Ogni gesto, ogni posa, ogni equilibrio nella danza classica accademica è il frutto di un processo di stilizzazione che ha come scopo non la semplice bellezza, ma l’ideale. Qui l’estetica non è ornamento: è fondamento. È la grammatica invisibile che guida l’occhio e l’emozione. Dietro la leggerezza apparente si cela un corpo che ha imparato a dominarsi e a farsi forma pura. Sul palco, la danza classica costruisce un mondo coerente: i costumi amplificano la geometria del corpo, la musica lo guida con rigore e passione, la scenografia crea lo sfondo di un altrove immaginario. Tutto concorre a generare una dimensione estetica totale, in cui nulla è lasciato al caso. Il balletto, in questo senso, è un rituale visivo: eleganza, controllo e armonia si fondono per produrre un’esperienza quasi spirituale. L’estetica della danza classica resiste come un gesto nitido: l’en dehors e la simmetria delle linee non sono scelte stilistiche. Sono uno spazio di perfezione in cui il tempo si ferma e il corpo sogna. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione riservata
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