Tre capolavori, di diverse epoche del Novecento: il primo appuntamento del Balletto scaligero diretto da Frédéric Olivieri dopo la pausa estiva, sarà un vero tributo alla danza, a quell’arte a cui ogni membro del Corpo di Ballo si dedica fin dalla prima sbarra alla mattina, in un impegno quotidiano che si sublima nell’interpretazione linguaggio e nella creatività dei grandi Maestri, nella loro originalità stilistica.
Simbolo ne è Études di Harald Lander, che torna alla Scala dopo oltre vent’anni, raffinata rappresentazione del lavoro dei danzatori dai difficili anni di formazione verso la perfetta fusione di arte e tecnica, sull’arrangiamento e orchestrazione di Knudåge Riisager degli Studi per piano di Carl Czerny.
Apre la serata ed anche ora sarà una vera vetrina per tutto il Corpo di Ballo nei vari movimenti di un irresistibile crescendo; importante debutto per le attuali forze della Compagnia e gli artisti delle ultime generazioni, questa produzione proprio per la complessità e la attenzione tecnica che richiede, viene concessa solo a specifiche compagnie nel mondo, una piccola élite.
Impegnato un organico di ventiquattro danzatrici (12 in bianco, 12 in nero) dodici danzatori, una ballerina principale e tre ballerini principali: nella recita di apertura, poi il 24, 28 e 30 settembre Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Nicola Del Freo, Marco Agostino; nelle recite del 23, 25 e del 3 ottobre Alice Mariani, Mattia Semperboni, Navrin Turnbull, Gabriele Corrado; nelle recite del 26 settembre e 2 ottobre Martina Arduino, Darius Gramada, Edward Cooper, Marco Agostino.
Cuore pulsante del trittico Petite Mort di Jiří Kylián con il suo fluido inanellarsi di momenti di gruppo e splendidi passi a due dalle diverse tonalità, da quella lirica a quella appassionata e aggressiva, creato sulle sezioni lente di due tra i concerti per pianoforte e orchestra più belli e famosi di Mozart, il n. 23 e il n. 21 (al pianoforte Takahiro Yoshikawa).
Per la ripresa di questo balletto, che vede protagonisti – come recitano le note di sala – ”sei uomini, sei donne, e sei fioretti, che hanno la funzione di essere veri partners danzanti e talvolta di sembrare più indisciplinati e ostinati di un partner in carne e ossa”, vedremo Martina Valentini con Domenico Di Cristo, Agnese Di Clemente con Eugenio Lepera, Giulia Frosi con Nicola Del Freo, Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko, Alice Mariani con Christian Fagetti – in alternanza con Martina Arduino con Gabriele Corrado – Alessandra Vassallo con Marco Agostino.
Nelle recite del 24, 28 settembre, poi 2 e 3 ottobre le sei coppie saranno Stefania Ballone con Matteo Gavazzi, Marta Gerani con Marco Messina, Francesca Podini con Gioacchino Starace, Antonella Albano con Darius Gramada, Martina Arduino con Gabriele Corrado – in alternanza con Alice Mariani con Christian Fagetti – Maria Celeste Losa con Edoardo Caporaletti.
Travolgente la chiusura della serata, con un altro “cult”, Boléro, per un altro mostro sacro della coreografia del Novecento, Maurice Béjart, Non ha bisogno di presentazioni questa icona sulla musica di Ravel, rituale, dalla potente sensualità e trascinante intensità in cui Béjart, affida il ruolo centrale (la Melodia) indifferentemente ad un danzatore o ad una danzatrice, mentre il ritmo viene interpretato da un gruppo di danzatori.
Torna alla Scala con Roberto Bolle, nuovamente protagonista sul mitico tavolo rotondo (nelle recite del 22, 24, 28 e 30 settembre) e con gli artisti scaligeri a cui fu affidato fin dal 2018 il ruolo della Melodia: Virna Toppi (23 settembre e 2 ottobre), Martina Arduino (25 settembre e 3 ottobre), Gioacchino Starace (26 settembre).
In buca l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, sul podio dirige il Maestro Simon Hewett.
Cast data per data sul sito del Teatro alla Scala al seguente link
https://www.teatroallascala.org/it/stagione/2024-2025/balletto/trittico-kylian-bejart-lander.html
Michele Olivieri
Foto di © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
www.giornaledelladanza.com
© Riproduzione riservata