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Nuovo Mercuzio scaligero in “Romeo e Giulietta”: intervista a Christian Fagetti

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Carissimo Christian quali sono i ricordi più belli legati alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala?
Sicuramente sono legato a tanti bei ricordi di quegli anni, ma quello che ho più nel cuore è il giorno del mio diploma! Ero rilassato, tranquillo, sereno ed è andato tutto come desideravo. Erano presenti tutte le persone che più amo, in primis la mia famiglia. Alla fine del diploma il direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di allora Fréderic Olivieri, mi propose di far parte del Corpo di Ballo. Ovviamente accettai subito. È stata la soddisfazione più grande.

Quando hai scoperto la passione per la danza e cosa rappresenta per te questa nobile arte?
All’età di dieci anni la mia migliore amica d’infanzia mi propose di iscriverci a danza moderna. Mi piaceva l’idea, quindi decisi di provarci. Facemmo la lezione di prova e le mie insegnanti dissero a mia madre che ero portato. Da allora non ho più smesso. Già da così piccolo avevo capito cosa avrei voluto fare nella vita, il ballerino. La danza per me è sacrificio, dedizione, libertà, soddisfazione, felicità, tanto lavoro, precisione e pazienza. Tutto questo fa parte di me e del danzatore che vedete sul palcoscenico del Piermarini.

Quando sei entrato per la prima volta in Scuola di ballo, ti saresti poi immaginato di diventare uno dei più ballerini più stimati della Scala?
Innanzitutto ringrazio per questo commento; io non sono dotato di un grande senso di autostima quindi la mia risposta alla tua domanda è ASSOLUTAMENTE NO! Quando entrai in scuola di ballo ero molto indietro rispetto al mio corso. Ho dovuto e continuo a fare un grande lavoro su di me. Mai avrei pensato di arrivare fin qui un giorno…

Quale è il suo stato d’animo prima di entrare in scena?
Sicuramente non sono mai tranquillo! L’emozione c’è sempre ed è giusto che sia così. Quando mi capita di danzare ed interpretare dei ruoli che amo particolarmente, mi sento ancora un bambino che non vede l’ora di salire sul palcoscenico. Quando invece interpreto ruoli particolarmente difficili sia tecnicamente che di resistenza fisica, non ti nego che la preoccupazione c’è.

E cosa provi quando sei in scena, soprattutto sul palcoscenico del Piermarini, una ribalta d’eccellenza nel mondo?
Non è affatto semplice calcare il palcoscenico del nostro Teatro, ma una volta che entro in scena cerco sempre di tranquillizzarmi e di lasciare l’agitazione e le insicurezze dietro le quinte. Ho il privilegio e la fortuna di danzare su quel palco da più di dieci anni, ma ogni volta è come se fosse la prima.

Il momento dell’applauso come lo si può descrivere?
Sicuramente è un momento di gloria. Ti senti amato e soddisfatto, il pubblico ha apprezzato ciò che ha visto e se gli applausi sono molti si è ancora più felici.

Che cosa ha significato una volta diplomato entrare subito nel Corpo di Ballo della Scala?
È stata una cosa più grande di me che andava al di là delle mie aspettative. Non mi sentivo all’altezza. Alla classe del mattino quasi mi vergognavo a fare gli esercizi, come se fossi giudicato da tutti. Salutavo i miei colleghi per i primi mesi con “buongiorno” e “buonasera”, avevo 19 anni ed ero il più piccolo. Dopo pochissimo tempo mi sono ambientato e adesso mi sento a casa.

Tu sei sempre stato fedele al teatro milanese pur avendo ricevuto altre offerte, cosa rende speciale oggigiorno, oltre al prestigio internazionale, l’ensemble scaligero?
Ho sempre voluto crescere a “casa” mia! Ho avuto e sto avendo tanti momenti belli e grandi opportunità anche se non nego che alcuni momenti sono stati estremamente difficili, ma ho la corazza forte e amici e colleghi che mi sono sempre stati vicino. Il Corpo di ballo del Teatro alla Scala è tra le più importanti compagnie al mondo, siamo bravi, lavoriamo bene e abbiamo tante recensioni positive. Sono orgoglioso di farne parte!

Com’è il rapporto con il resto del Corpo di Ballo? E attualmente con il direttore ad interim, il maestro Fréderic Olivieri?
Personalmente non ho problemi con nessuno e sono affezionato a grandissima parte della compagnia. Oltre ad essere colleghi alcuni sono i miei Migliori Amici. Il direttore Fréderic Olivieri mi ha preso in compagnia più di dieci anni fa e adesso mi ritrovo nuovamente sotto la sua direzione. Sicuramente il rapporto è di rispetto reciproco. È un direttore presente nonostante la sua attuale doppia direzione e sono felice che mi stia dando delle bellissime opportunità di crescita artistica…

Tra tutte le tue esibizioni, tournée, gala ecc. qual è stato il momento o l’artista che ti ha maggiormente colpito?
Ho la fortuna di ammirare da molto vicino e di condividere il palcoscenico con grandi stelle della danza internazionali, ma l’Artista che più mi ha colpito è Massimo Murru (attualmente maître della nostra compagnia). La sua eleganza, la sua sensibilità artistica, la sua qualità ed intelligenza nell’approccio alla danza mi hanno sempre incantato. È un artista di grande sensibilità e generosità. Lo stimo e lo ammiro moltissimo.

Nutri altre passioni oltre alla danza?
Da piccolo adoravo disegnare. Prima di entrare in scuola di ballo studiavo “operatore grafico pubblicitario”. Mi è dispiaciuto lasciare quella scuola, anche perché ero portato, ma ho scelto la danza e la Scala. Da un po’ di tempo invece sto pensando di fare un corso di recitazione. Con la nostra arte si sposa a perfezione, può essere solo un grande aiuto per approfondire l’interpretazione dei ruoli. Vedremo…

Cosa ami di Milano e del pubblico di casa?
A Milano c’è tutto quello che serve per vivere bene, è una città ben organizzata. Sono nato e ho sempre vissuto qui, non mi è mai mancato nulla e poi c’è il “mio” Teatro! Tra il pubblico scaligero c’è il gruppetto dei “Loggionisti”. Sono dei grandi ammiratori di opera e balletto, che vengono sempre a vederci. Sono una certezza! So che tra il pubblico ci sono persone che mi apprezzano moltissimo unitamente alla mia danza e posso solo ringraziarle infinitamente per il tifo che fanno per me!

Tra tutti i ruoli danzati quali o quale hai amato di più e perché?
Senza alcun dubbio il ruolo di Rothbart ne “Il lago dei cigni” di Rudolf Nureyev. Al solo pensiero della musica del suo ingresso nel terzo atto mi vengono ancora i brividi, era uno dei momenti più belli per me. È un ruolo sottile, di grande carisma, le difficoltà tecniche sono tutte concentrate in una variazione che è impossibile dimenticare. Rothbart mi ha fatto sentire libero di esprimermi e di sentirmi a mio agio nei suoi panni.

Per tua esperienza com’è lavorare presso uno dei più importanti enti lirici dal punto di vista umano ma anche burocratico?
Il Corpo di Ballo è solo una piccolissima parte delle tantissime persone che lavorano in questa grande casa, eppure con le altre masse è difficile anche incontrarsi, siamo nelle sale ballo dalle 10 del mattino alle 17.30 con una breve pausa pranzo, l’unico momento in cui ci rendiamo conto che esistono altri esseri umani che non siano danzatori, Ci sono tante regole interne da rispettare. Ovviamente è l’unico modo per cercare di vivere al meglio e per far funzionare il Teatro alla Scala. I problemi che sorgono sono risolvibili. Sono felice di lavorare qui e me ne rendo conto ancora di più quando guardo le realtà di altri teatri italiani e non. Siamo fortunati!

Quali sono i tuoi modelli del passato? Ti sei mai ispirato a qualcuno in particolare per la tua tecnica, espressività e per lo stile?
Il “mio modello” non fa ancora parte del passato e ne ho già parlato prima… Murru! in generale cerco di imparare da qualsiasi danzatore che mi può dare qualcosa. Nella danza bisogna essere curiosi, non si finisce mai di imparare, ma mai cercare di assomigliare a qualcuno. Ogni danzatore è unico.

Cosa ti aspetti in un futuro prossimo come crescita professionale ed artistica?
Ho un po’ di sogni nel cassetto e uno in particolare l’ho sempre tenuto per me. Proprio questo si realizzerà a breve e ancora non mi sembra vero. A gennaio alla Scala interpreterò, oltre ad altri ruoli che già ho ricoperto, anche il ruolo di Mercuzio in “Romeo e Giulietta” di Kenneth MacMillan. È un ruolo per me nuovissimo e totalmente differente da quelli che ho interpretato fino ad oggi! Sarà una nuova, bella e grande sfida! Non vedo l’ora!

Michele Olivieri
Foto: Brescia e Amisano, Teatro alla Scala
www.giornaledelladanza.com

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