Quando la danza incontra una delle più grandi firme dell’alta moda italiana non può che nascere un binomio avvincente. Roberto Capucci firmerà i costumi del concerto in forma scenica intitolato “Le creature di Prometeo, Le creature di Capucci”. Lo spettacolo si svolgerà il 28 agosto 2020 al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nell’anno in cui ricorre il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven, la Fondazione Carlo Felice di Genova dà vita ad un inedito incontro tra arti. Un evento che mira a celebrare il genio creativo di storici protagonisti distanti nel tempo e vicini nell’estro.
Da un lato troviamo Ludwig van Beethoven con l’unica tra le sue opere nata per il balletto. La composizione in due atti “Le Creature di Prometeo” (Die Geschöpfe des Prometheus), Op.43, commissionata dal coreografo Salvatore Viganò e con debutto a Vienna nel 1801.
Dall’altro Roberto Capucci, maestro dell’alta moda internazionale.
Il grande couturier, innovatore di stile, capace di far dialogare gli abiti con la natura, l’arte e l’architettura, è qui protagonista con una serie di bozzetti dal forte impatto visivo. Le creazioni sono state da poco esposte nella mostra “Capucci Dionisiaco. Disegni per il teatro”. I due processi artistici si incontrano in questa occasione nella loro natura indipendente, distanti nella storia e nella fonte ispiratrice. Linee parallele che si intersecano nello spazio scenico in un insolito connubio da cui nascono nuove possibilità e visioni. I due mondi si ritrovano in una dimensione metaforica. Quella della potenza musicale ispirata alla mitologia, come rappresentazione degli archetipi che plasmano la psiche umana. Inoltre quella di creature “altre” che, come efuvi, appaiono per poi sparire nell’immaginario onirico attingendo alla stessa matrice archetipica.
In occasione del concerto, accompagnato dai movimenti scenici di Simona Bucci, la produzione, a cura di Daniele Cipriani, ha dato il via all’eccezionale realizzazione di 15 costumi dai bozzetti originali di Capucci, esposti nel 2018 a Palazzo Pitti di Firenze.
Un sorprendente repertorio di costumi maschili ispirati dall’idea di una messinscena onirica. Musica e moda insieme, dunque, in un duplice e originale omaggio al genio creativo e alla potenza immaginativa dell’arte.
Roberto Capucci non è nuovo al mondo dalla danza.
Grazie a oltre cinquecento metri di taffetas bianco, argento e ghiaccio realizzò i costumi per le dodici vestali che accompagnavano Carla Fracci e Ghorghe Iancu in un omaggio a Maria Callas, all’Arena di Verona nel 1986. Il balletto ha sempre affascinato il grande Maestro d’alta moda, tanto che molto spesso ha disegnato persino senza avere un progetto di spettacolo a cui lavorare. Per il mondo della danza ha realizzato 380 bozzetti, da cui sono nate due mostre: “Capucci dionisiaco”, a Palazzo Pitti a Firenze, e “Roberto Capucci, abiti per spettacolo”, alla Fondazione Eduardo De Filippo presso Palazzo Scarpetta, a Napoli.
La natura è la sua prima fonte d’ispirazione. Grazie al balletto, però, l’estro creativo del grande genio della moda italiana esplode.
Elena Parmegiani
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