Debutta il 22 aprile a Reggio Emilia, nei saloni del Palazzo Da Mosto, nell’ambito dell’edizione 2018 di Fotografia Europea, In/Finito, un progetto di danza e fotografia per spazi urbani naturali o storici, con la prima mostra intitolata Come non ci fosse un domani. La danza immagina la città. Protagonisti il fotografo Toni Thorimbert, i giovani coreografi Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Hektor Budlla, Philippe Kratz, Roberto Tedesco, Diego Tortelli.
“L’idea di fondo del progetto In/Finito è di mettere a confronto la dimensione, effimera per definizione, del movimento danzato con la fissità della sua rappresentazione fotografica – ha dichiarato il curatore Walter Guadagnini – Due diversi modi di pensare il corpo, di metterlo in dialogo non solo con lo spazio e il tempo, ma anche con l’occhio dello spettatore”. Le foto di Toni Thorimbert non colgono solo i corpi dei danzatori, ma anche luoghi conosciuti o sorprendenti di Reggio Emilia.
Il corpo, e ancor più il corpo danzante, ha la capacità di trasformare la percezione dello spazio nel quale viene visto. Uno spazio degradato si può trasfigurare, così come in uno spazio aulico si possono aggiungere stratificazioni di senso più contemporaneo. Le estetiche si mescolano, le emozioni si articolano e si frammentano a seconda dello sguardo del fotografo. Sei coreografi, tutti giovanissimi, hanno creato delle micro-performance di cinque minuti per singolo danzatore, che sono state eseguite in spazi suggestivi della città.
Il colonnato del Teatro Municipale Valli, la Sala Planisfero della Biblioteca Panizzi, la sezione Spallanzani dei Musei Civici, il sottopassaggio della stazione centrale, il Vicolo delle Rose. Viene così introdotta una necessaria riflessione sull’identità multipla e sfaccettata della città contemporanea, infinitamente più articolata di quanto si trovi a vivere ogni singola categoria sociale. E prende vita un’esposizione fotografica in dialogo con una città e una serie di creazioni artistiche. Ma c’è un secondo livello percettivo. Nello spazio espositivo allestito a Palazzo da Mosto, infatti, i performer si troveranno rinchiusi con un piccolo pubblico ed eseguiranno nuovamente, stavolta con le foto alle spalle, la loro piccola coreografia. Duplicando quei frame ormai resi perenni dall’obiettivo del fotografo e lasciando al pubblico un duplice punto di vista e un duplice approccio emotivo ed estetico alle stesse immagini. Da questa idea percettiva prende avvio il progetto, che inaugura un nuovo indirizzo della Fondazione Nazionale della Danza, improntato alla ricerca di un dialogo profondo con i territori e con le diverse discipline performative ed artistiche.
ORARI & INFO
La mostra ‘Come se non ci fosse un domani’ è aperta dal 20 aprile al 17 giugno
Performance a Palazzo Da Mosto: 22, 27 e 28 aprile, 4, 5, 18 e 19 maggio
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