RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Caro Presidente Conte, sono un cittadino, un lavoratore dello spettacolo, una persona.Sembra difficile progettare in questo periodo, sembra impossibile fare tutto. Il settore delle Arti inizia a scalpitare e tra poco le dirette e i tutorial non saranno più sufficienti. Devo dirle col massimo rispetto che siamo troppo importanti per essere lasciati ultimi della lista, perché libri, film, spettacoli dal vivo, tv, mostre, musica, teatro, fanno parte della quotidianità o di grand parte del tempo di tutti. Non di meno, dietro tutto questo c’è un elenco infinito di maestranze (autori, assistenti, macchinisti, sarte…), una fabbrica troppo spesso sottovalutata ma è quella che fa grande il nostro paese, proprio come la pizza e il mare del sud. Le Arti lo sappiamo, sono il simbolo dell’aggregazione e dello scambio e comprendo come sia complesso parlarne proprio in un momento segnato dalla distanza e dalla negazione fisica ma voglio sperare che si riservi di pensarci un po’ di più. Vorrei che la stessa fermezza nel far rispettare le regole a protezione della salute del cittadino sia la stessa per farci ricominciare a vivere, anche a noi di quell’Arte all’ultimo posto, perché è così che ci paghiamo il cibo in tavola, le bollette ...
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