codificabile, il passo esiste solo nel momento in cui lo si esegue e non è mai identico ogni volta che lo si compie. Se dovessi fare un bilancio della tua carriera artistica? Il mondo dello spettacolo è talmente complicato e difficile che il fatto di aver trovato il mio spazio nella danza, per tanto tempo, è già un ottimo risultato. La mia carriera è sempre stata caratterizzata dalla rinascita ed è quello che mi auguro anche adesso, essendo arrivato all’età di 60 anni, spero di poter trovare sempre gli stimoli per continuare sempre a fare cose nuove. Ho avuto l’ardire, a suo tempo, di lanciare un nuovo sasso nello stagno della danza, quello della danza contemporanea, e questo sasso adesso si è evoluto ed ha allargato i suoi orizzonti e di questo sono molto fiero. Quindi un bilancio assolutamente positivo! Nella tua vita da danzatore, qual è stato l’incontro più importante? Non c’è stato un solo incontro ma ben 3. Il primo è stato quello con Paul Sansardo che è stato il mio primo maestro negli Stati Uniti ...

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Elettra Morini: la mia vita in punta di piedi accanto a Tony Renis!

Elettra Morini, ètoile del Teatro alla Scala di Milano, racconta al pubblico del giornaledelladanza.com la sua vita nella danza “in punta di piedi” e la sua favola nel jet-set internazionale, ad Holliwood, accanto a sua marito Tony Renis, grande interprete della canzone italiana nel mondo. Quando è nata la passione per la danza? La vera passione per la danza non l’ho avvertita da sola perché non avevo proprio idea che un giorno potesse diventare la mia professione. So soltanto da quello che mi raccontavano i miei genitori che in casa ero sempre in movimento, ballavo, saltavo, mi specchiavo. Così un bel giorno all’età di dieci anni mia madre, su consiglio di una sua cara amica, mi portò alla scuola di Ballo della Scala. E sin dai primi corsi incominciai a capire che quella doveva essere la mia vita. Che emozione ha provato quando si è coronato il sogno di diventare una ètoile? E’ stata un’emozione che è cresciuta pian piano, appena finita la scuola mi facevano fare la supplente delle prime ballerine: Luciana Novaro, Gilda Maiocchi. E poi senza neanche accorgermi  perché effettivamente già facevo ruoli da prima ballerina mi hanno dato la nomina ufficiale e vi assicuro è stata ...

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Jurgita Dronina, Prima Ballerina del Royal Swedish Ballet e dell’Het Nationale Ballet

Quando hai deciso di diventare una ballerina? Avevo all’incirca otto anni. Ero stata a vedere una rappresentazione di Biancaneve e i Sette Nani e, tornando a casa, ho danzato per tutto il tragitto e così il mattino successivo ed ogni giorno da allora… Tu sei nata in Russia e ti sei poi trasferita in Lituania all’età di quattro anni. Ti sei formata secondo la tradizione di danza russa? La Lithuanian Ballet School è basata sul metodo Vaganova, ma la mia insegnante era molto influenzata dalla scuola di balletto francese e avevamo anche spesso dei maestri ospiti dalla Francia. Sono stata molto influenzata dall’insegnamento francese. E dove hai studiato in seguito? Dopo un concorso in Francia mi fu offerta una borsa di studio per la Munich Ballet Academy sotto la direzione di Konstanze Vernon. Quale insegnante ti ha maggiormente ispirato? Una persona molto speciale che mi ha molto ispirata è stata Natalia Makarova, sono stata fortunata a lavorare con questa grande ballerina a New York, nel Lago dei Cigni, è stata davvero un’esperienza indimenticabile. Ho avuto il privilegio di studiare con grandi insegnanti al Royal Swedish Ballet. È difficile fare il nome solo di alcuni, ma ho imparato molto da Christiane ...

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Marina Michetti allo specchio: vent’anni di danza

Marina Michetti, direttore artistico del Festival Internazionale Invito alla Danza, ci racconta in esclusiva per il www.giornaledelladanza.com la sua storia ventennale e la sua esperienza, in prima persona, nel panorama della danza internazionale. Il Festival Internazionale “Invito alla Danza” da te diretto compie vent’anni, un bel traguardo. Come è cominciata questa avventura? Quando, come coreografa e direttore artistico della compagnia di balletto Invito alla Danza, mi sono resa conto che le location per le esibizioni erano poche e non garantivano strutture idonee ad ospitare spettacoli di eccellenza. Così la mia attenzione si è spostata alla realizzazione di una rassegna che fosse da un lato vetrina internazionale dei più bei nomi della danza e, dall’altro, un riferimento sicuro per le compagnie italiane. Tanti danzatori, coreografi e compagnie di danza sono passati per “Invito alla Danza”, quale ricordi con più affetto? È difficile rispondere a questa domanda, perché tutti gli spettacoli che abbiamo proposto sono stati visti, scelti e condivisi. Tuttavia avrei voluto quest’anno invitare nuovamente Les Ballets Jazz de Montreal che nel 2007 propose “Les Chambres des Jaques”, coreografia che corrisponde in pieno al mio senso dell’ironia ed al mio modo di concepire una creazione coreografica. Purtroppo per questioni tecniche ed ...

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Sognando il grande varietà di una volta con… Matilde Brandi

Si è diplomata ballerina classica al Balletto di Roma, ha iniziato la sua carriera nei grandi varietà televisivi prima nel corpo di ballo e dopo come prima ballerina. Nel 1996 vince il premio come miglior ballerina televisiva dell’anno e nel 1997 vince il premio Bob Fosse come migliore showgirl dell’anno.Una carriera costruita passo dopo passo sempre sotto la guida della danza. Che definizione daresti di te come artista? Io provengo da un’epoca in cui per poter lavorare nel mondo artistico dovevi effettivamente avere delle capacità ed aver studiato tanto. Oggi purtroppo mi accorgo che non è così, tanta gente si improvvisa ballerino, cantante o attore. Io mi reputo una professionista seria, ho studiato tanti anni danza diplomandomi al Balletto di Roma, ho studiato anche canto e recitazione. Sei una donna bellissima ed appariscente. Quanto conta nella danza l’aspetto fisico? E’ assolutamente fondamentale. Se parliamo di danza, allora si parla di una bellezza fisica ben precisa che deve rispettare dei canoni. La danza è estetica ed il corpo di un ballerino deve essere formato e lavorato in un determinato modo. Poi ci sono ballerini più o meno agevolati fisicamente da madre natura, ma ciò non toglie che non molto lavoro e ...

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Dal Theater Ulm di Stoccarda il racconto di Roberto Scafati

Inizia lo studio della danza in Italia, nella Scuola di Renato Greco. Giovanissimo si trasferisce a Cannes per perfezionare la sua arte e da quel momento inizia una carriera vasta e variegata. Dopo grandi esordi nel mondo classico diventa coreografo di musical, operette e regista di grandi produzioni all’estero. Un artista della danza a 360°! Oggi sei un grande coreografo ma da ballerino che allievo sei stato? Amavo moltissimo ed amo tutt’ora la danza per cui sono stato un ballerino che ha sempre lavorato molto, non mi sono mai risparmiato. Ho fatto una scuola in cui ho dato tutto quello che potevo dare, senza tentennamenti o ripensamenti. Hai deciso molto presto di andare all’estero per perfezionarti. Come mai questa scelta? Sai, esistono tante scuole di danza nel mondo ed ognuna con la propria peculiarità, in quel momento ho ritenuto che la scuola francese, a Cannes per l’esattezza, facesse al caso mio. Sei coreografo dal 1995, ti emoziona di più esibirti o creare per altri? Io ho smesso di ballare con amore. Andare in palcoscenico adesso non avrebbe più senso. Si tratta chiaramente di emozioni diverse, da danzatore molto dipende dal ruolo che si interpreta, il danzatore deve trasmettere quello che ...

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