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Un secolo di ballo: la Danza Sportiva in Italia

Danza-Sportiva

La storia della Danza Sportiva è tanto affascinante quanto complicata. La sua evoluzione nel corso dell’ultimo secolo vede protagonisti, prima ancora dell’Italia, la Francia e l’Inghilterra. La cultura francese e quella inglese, contrapposte per secoli per la lingua, l’innovazione, gli eserciti, erano rivali anche nell’ambito sportivo. Alla fine dell’Ottocento, in un’Europa dove si ballava in modo libero da qualsiasi tipo di schema, ognuno ballava come voleva e quello che voleva. Le prime forme di danza agonistica si organizzarono nella Parigi, in piena Belle epoque, capitale del divertimento, della trasgressione e del ballo.

In questo periodo la danza, che aveva avuto in passato prima una funzione di intrattenimento alle feste e poi caratteristiche di un vero e proprio spettacolo, incominciò ad essere sottoposta, nell’ambito del ballo di coppia, ad una serie di schematizzazioni. Ciò avvenne anche in Italia, dove la danza era molto praticata, anche se soprattutto nelle varie forme tradizionali e folkloristiche. I maggiori progressi riconducibili al ballo in chiave sportiva si intuiscono con il nascere dei primi grandi organismi internazionali del settore. Negli anni cinquanta, infatti, due organizzazioni mondiali del ballo, l’ICBD del 1950 (International Council of Ballroom Dancing) e l’ICAD del 1957 (International Council of Amateurs Dancers), nascono per dare impulso sia all’attività pratica sia alla formulazione teorica con l’esigenza di elevare il ballo a Danza Sportiva. Nel 1965 nasce la IDSF (International Dance Sport Federation), decisiva per la costruzione di organismi sovranazionali. Anche se l’interesse per la danza sportiva in Italia è di difficile datazione, è possibile far risalire i primi grandi campioni di danza agli anni sessanta con conseguente divulgazione, in ritardo in verità rispetto agli altri Paesi europei.

Inizialmente interessò le regioni del nord perché più industrializzate e a maggior contatto con le principali nazioni della danza in Europa. Per l’Italia del ballo competitivo fu necessario attendere gli animati anni novanta, in cui oltre 15 federazioni esistenti diedero vita a gare organizzate in ogni angolo del Bel Paese e giurie spesso non proprio in grado di assolvere a tali incarichi. Dopo una serie impressionante di trattative tra vari altri organismi presenti sul territorio nazionale, nasce la FIDS, Federazione italiana danza sportiva, che aggrega, nel suo atto fondativo, piccole realtà dando vita ad un’unica federazione di danza sportiva riconosciuta dal CONI. Con delibera 1355 del 26 giugno 2007, il Consiglio Nazionale del CONI ha riconosciuto la FIDS quale Federazione Sportiva Nazionale, ai sensi dell’articolo 6 comma 4 punto c dello Statuto del CONI ed in applicazione a quanto previsto dall’ articolo 15 comma 3 e 4 del Decreto Lgs. 23 luglio 1999, nr 242 e successive modifiche e integrazioni.

Oggi si pratica la danza sportiva in tutto il mondo. Maestri, teorici, ballerini, campioni, coreografi, pensatori e scrittori si adoperano puntualmente nella realizzazione di manuali e teorizzazioni varie al fine di dare massima trasparenza ad un settore che sembrerebbe essere in crescita, nonostante i recenti scandali, le continue lotte intestine e la maniacale concezione del gareggiare. Vinca il migliore, dunque, ma soprattutto si metta in pratica quel senso profondo di rispetto che vuole la danza, anche quella sportiva probabilmente, la madre di tutte le arti.

 

Massimiliano Raso 

www.giornaledelladanza.com

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