Che cos’è la danza?
Una definizione canonica definisce la danza come un’arte performativa in cui una persona o un gruppo di persone si muove seguendo un determinato ritmo musicale, per motivazioni ricreative, rituali, di intrattenimento e professionali. Essa viene anche definita come un insieme di regole e passi codificati secondo lo stile che esprime, inseriti in uno schema preordinato chiamato coreografia.
Ma noi sappiamo che la danza è molto di più.
E’ comunicazione, bisogno umano primario e irrinunciabile di condividere le nostre idee ed emozioni, e va ben oltre strabilianti e complicate coreografie e costumi sfarzosi. Riguarda la comprensione di un’idea e di uno stato d’animo, e la condivisione di quel determinato sentimento con altri, ragion per cui la danza è anche empatia a tutto tondo. Essa sviluppa l’abilità di mettersi nei panni dell’altro, di comprendere il mondo che ci circonda, di osservare con uno sguardo unico il linguaggio del corpo, di cui il danzatore è in grado di udire perfino i toni più sfumati.
Gli esseri umani comunicano attraverso due flussi comportamentali principali, forme verbali e linguistiche, e forme non verbali, come il linguaggio del corpo e le espressione facciali. Per diventare messaggi comunicativi, questi comportamenti devono suscitare una risposta negli altri, ossia devono essere percepiti da un ricevente e devono essere seguiti da uno scambio di pensieri o azioni. Nel caso della danza, la risposta avviene tramite l’applauso del pubblico e la partecipazione trasmessa al danzatore il quale, benché si trovi su un palcoscenico e quindi distante dallo spettatore, ne percepisce chiaramente l’interesse o il disinteresse per ciò che sta facendo.
Talvolta, infatti, il messaggio veicolato dal danzatore o dal coreografo non arriva al destinatario e non produce gli effetti immaginati. Ciò dipende dalle percezioni e dalle esperienze soggettive dello spettatore che ne condizionano ricezione del messaggio. Questo evento tuttavia non toglie importanza alla valenza comunicativa della danza, purché essa non si limiti a mera esibizione, ma si mantenga comunicazione attiva che renda chiaro e fruibile il messaggio.
La danza si esprime attraverso il gesto, un movimento vitale che prescinde da elementi vocali e sonori, e origina dal bisogno del nostro essere più profondo di scaturire in una forza energetica che va oltre le parole, attraverso la tecnica, la resistenza, la disciplina e la creatività. La danza, infatti, utilizza il più potente agente di comunicazione, il corpo, e sfrutta l’energia corporea per esprimere qualcosa di intimo, pervasivo e vitale, una cinestesia che ravviva la percezione della nostra stessa esistenza.
Vista in quest’ottica, la danza agisce anche come mezzo per creare e coltivare legami sociali e culturali, e persino per esprimere aspettative e preferenze sociali e politiche, quindi può anche essere usata come pacifica ed efficace arma di ribellione.
La danza è ascolto, del corpo, del respiro, del ritmo, dello spazio e del processo creativo, come anche delle reazioni che si creano all’interno e all’esterno del danzatore.
La danza è diffusione di cultura. Esistono innumerevoli forme e stili, ognuno dei quali prevede differenti criteri di eccellenza e di preparazione tecnica, e racconta qualcosa del suo background, che si tratti di balletto classico o di Street dance. I ballerini di tutto il mondo e di tutti gli stili, dunque, narrano la loro storia e quella della loro danza, ed esprimono la tecnica e le emozioni nel modo più primitivo e onesto.
Il corpo danzante, infatti, possiede la straordinaria abilità di veicolare una molteplicità di messaggi e di stimolare risposte interpretative in coloro che assistono alla performance. I canali di comunicazione non verbale operano con forza nella danza ed evocano emozioni e percezioni creative anche e soprattutto nel danzatore, il quale sperimenta la straordinaria e sempre più rara esperienza dell’indissolubile connessione tra il corpo e la mente.
Stefania Napoli
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