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Attualità

La nuova stagione del Ballet de l’Opéra de Lyon

Le luci del foyer si accendono e il sipario si prepara a sollevarsi su una stagione che non si accontenta di replicare il passato. Il Ballet de l’Opéra de Lyon, sotto la direzione sensibile e radicale di Cédric Andrieux, compone un programma che guarda al futuro con i piedi ben piantati nella memoria della danza. La stagione si apre con un trittico potente, Nuits transfigurées, firmato da tre coreografe iconiche: Anne Teresa De Keersmaeker, Mercedes Dassy e Katerina Andreou. In scena, corpi che si fanno paesaggio notturno, mutante e interiore, in un progetto sviluppato nell’ambito della Biennale de la danse de Lyon. Non è solo un inizio: è una dichiarazione d’intenti. Lione non vuole essere vetrina, ma fucina. Qui, la danza non viene semplicemente mostrata — viene pensata, discussa, spinta al limite. Entra in repertorio House di Sharon Eyal, una pièce elettrica e notturna, dove la musica pulsante e il minimalismo ipnotico spingono i danzatori in uno spazio nuovo, quasi rituale. È una sfida fisica e percettiva, tanto per chi danza quanto per chi guarda. Accanto a questa novità, Canine jaunâtre 3 della visionaria Marlène Monteiro Freitas promette una teatralità sovversiva, mentre Último helecho creazione firmata da François Chaignaud con ...

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Le cinque posizioni fondamentali della Danza Classica

La danza classica è una disciplina che unisce tecnica, grazia e rigore, costruita su fondamenta precise che ne definiscono l’estetica e il movimento. Alla base di questa arte troviamo le cinque posizioni fondamentali dei piedi, codificate nel XVII secolo alla corte del Re Sole, Luigi XIV, e ancora oggi immutate nei metodi delle principali scuole di balletto del mondo. Queste posizioni non sono semplici pose, ma rappresentano il punto di partenza di ogni passo, salto o rotazione. Vediamole una per una. Prima posizione: la prima posizione è l’essenza della danza classica: i talloni si toccano e le punte dei piedi si aprono verso l’esterno, idealmente formando una linea retta. Il peso è distribuito equamente su entrambi i piedi e il corpo si eleva verso l’alto con leggerezza. È una posizione di stabilità e controllo, ma anche di apertura verso il movimento. Seconda posizione: a partire dalla prima posizione, i piedi si allontanano lateralmente mantenendo le punte rivolte all’esterno. La distanza tra i talloni è di circa una lunghezza di piede. Questa posizione offre maggiore stabilità e prepara il corpo ai movimenti ampi, come plié o port de bras, favorendo una postura ben radicata ma fluida. Terza posizione: un piede si ...

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Le frasi più belle e celebri di Rudolf Nureyev

Rudolf Nureyev, uno dei più grandi ballerini del XX secolo, era noto non solo per il suo talento straordinario ma anche per la sua personalità intensa e appassionata. Le sue parole riflettono il suo spirito ribelle, la sua dedizione assoluta alla danza e la sua visione artistica profonda. Ecco alcune delle frasi più belle e celebri di Rudolf Nureyev: «Una vita senza danza è impensabile.» «Io non credo nella tecnica, credo nella passione.» «La danza è la mia ragione di vita. È tutto ciò che ho, tutto ciò che voglio.» «Ogni spettacolo è una battaglia. Io entro in scena come un guerriero.» «Non si danza per il pubblico. Si danza per se stessi, e se si è veri, il pubblico lo sente.» «Quando ballo, non cerco di divertire. Cerco di esprimere chi sono.» «La libertà? Non è un dono, è una conquista quotidiana.» «Ho scelto la mia vita. Non mi importa se il prezzo è la solitudine.» «Sono fuggito per poter danzare, non per fuggire dall’amore del mio paese.» «Non mi interessa essere il migliore. Mi interessa essere diverso.» «Un vero artista non ripete mai se stesso. Ogni giorno deve rinascere.» «La perfezione non esiste, ma la si deve inseguire ...

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La prima ballerina Romina Contreras “allo specchio”

Balletto classico preferito? L’Histoire de Manon di Kenneth McMillan. Balletto contemporaneo preferito? The Great Crying di Marco Goecke. Il Teatro del cuore? Teatro Municipal De Santiago. Un romanzo da trasformare in un balletto? Orgoglio e pregiudizio. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Poor Things di Yorgos Lanthimos. È surreale e penso che sarebbe molto divertente come balletto. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Il costume di Fly paper bird di Marco Goecke. Quale colore associ alla danza? Un bordeaux intenso. Che profumo ha la danza? Un mix di corpi in movimento, un pizzico di fumo, tulle e luci di scena calde. La musica più bella scritta per il balletto? Anche se è uno dei pezzi che i ballerini ascoltano più spesso, non smette mai di essere magnifico ed emozionante il Grand Pas de Deux de Lo Schiaccianoci, composto da Čajkovskij. Il film di danza imperdibile? Center stage. Il tuo passo di danza preferito? Grand Jeté. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Forse Cupido di Don Q. Fare innamorare le persone con movimenti aggraziati sembra divertente. Chi era il genio per eccellenza nell’arte ...

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La salvaguardia dello “stile” nella danza classica

Nel silenzio di una sala prove, interrotto solo dal cigolio del legno e dal fruscio lieve delle punte, la danza classica continua a raccontare storie senza tempo. Quando un gesto diventa solo un’esecuzione, e non più un’evocazione, qualcosa si perde. Non è la tecnica a svanire — quella oggi è affinata, analizzata, potenziata — ma lo spirito che ne guidava la forma. Parlare di stile nella danza classica significa interrogarsi sulla sua identità profonda. Non basta replicare le posizioni, rispettare le linee, contare i tempi. Lo stile è ciò che trasforma un passo corretto in un passo vivo. È quel dettaglio invisibile che collega il danzatore alla sua Scuola, alla sua epoca, e soprattutto alla sua intenzione. Senza stile, la danza classica diventa una lingua morta: comprensibile, ma muta. Ogni scuola porta con sé una visione del mondo. L’eleganza sobria della Scuola francese, la teatralità ampia di quella russa, il virtuosismo dell’italiana: sono varianti di uno stesso alfabeto, ma nessuna è intercambiabile. Salvaguardare lo stile significa quindi proteggere questa pluralità, non uniformarla. Lo stile si trasmette da corpo a corpo, da uno sguardo ad un gesto corretto in silenzio. Non basta guardare un video d’archivio per comprendere cosa fosse davvero ...

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Danse Directe 2025: Butoh Centre Versilia

Sabato 8 novembre 2025, il Butoh Centre Versilia, a Torre del Lago accoglierà “Danse Directe”, un incontro performativo tra danzatori Butoh uniti da una ricerca sul corpo come veicolo di rivelazione, trasformazione e ascolto radicale. Quattro artisti internazionali si alterneranno sul palco sotto la direzione artistica di Ezio Tangini: Alessandro Pierfederici (Italia), Ingeborg Meyer Lysne (Norvegia), Laura Bleck (Germania) e Mathias Gangsøy (Norvegia). Ciascun performer presenterà un lavoro originale, risultato di percorsi individuali sviluppati all’interno di una visione del Butoh che, pur radicata nella lezione di Hijikata e Ohno, si apre alla contemporaneità come pratica esperienziale e non solo stilistica. Le performance si articoleranno in una sequenza di assoli senza soluzione di continuità, in un dialogo non verbale tra corpi, silenzi, immagini e presenze. L’intento non è quello di presentare “pezzi finiti”, bensì di condividere processi performativi viventi, in cui il corpo diventa il luogo di emersione dell’inaspettato, in una visione del Butoh come linguaggio aperto, processo incarnato e spazio di risonanza. Il Butoh – o più precisamente Ankoku Butoh, traducibile come “danza delle tenebre” – nasce alla fine degli anni ’50 in Giappone per mano di Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno, in risposta alla crisi identitaria del corpo nipponico nel dopoguerra e come ...

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Acosta Advanced Training Hub presenta “First Call”

Un appuntamento imperdibile il 24 ottobre 2025, al Woolwich Works, nel cuore del Royal Arsenal di Londra: l’Acosta Advanced Training Hub (AATH) ‒ programma d’élite della Acosta Dance Foundation (ADF) ‒ presenta First Call, una serata unica che porta in scena tre lavori coreografici di grande impatto, interpretati da giovani talenti selezionati da tutto il Regno Unito e oltre. Nato sotto l’egida del celebre danzatore e coreografo Carlos Acosta, AATH è attualmente l’unico programma pre-professionale di balletto nel Regno Unito che offre fino a 10 borse di studio complete ogni anno, rivolgendosi a giovani danzatori ad alto potenziale artistico, spesso provenienti da contesti svantaggiati. Il programma di First Call propone un repertorio pensato per mettere alla prova la versatilità tecnica e l’identità artistica dei danzatori, attraverso tre lavori originali: Estratti da Carmen, adattamento 2024 di Carlos Acosta, un ritorno alle radici coreografiche del fondatore della ADF, che riprende l’iconica opera di Bizet in una lettura intensa e contemporanea, con un’attenzione particolare alla narrazione fisica e drammatica. Gli allievi dell’AATH interpretano, tra gli altri, la celebre scena della taverna, offrendo una rara occasione di entrare in contatto con il repertorio originale di Acosta. Constellations, di Cameron McMillan, acclamato coreografo neozelandese, residente ...

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La danza nel film “Moulin Rouge!” con Nicole Kidman

Nel cuore pulsante di Montmartre, sotto il tetto rosso del cabaret più celebre di Parigi, tutto si muove. Tutto danza. Il regista Baz Luhrmann apre Moulin Rouge! come si apre una bottiglia di champagne: con un’esplosione di ritmo, di luci, di vita. Ogni scena di danza è una storia a sé, un piccolo vortice in cui la passione si fa carne, colore, vertigine. La prima danza non è solo spettacolo — è un colpo di tamburo che annuncia la follia. La macchina da presa precipita dentro il Moulin Rouge: gonne che volano, gambe che si intrecciano, lustrini che accecano. Le ballerine urlano, ridono, saltano come in una tempesta di desiderio. Il ritmo è travolgente, quasi impossibile da seguire. Tutto è eccesso: il suono, il colore, l’energia. In pochi minuti Luhrmann ci trascina dentro l’anima del luogo — un santuario della libertà dove la danza è un urlo di gioia, di fame, di vita. È un Can-Can che non obbedisce a nessuna regola: selvaggio, vitale, ubriaco. Poi, come un respiro improvviso, arriva lei: Satine. Dall’alto del soffitto, avvolta in una nuvola di piume e luce, scende lentamente, come un sogno che prende forma. La musica cambia, il tempo si ferma. Nicole ...

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La danza è lo specchio del comportamento e del ragionamento umano

I modelli di vita sono abitudini, convinzioni e comportamenti spesso inconsci che plasmano l’esistenza. Si consolidano durante l’infanzia e si ripetono nell’età adulta. Alcuni portano a risultati positivi mentre altri determinano negatività e paura. Riconoscerli, accettarli ed eventualmente modificarli è fondamentale. La danza è uno strumento potente per osservare e comprendere i pattern comportamentali, individuali e collettivi. Ogni movimento riflette dinamiche interiori e modalità relazionali che spesso sfuggono all’attenzione nella quotidianità. Attraverso la danza, ci si immerge in un processo di profondo ascolto di se stessi. Le ripetizioni dei gesti, la tendenza a preferire una direzione piuttosto che un’altra, l’approccio al ritmo e allo spazio, sono segnali di pattern radicati che rispecchiano anche il modo di affrontare la vita. Per esempio, chi tende a muoversi rigidamente potrebbe rivelare una personalità controllata, mentre chi danza con maggiore fluidità esprime apertura e adattabilità. La danza mette anche in luce le dinamiche sociali. Il modo in cui ci si relaziona agli altri emerge chiaramente durante le improvvisazioni o le coreografie. Osservando una lezione, si possono notare ruoli di leadership, tendenze a collaborare o a isolarsi, e la capacità di fidarsi del gruppo, tutte manifestazioni visibili di schemi comportamentali più profondi. La consapevolezza dunque ...

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Il Regno delle Ombre: analisi storica e coreutica

Nel panorama dei balletti classici del XIX secolo, La Bayadère (1877) rappresenta uno degli esempi più emblematici e profondamente simbolici dell’utilizzo del cosiddetto Regno delle Ombre. Questo momento centrale dell’opera non solo evoca un mondo ultraterreno ma rivela anche una stratificazione culturale e coreutica che merita un’analisi filologica e storica attenta, al fine di comprenderne il significato profondo e la sua influenza sullo sviluppo del balletto classico. La Bayadère, coreografato da Marius Petipa su musica di Ludwig Minkus, fu creato nel contesto della grande tradizione del balletto russo di fine Ottocento, un periodo in cui la danza si evolveva sotto l’influenza del Romanticismo e del Neoclassicismo. Sebbene la storia sia ambientata in un’India idealizzata e immaginaria, il balletto rispecchia temi universali di amore, morte e redenzione, riflettendo anche l’ossessione ottocentesca per il soprannaturale e il mondo oltre la vita. Il celebre Atto delle Ombre, spesso considerato il culmine spettacolare e tematico del balletto, si inserisce in questa tradizione culturale che aveva già visto in precedenza esempi celebri come il secondo atto di Giselle. Tuttavia, La Bayadère espande e trasforma questo topos attraverso una coreografia complessa e una rappresentazione scenica altamente stilizzata. L’Atto delle Ombre si configura come un vero e ...

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