Il contemporaneo nelle sue declinazioni meno prevedibili. E in sinergia sempre più stretta con la Triennale per un dialogo tra i linguaggi dell’arte, della performance, del design, certificato anche dal nome: non più Teatro dell’Arte ma Triennale Milano Teatro.
Cartellone ricco e intrigante quello concepito dal curatore Umberto Angelini per il 2019/20, con appuntamenti da ottobre a febbraio per poi lasciare spazio, da marzo, al festival Fog. E se con la serata psichedelica Parla Ascolta Guarda Fai a cura di Fantom domani si festeggia l’inaugurazione tra performance e musica, il resto della stagione è nel segno dei Classici, rivisti alla luce del presente.
È il caso di Tristan und Isolde del coreografo giapponese Saburo Teshigawara che si confronta con l’immaginario wagneriano, ma anche del talentuoso regista Alessandro Serra con il dittico composto dal pluripremiato Macbettu e dal Giardino dei ciliegi, fresco di debutto alla Biennale. Sono dei classici del contemporaneo anche i tre lavori del duo Tagliarini Deflorian, (Rewind, Reality, Ce ne andiamo per non darvi troppe preoccupazioni) e la ripresa dello storico Otto di Kinkaleri. Attesissimo il portoghese Tiago Rodrigues, per la prima volta a Milano con By Heart e Sopro, molto gradito il ritorno della danza di Mk con Bermudas, da segnalare il Premio Hermès Danza Triennale dedicato a coreografi under 35.
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com