Torna a Rovereto l’appuntamento con la danza contemporanea.
Sabato al via “Oriente Occidente” dal 3 al 10 settembre 2022. Il titolo della 42esima edizione del festival è “Mediterranei”.
Le novità di quest’anno prevedono il ritorno della musica, un’intera programmazione speciale tra le sale del Mart dedicata agli artisti più giovani e innovativi del panorama performativo italiano, la “Notte della Taranta” e una festa di conclusione della kermesse. 34 appuntamenti per 8 giorni, ospiti 18 compagnie, con provenienze culturali e geografiche differenti. I filoni narrativi che aiuteranno ad orientarsi nella programmazione sono tre: raccontare miti, ascoltare voci, tracciare nuove rotte. L’inaugurazione è affidata all’attuale direttore del Centro coreografico nazionale
di Créteil in Francia, Mourad Merzouki e alla sua interpretazione del mito mediterraneo per eccellenza, quello di Ulisse.
RACCONTARE MITI
MOURAK MERZOUKI, ROBERTO ZAPPALÀ, RAFAELA CARRASCO, LIA RODRIGUES, KUIK SWEE BOON
Prende il via dal mito mediterraneo per eccellenza, la programmazione di Oriente Occidente Dance Festival che invita a tornare sul palco del Teatro Zandonai, Mourad Merzouki con il suo lavoro Zéphyr, (3 settembre, Teatro Zandonai) nel quale i suoi dieci performer interpretano il corpo a corpo di Ulisse con il vento. Il mito di Ulisse torna anche nel duetto firmato da Roberto Zappalà, Naufragio con spettatore che mette in relazione l’Odissea con le odissee contemporanee di cui il Mediterraneo è spesso teatro (6 settembre, Auditorium Melotti). Il noto mito femminile di Arianna è invece affidato al flamenco di Rafaela Carrasco, “bailaora” e coreografa considerata una istituzione di questo genere che ha saputo attualizzare senza rinnegarne le radici: nella sua Ariadna, il flamenco si mette a servizio di una storia senza tempo (8 settembre, Auditorium Melotti).
Definito da Le Figaro come un “inno alla gioia” e da Libération “un rituale contro la dominazione razziale e sessuale”, arriva a Rovereto – per la prima volta in Italia e co-prodotto da Oriente Occidente – Encantado, firmato da Lia Rodrigues, coreografa brasiliana radicale e militante che in questo pezzo nato durante la crisi pandemica, si chiede come fare a “incantare le paure” per ritornare ad avvicinarsi gli uni agli altri (7 settembre, Teatro Zandonai). Dall’Oriente arriva invece grazie a T.H.E Dance Company la storia di Pangu, essere mitologico cinese il cui corpo gigante si rompe per trasformarsi in tutti gli elementi della natura e che diventa per la compagnia di Singapore l’occasione per confrontarsi con il concetto di transculturazione, ovvero il processo di convergenza continua delle culture. Pan, questo il titolo, propone una visione plurale del mondo ed è un lavoro sul riconoscimento delle differenze da ogni punto di vista. Lo sarà anche grazie al contributo di due performer locali: Nana Kofi Osei, rapper di origini ghanesi e Diana Anselmo, presidente dell’associazione Al.Di.Qua Artists, la prima associazione in Europa di artisti e artiste con disabilità (10 settembre, Teatro Zandonai).
ASCOLTARE VOCI
CIE SIAMESE, FOUAD BOUSSOUF, BALLAKÉ SISSOKO, CANZONIERE GRECANICO SALENTINO, TRIO DABAGHYAN
Dopo diversi anni di assenza, torna la musica a Oriente Occidente, sia in veri e propri concerti, che suonata dal vivo in relazione alla danza, per creare spettacoli di grande impatto. Sono canti tradizionali greci, i miroloi, quelli che vengono intonati per gli addii alle persone care, ad accompagnare la danza di Cie Siamese, guidata da Koen Augustjnen e Rosalba Torres Guerrero, che dopo aver raccolto musicisti da tutta Europa e aver debuttato al Festival di Avignone arrivano a Oriente Occidente (4 settembre, Auditorium Melotti). Il lavoro di Fouad Boussouf, che ancora una volta fonde stili, generi e discipline artistiche, è un inno alla musica e alla poesia che mette in scena un immaginario incontro tra la più famosa cantante egiziana contemporanea Oum Kalthoum e il poeta persiano dell’XI secolo Omar Khayyam, ai quali il coreografo rende un emozionante omaggio grazie a sei danzatori e danzatrici in scena accompagnati dalla musica live (5 settembre, Teatro Zandonai).
Il primo invece tra i concerti in programma è A Touma, di Ballaké Sissoko, che all’alba dei suoi 50 anni e con la sua kora – arpa liuto tipica dell’Africa Occidentale – celebra la vita, la natura e le relazioni (3 settembre, Giardino Bridi de Probizer). Una vera e propria Notte della Taranta in miniatura, con il concerto del Canzoniere Grecanico Salentino, rappresenterà la festa di chiusura del Festival (10 settembre, Giardino delle Sculture – Mart).
Oriente Occidente Dance Festival dedica quest’anno uno speciale progetto all’Armenia. Proprio da lì arriva infatti il Gevorg Dabaghyan, considerato il massimo esperto al mondo di duduk, uno strumento tipico, dal 2008 patrimonio Unesco. Dabaghyan, accompagnato da altri due musicisti, inviterà il pubblico in un viaggio sonoro che mescola musica popolare a musica sacra attraverso la tradizione armena (9 settembre, Campana dei Caduti).
Il concerto del trio rappresenta solo uno dei tasselli del più ampio cartellone dedicato dal Festival all’Armenia che include una mostra dal titolo Le guerre degli altri del fotoreporter Roberto Travan, allestita negli spazi espositivi della Campana dei Caduti e inaugurata il 3 settembre – e rimarrà visitabile fino al 4 ottobre – alla presenza dell’autore in dialogo con Alice Pistolesi. Arricchisce il programma un incontro dedicato al Nagorno Karabakh con Emanuele Giordana, direttore editoriale de L’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo il 9 settembre, a seguito dell’importante appuntamento istituzionale durante il quale l’Armenia aderirà ufficialmente al memorandum di pace di Maria Dolens alla presenza dell’ambasciatrice Tsovinar Hambardzumyan, issando la propria bandiera sul Colle di Miravalle. Altro progetto speciale che unisce narrazione e musica è Inaspettate connessioni, di Alessandro Garofalo una conferenza spettacolo dove la musica live e la voce del noto innovatore metteranno in relazione culture diverse come quelle statunitense e giapponese (5 settembre, Sala conferenze del Mart).
TRACCIARE NUOVE ROTTE
CIE COLOKOLO, LUCA BRINCHI/KARIMA DUEG/IRENE RUSSOLILLO, CARLO MASSARI, PABLO GIROLAMI, PIETRO MARULLO, PANZETTI/TICCONI, ANDREA PAZ, GUY NADER/MARIA CAMPOS
Da sempre attento alle istanze e alle nuove traiettorie della danza nazionale e internazionale, Oriente Occidente dedica un’intera sezione al panorama più innovativo della scena contemporanea. “Tracciare nuove rotte” ospita diversi tipi di spettacolo, installazioni museali, videoperformance, spettacoli di strada: tutto ciò che esce dalle più tradizionali traiettorie dell’arte performativa.
La sezione è caratterizzata da una programmazione in seconda serata negli spazi del Mart, che si intreccia con performance pomeridiane e adatte anche alle famiglie e che coinvolgono la città come un vero e proprio attore del lavoro stesso e uno spettacolo in teatro. In questa sezione infatti trova spazio la compagnia libanese/spagnola guidata da Guy Nader e Maria Campos che con Made of space offre al pubblico un’immersione nella danza più pura (9 settembre, Teatro Zandonai).
Al Mart, per la prima volta a Oriente Occidente, e in veste di artisti associati, in calendario ci sono Panzetti/Ticconi, una delle più promettenti compagnie della scena europea. Di base tra Berlino e Torino, Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi lavorano muovendosi su un territorio di incontro tra danza, performance e arte visiva. A Rovereto arrivano con A E R E A e SILVER VEILED due progetti di grande impatto (8 e 9 settembre, Mart). Carlo Massari presenta invece tre lavori: Larva, Blatta e Sapiens, tutti parte del più ampio progetto Metamorphosis. Atti di metamorfosi contemporanea firmato dall’artista associato a Oriente Occidente che continua a raccontare le molteplici sfaccettature della società contemporanea con un linguaggio essenziale e sarcastico (4, 5 e 6 settembre, Mart).
Un’altra “nuova rotta” verrà disegnata dalla coreografa Irene Russolillo che firma il nuovo lavoro If there is no sun insieme ad altri due artisti, Luca Brinchi e Karima DueG, che con lei hanno affrontato il percorso che ha unito Italia e Senegal in un dialogo fatto di gesti e movimenti (3 settembre, Mart). Attraverso la collaborazione con Danza Urbana XL, il network che premia i giovani coreografi più talentuosi torna a Oriente Occidente Pablo Girolami, con la versione site specific di Manbuhsona, il lavoro che unisce la fascinazione del corteggiamento animale alle conseguenze che questo istinto ha sulle relazioni sociali di una comunità (5 settembre, Giardino delle sculture – Mart). Una videoinstallazione e due performance saranno in programma firmate da Pietro Marullo: GAIA EMPATHY #1 JORDAN (dal 3 al 7 settembre, Piazza del Mart), ARANCE – avoid shooting blacks (6 settembre, Mart) e HERMANDAD (6 settembre, Mart), uniti dall’elemento poetico dell’acqua.
La città è invece protagonista di Proyecto X il lavoro della compagnia cileno-catalana Silere Arts di Andrea Paz, che con cubi gonfiabili giganti attraverserà le strade e le piazze facendole diventare un terreno di gioco, un cortile dove ancora è possibile divertirsi insieme (9 e 10 settembre, centro di Rovereto). Rovereto sarà palco anche della performance urbana di Colokolo, primo collettivo di circo contemporaneo marocchino che riunisce performer di diverse discipline che si sperimentano tra acrobazie aree, giocoleria e hip hop su musiche tradizionali (3 e 4 settembre, Piazza Caduti sul Lavoro).
LINGUAGGI
Ad arricchire il programma di Oriente Occidente Dance Festival un’ampia proposta di conferenze e incontri che si terranno nella sala conferenze del Mart per la sezione Linguaggi, curata da Anna Benazzoli, Marzia Bona e Caterina Ghobert. Anche per questa edizione prosegue per Linguaggi la collaborazione con Limes, rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo.
La scelta di titoli e relatori è stata costruita intorno a una visione del Mediterraneo come centro ideale nel quale confluiscono e sul quale gravitano equilibri molto più ampi, il luogo di intersezione e scambio di molteplici universi: culturali, artistici, politici, ambientali, umani.
Una pluralità che coesiste, non sempre in maniera pacifica, nel Mediterraneo e attorno ad esso, in quel mezzo-alle-terre che gli conferisce il ruolo di ponte, raccordo, incontro. A rappresentare questa pluralità difficilmente ascrivibile a un modello geometrico, torna utile lo spazio che è fisico e sociale insieme, dando vita a un percorso di approfondimento che parte, senza fermarsi, dai quattro punti cardinali della rosa dei venti, per proseguire oltre ad essi. A rendere tutto questo reale il ciclo pensato dalle tre curatrici, dal titolo I Mediterranei plurali e concentrici che prevede cinque incontri. Il giornalista Giovanni Vale con Egidio Ivetic, professore associato di Storia moderna all’Università di Padova, attraversano la storia della Repubblica di Venezia (3 settembre, ore 11.30). Torna anche Laura Canali, cartografa di Limes con un intervento dal titolo Mar Mediterraneo sud-occidentale (4 settembre, ore 17.30). Christian Elia, Laila Sit Aboha e Silvia Moresi affrontano invece le sponde arabe del Mediterraneo, cercando di decostruirne la narrazione tossica attraverso l’incontro con la cultura del Paesi del Maghreb (6 settembre, ore 17.30). Marcello Anselmo, storico, ricercatore e autore radiofonico, metterà in relazione Napoli e Marsiglia: amate e odiate, sconosciute e iper-raccontate, pare non condividano solo un affaccio sullo stesso mare (10 settembre, ore 11). Chiude il ciclo recuperando il termine “Medioceano”, Lorenzo Noto, esperto di geopolitica del Mediterraneo nelle fila di Limes, che vede quell’ormai ex “mare nostrum” come il connettore tra due oceani, principale arena della sfida tra Usa e Cina (10 settembre, ore 17.30).
Sara Zuccari