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Il Danseur Étoile Gil Isoart “allo specchio”

Balletto classico preferito? Il Lago dei Cigni. Balletto contemporaneo preferito? Le Sacre di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? L’Opéra de Paris. Un romanzo da trasformare in un balletto? La pitié dangereuse di Stefan Zweig. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Mission. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Golden Idole nella versione di Rudolf Nureyev. Quale colore associ alla danza? La luce. Che odore ha la danza? La colofonia. La musica più bella scritta per il balletto? Il lago dei cigni. Il film di danza imperdibile? Due vite, una svolta di Herbert Ross. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Louis XIV e Isadora Duncan. Il tuo “passo di danza” preferito? La pirouette. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Non troppo tragico ha ha ha …al limite Basilio! Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? Marius Petipa. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Bellezza, Emozione, Disciplina. Come ti vedi oggi allo specchio? Soddisfatto! Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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“Tu non mi perderai mai”: un viaggio coreografico ispirato al “Cantico dei Cantici”

Un nuovo appuntamento con la danza contemporanea a ottobre tra Bologna e Brescia con lo spettacolo Tu non mi perderai mai, liberamente ispirato al Cantico dei Cantici, uno dei testi più evocativi della tradizione letteraria e spirituale. La performance è una creazione originale di Raffaella Giordano, coreografa e danzatrice, interpretata dalla talentuosa Stefania Tansini. Lo spettacolo si inserisce nel progetto speciale 2005|2025, un percorso di trasmissione artistica che celebra vent’anni di lavoro e ricerca coreografica di Giordano. Un nuovo appuntamento con la danza contemporanea a ottobre tra Bologna e Brescia con lo spettacolo Tu non mi perderai mai, liberamente ispirato al Cantico dei Cantici, uno dei testi più evocativi della tradizione letteraria e spirituale. La performance è una creazione originale di Raffaella Giordano, coreografa e danzatrice, interpretata dalla talentuosa Stefania Tansini, produzione 2025 | Sosta Palmizi, in coproduzione con la Triennale Milano Teatro e il Fuorimargine Centro di produzione di danza e arti performative della Sardegna, con il sostegno della Fondazione del Teatro Grande di Brescia e del Centro di Rilevante Interesse per la Danza Virgilio Sieni. Lo spettacolo si inserisce nel progetto speciale 2005|2025, un percorso di trasmissione artistica che celebra vent’anni di lavoro e ricerca coreografica di Giordano. Sul ...

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Rudolf Nureyev: perché veniva chiamato “il tartaro volante”?

Quando Rudolf Nureyev si lanciava in aria, sembrava che la gravità perdesse validità. Il pubblico tratteneva il respiro, sospeso con lui in una frazione di eternità. Non era solo un salto: era una dichiarazione d’indipendenza. Da uomo. Da artista. Da figlio dell’Asia e simbolo dell’Occidente. E fu proprio per questo che il mondo iniziò a chiamarlo Il tartaro volante. La stampa europea lo coniò con romanticismo quasi orientaleggiante. Tartaro evocava qualcosa di primitivo, fiero, indomabile. Una parola che funzionava come etichetta poetica per una figura fuori dai canoni. Nato in un treno transiberiano, cresciuto nella steppa e addestrato con rigore sovietico, Nureyev non era solo un ballerino: era un uragano. Il termine “volante” era, al contrario, perfettamente esatto. Il suo corpo non danzava: si librava. Chiunque abbia visto i suoi salti — che sfidavano le leggi della fisica con una sospensione surreale — capisce che non si trattava di semplice tecnica. C’era qualcosa di più. Come se ogni battito d’ali danzante fosse un atto di fede nella possibilità di elevarsi oltre il corpo e il tempo. Nureyev non fu mai addomesticabile. Nel 1961, quando decise di disertare durante una tournée del Kirov a Parigi, la sua fuga non fu solo ...

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Crescere danzando: benefici e valore della danza nel ciclo della vita

La danza accompagna l’essere umano lungo tutte le tappe della vita, fungendo da strumento di evoluzione personale e sociale. Non è solo movimento, ma è concentrazione, memoria, attenzione e creatività. Ballare permette di superare blocchi emotivi. Affrontare le proprie insicurezze sul palco o in sala prove rafforza la fiducia in sé e rende la danza diventa uno spazio sicuro in cui rabbia, tristezza e gioia possono trovano espressione gestuale, a qualsiasi età. Per bambini, adolescenti e adulti, infatti la danza è un percorso di crescita a tutto tondo. I movimenti ritmici e l’espressione corporea permettono ai più piccoli di sviluppare coordinazione, disciplina e consapevolezza. Ballare li aiuta a canalizzare le energie, a migliorare la concentrazione e a imparare il rispetto delle regole in modo spontaneo e divertente. Durante l’adolescenza, periodo caratterizzato da cambiamenti ormonali e fisici, la danza diventa un grande alleato. Attraverso la pratica regolare, i ragazzi imparano a gestire le trasformazioni del corpo, a conoscere e regolare le emozioni e a esprimerle in modo creativo. La danza è anche uno spazio di relazione, dove si costruisce l’autostima, si supera la paura del giudizio altrui e si impara a collaborare e a rispettare gli altri. Questo percorso rende i ...

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Marco Spada di Pierre Lacotte torna al Teatro dell’Opera di Roma: Rudolf Nureyev fu il protagonista nel 1981

Torna a Roma, dopo più di quarant’anni, Marco Spada, una rarità preziosa del repertorio ballettistico ottocentesco, ricostruita da Pierre Lacotte nel 1981 proprio per il Teatro dell’Opera di Roma e ora presentata nuovamente dal Corpo di Ballo capitolino dal 24 al 29 ottobre 2025 per la chiusura della stagione di balletto 2024/25. Un ritorno che ha il sapore dell’omaggio e della memoria: a poco più di due anni dalla scomparsa di Lacotte (1932–2023), l’Opera di Roma celebra il coreografo francese che, più di ogni altro, ha dedicato la sua vita alla riscoperta dei grandi titoli perduti del Romanticismo. Il ritorno di Marco Spada al Costanzi, fortemente voluto dalla Direttrice Eleonora Abbagnato, non è soltanto la ripresa di un titolo raro, ma un gesto di continuità culturale. Marco Spada ou la Fille du Bandit fu creato nel 1857 per il Théâtre Impérial de l’Opéra di Parigi dal celebre duo Auber–Scribe, con coreografia di Joseph Mazilier, già autore di balletti di successo come La Gypsy, Paquita e Le Corsaire. In un’epoca dominata dall’esotismo e dal gusto per l’avventura, il balletto portava in scena il tema del brigantaggio italiano — all’epoca di moda quanto lo “spagnolismo” teatrale — filtrato attraverso la lente del melodramma francese. La partitura, costruita da Daniel-François-Esprit Auber come un collage raffinato di brani tratti da sue opere precedenti (Fra Diavolo, La ...

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Royal Danish Ballet 25/26: un ponte tra le epoche

A Copenaghen, il sipario si alza su una nuova stagione del Royal Danish Ballet, e l’atmosfera è quella di un’eleganza senza tempo che guarda con decisione verso il futuro. Per il cartellone 2025/2026, la compagnia non si accontenta di celebrare il proprio passato glorioso: lo mette in dialogo con nuovi linguaggi, nuovi ritmi e nuovi occhi. Questa stagione – che si annuncia come una delle più ambiziose dell’ultimo decennio – è un invito a riscoprire la bellezza della tradizione, ma anche il coraggio dell’innovazione. Una dichiarazione d’intenti: il balletto può parlare a tutti, oggi più che mai. Nel cuore della primavera danese, dal 7 marzo al 10 aprile 2026, Giselle ritorna sul palco storico del Gamle Scene. Ma non è un semplice revival: la compagnia propone una lettura filologica, profonda, del capolavoro romantico, con la direzione musicale di Nathan Brock a guidare l’orchestra reale. Tra la luce e l’ombra, la follia e la grazia, Giselle è più che un balletto: è una meditazione in movimento sul potere dell’amore e sul confine sottile tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. Il Royal Danish Ballet sceglie così di riaffermare il suo legame con l’estetica del XIX secolo, ma con un ...

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Il Sujet Antonio Conforti “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? La sagra della primavera di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Palais Garnier. Un romanzo da trasformare in balletto? L’idiota di Dostojevski. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? La dolce vita di Federico Fellini. Il costume di scena indossato che hai preferito? Il grande mantello di Rothbart, difficile da manipolare ma ti fa sentire potente, dando grande peso e autorità al personaggio. Quale colore associ alla danza? Il bianco, lo spazio infinito e puro da cui nasce ogni gesto. Che profumo ha la danza? Profumo di libertà. La musica più bella scritta per balletto? I balletti di Tchaikovsky. Il film di danza irrinunciabile? Billy Elliot. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Carla Fracci. Il tuo “passo di danza” preferito? I manège. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Armand Duval nella Signora delle Camelie. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Adoro l’emozione e la delicatezza delle coreografie di Jérôme Robbins. L’atmosfera intima e il suo modo di mettere in scena le relazioni umane. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa ...

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ReQuieM: a Torino la nuova creazione coreografica di Faces

Il Teatro Vittoria di Torino ospita, il 1° novembre 2025 alle ore 20:30, in prima assoluta ReQuieM, la nuova creazione della compagnia Faces, realtà di riferimento della scena della danza contemporanea torinese, che dal 2022 si distingue per un linguaggio scenico originale e una costante ricerca drammaturgica. Ispirato al celebre Requiem K626 di Mozart, lo spettacolo è un atto unico che affronta giudizio, redenzione e paura di fronte alla mortalità. ReQuieM è un viaggio teatrale e coreografico, con la regia e drammaturgia di Simone Bua e Giorgia Chessa, che indaga l’identità e le sue trasformazioni, esplorando il legame profondo tra individuo e collettività. Attraverso il movimento, l’improvvisazione e la scrittura scenica, le danzatrici e i danzatori cercano un linguaggio capace di unire corpo, suono e presenza in un racconto che si nutre di intimità e condivisione. Lo spettacolo, nella sua crescente tensione, narra di abbandono e di disperata ricerca, in un inferno che è tutto interiore. Il lavoro coreografico della Compagnia Faces riflette così l’animo in lotta contro sé stesso, attraverso continui contrasti ritmici e dinamici, tra slanci impetuosi e pause, accenti drammatici e oasi di dolcezza melodica, squarci di luce e di tenebre. Elemento vivo e mutevole, la natura ...

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La Principal Dancer Sarah Lamb “allo specchio”

Balletto classico preferito? Il Lago dei Cigni. Balletto contemporaneo preferito? Chroma. Il Teatro del Cuore? La Royal Opera House è casa mia, ma è a Tokyo che ho avuto alcune delle mie performance più memorabili, al Bunka Kaiken. Un romanzo da trasformare in un balletto? La valle dell’Eden di John Steinbeck. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Amadeus… almeno la colonna sonora sarebbe fenomenale. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Sono molto esigente, ma alla fine Yugen aveva costumi che si muovevano magnificamente ed erano così comodi. Quale colore associ alla danza? Rosso. Deve essere rosso perché è vita, morte e amore, tutti espressi nel balletto. Che odore ha la danza? Piedi sudati. La musica più bella scritta per il balletto? Romeo e Giulietta di Prokoviev Il film di danza imperdibile? Cantando sotto la pioggia e West Side Story con la coreografia di Jerome Robbins. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Scelgo la mia insegnante, Tatiana Nicolaevna Legat, e suo marito, Jurij Vladimirovič Solov’ev. Il tuo “passo di danza” preferito? Chaîné débouillé. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Non ...

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Royal Swedish Ballet 25/26: tra sogno e contemporaneità

Il sipario del Teatro dell’Opera di Stoccolma si apre su una nuova stagione che non è solo un programma, ma un manifesto d’identità artistica. Il Royal Swedish Ballet, tra le compagnie più longeve e raffinate d’Europa, presenta per il 2025/2026 una linea coreografica che miscela tradizione e coraggio, evocazione e rischio, in un continuo dialogo tra memoria e movimento. Il viaggio comincia nel cuore dell’immaginario nordico, con Midsommarnattsdröm firmata da Alexander Ekman. Un inno scenico alla leggerezza, all’assurdo e alla bellezza spontanea del solstizio svedese. Ekman — enfant terrible della coreografia europea — rilegge Shakespeare con ironia visiva, sfruttando ogni centimetro del palco come uno spazio vitale dove il corpo diventa poesia surreale. Poi arriva Swan Lake, da novembre a gennaio. Ma non è un Lago qualsiasi: è quello “nureyeviano”, potente, carnale, strutturato come un dramma psicologico più che una favola. Un ritorno che consolida il legame tra il repertorio classico e la ricerca drammaturgica del teatro moderno. La stagione non vive solo di grandi nomi: Julia & Romeo, in scena da febbraio 2026, propone una visione nuova dell’amore tragico per eccellenza. Il racconto si sposta, lo sguardo cambia: i protagonisti non sono più archetipi shakespeariani, ma adolescenti fragili, ribelli ...

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