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La danza migliora la vita dei bambini con disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare del disturbo da deficit di attenzione e iperattività, o ADHD. Esso rientra nella categoria dei disturbi del neurosviluppo ed è una condizione cronica che colpisce milioni di bambini in tutto il mondo, i quali sviluppano relazioni problematiche e scarso rendimento scolastico. L’ADHD comprende una combinazione di problemi persistenti, difficoltà di mantenere l’attenzione, iperattività e comportamento impulsivo. Spesso si protrae fino all’età adulta, con conseguenti problematiche sociali e lavorative.

I bambini con ADHD hanno un sistema nervoso guidato dagli interessi, ossia sono motivati principalmente da attività che li interessano e non da ciò che logicamente ha più senso. Quindi hanno esigenze diverse e un diverso tipo di funzionamento neurologico.

L’autoregolazione, lo sfogo emotivo e l’impegno psico-fisico sono solo la punta dell’iceberg dei vantaggi che la danza può offrire a questi bambini.

Danzare aumenta la circolazione della dopamina e permette di entrare in contatto con gli altri. Muoversi insieme alle persone crea un senso di fiducia e di appartenenza, cosa che molti bambini con ADHD faticano a ottenere da soli.

La danza aiuta a incanalare l’impulsività o le emozioni di rabbia in qualcosa di positivo. Nelle lezioni ci sono chiare e precise aspettative comportamentali, per cui il bambino impara cosa è e cosa non è accettabile in un determinato contesto sociale. Le esibizioni e l’esplorazione di ruoli diversi aiutano a sviluppare consapevolezza di sé, considerazione per gli altri e sensibilità.

Ciò che appare semplice per tutti gli altri sembra molto più difficile per una persona neurodiversa, soprattutto se è un bambino. Vivere queste esperienze conduce a provare vergogna, risentimento e bassa autostima. Prendere lezioni di danza genera un senso di liberazione e gioia.

La danza infatti è altamente stimolante, mentalmente e fisicamente, e aiuta a rimanere concentrati. Seguire il ritmo, coordinare i movimenti a cui associare un’emozione mantengono viva l’attenzione più a lungo. Memorizzare le combinazioni e rimanere nel ‘qui e ora’ durante le lezioni o le audizioni aiuta i ballerini con ADHD a portare queste abilità anche all’esterno della sala danza, a scuola o sulla strada alla guida di un’auto.

La danza inoltre insegna l’importanza della routine e della programmazione. Le lezioni non sono solo ripetitive, ma sono anche coerenti. I controlli esterni degli insegnati sono funzionali a a gestire i sintomi di irritabilità e iperattività.

Molti individui con ADHD sperimentano l’iperfocus, un’intensa fissazione su un interesse o un’attività per un periodo di tempo prolungato. L’iperfocus è un meccanismo per affrontare le distrazioni, contribuisce allo sviluppo di competenze e di un senso di autostima e di realizzazione. Se la danza è l’‘interesse speciale’ di una persona, la sua dedizione e immersione in quell’area sarà vantaggiosa in tutti i campi della sua vita.

La danza infatti promuove l’integrazione emotiva, sociale, cognitiva e fisica, nonché le capacità di coping, quei comportamenti che permettono di tenere sotto controllo e affrontare situazioni o eventi stressanti.

Per chi soffre di ADHD, quindi, i corsi di danza sono e dovrebbero essere considerati più di una semplice attività, ma uno strumento per stare meglio. La sala danza è un eccellente luogo di apprendimento, un posto in cui essere se stessi e ritrovare forza, energia e umanità.

 Stefania Napoli
© www.giornaledelladanza.com

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