‘Dovrei iscrivere mio figlio a danza classica?’ è un quesito che molti genitori si pongono. Alcuni ritengono che il proprio figlio abbia una predisposizione per una certa attività, altri invece pensano che sia necessario aspettare un’età consapevole e lasciare che il bambino scelga da solo. In ogni caso, è essenziale che un genitore individui e sviluppi le capacità del proprio figlio fin dall’infanzia, che le assecondi e lo aiuti a svilupparle. A volte l’insistenza dei genitori dà un buon risultato: il bambino inizia a comprendere l’arte, fa progressi in campo fisico, psicologico e sociale. Si lascia coinvolgere nel processo di apprendimento della danza e continua a imparare con piacere. Se i genitori insistono troppo però, il bambino potrebbe vivere la partecipazione alle lezioni come un’imposizione e finire per stancarsi e rinunciare. Eppure, molti danzatori famosi hanno dichiarato di essersi avvicinati alla danza classica grazie ai loro genitori e talvolta loro malgrado. Quindi, vale la pena iscrivere a danza un bambino che non vuole studiarla? Certo, non è semplice distinguere i capricci e la pigrizia dalla non attitudine per la danza, anche quando il bambino presenta doti fisiche naturali, ma perché non tentare? Bisogna infatti considerare dei dati certi: la ...
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La danza rende i ballerini più sensibili alle emozioni altrui?
Un recente articolo pubblicato sulla rivista americana Experimental Psychology suggerisce che i danzatori possiedono maggiore sensibilità nel percepire le emozioni nelle altre persone. Ciò è dovuto al controllo sviluppato dal ballerino sul proprio corpo, mezzo di espressione delle emozioni per chi danza. L’esperienza motoria nel movimento infatti modula la sensibilità comportamentale e fisiologica al movimento altrui. E’ questo che si intende quando si parla di empatia nella danza. La danza mette in connessione a livello profondo i ballerini con i loro compagni, i maestri o coreografi, e con il pubblico che assiste agli spettacoli. Tuttavia, questa sensibilità non si ‘riduce’ al momento in cui si danza, ma diventa qualcosa di radicato e profondo che permea l’intera esistenza del danzatore, con i suoi pro e i suoi contro. Essere sensibili ha un prezzo da pagare, si è più permeabili al dolore altrui, quindi si porta un carico emotivamente maggiore. Dall’altro lato, l’empatia è uno strumento prezioso per l’artista e per la persona. Nel mondo di oggi tutto corre velocissimo. Siamo talmente concentrati su noi stessi che non poniamo attenzione agli altri e invalidiamo il senso del vivere in società. Le esperienze artistiche generano un forte impatto e incoraggiano a sperimentare le ...
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