L’Associazione Sosta Palmizi, diretta da Raffaella Giordano e Giorgio Rossi, sarà presente al Segesta Teatro Festival con una doppia performance: DODI e IMA, che avrà luogo giovedì 24 agosto 2023. Entrambi i titoli fanno parte dell’attività complessiva di produzione di Sosta Palmizi, che si fonda su una prospettiva mirata alla valorizzazione dei processi creativi, alla sostenibilità delle nuove produzioni attraverso collaborazioni virtuose con soggetti ed istituzioni culturali, al coinvolgimento del pubblico nei processi di studio e nei percorsi creativi degli artisti sostenuti.
Si tratta di una produzione produzione Sosta Palmizi, Komoco/Sofia Nappi, in coproduzione con La Biennale di Venezia, COLOURS – International Dance Festival, Centro Coreográfico Canal, con il sostegno residenziale Orsolina 28, Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello-CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), Opus Ballet Firenze, Istituto Italiano di Cultura di Madrid, selezionata per Bando Abitante/ Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione CR Firenze. La coreografia è di Sofia Nappi, in scena i danzatori Arthur Bouilliol, Leonardo de Santis, Glenda Gheller, India Guanzini e Paolo Piancastelli.
Dall’ebraico “dono; mio amato”, DODI parte dall’esplorazione dello stato di tormento e insoddisfazione che maggiormente plasma l’esistenza umana. Il desiderio costante di quel qualcosa in più nelle nostre vite può spesso produrre un senso di solitudine e quindi paura. Con il loro incontro e il rispecchiarsi l’uno nell’altro, due entità attraversano un viaggio di auto- esplorazione e accettazione, condividendo onestà di espressione, che richiede una profonda trasformazione e annullamento di stereotipi culturali. Il duetto esprime intimità, fiducia, sensualità, rapporto umano, delicatezza, leggerezza e passione.
DODI offre un senso di profondità della nostra esistenza nel riscoprire la sottile poesia nel rapporto con l’altro, per ritrovare un ascolto profondo del momento presente e nuove possibilità in questa realtà: questo innato senso di tormento appare ora come uno dei doni più preziosi che tutti condividiamo e la consapevolezza di esso ci aiuta ad andare più in profondità, trovare accettazione di noi stessi e infine libertà.
Il nome IMA è un termine giapponese che indica “il momento presente”; in aramaico ed ebraico Ima ha anche il significato di “madre”, nella sua accezione di rinascita e rinnovamento. IMA è stato immaginato durante il periodo di distanziamento sociale: ci siamo ritrovati soli nella nostra vera casa – il corpo – dove la principale dimensione temporale tangibile è il presente, dove il nostro esistere diventa più sensibile alle piccole cose.
In questo spazio, il bisogno di rapportarsi con l’altro da noi, in assenza di contatto fisico, porta a raggiungere un profondo senso di connessione sensibile e nostalgia di co-creazione. Essere soli con il proprio corpo permette di percepire chiaramente che tutto, dentro e intorno, non si è fermato, ma è in continuo divenire in una danza che è interconnessione universale. Una prima breve versione dell’opera IMA è stata presentata al 14° Festival di Danza contemporanea della Biennale di Venezia il 22 ottobre 2020, su commissione della direttrice Marie Chouinard
ORARI & INFO
24 Agosto 2023, ore 19:30
SEGESTA TEATRO FESTIVAL
Teatro Antico Segesta
Area Archeologica di Segesta – Acropoli Nord
Calatafimi-Segesta (TP)
Informazioni e prenotazioni: +39 389 295 9634
Lorena Coppola
www.giornaledelladanza.com
Photo Credits: Salvatore Abrescia – Jaime Martin