Il Balletto del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato è in tournée venerdì 23 e sabato 24 novembre all’Opéra de Massy con un programma molto speciale, un doppio omaggio alla danza francese del novecento con estratti e balletti di Angelin Preljocaj e di Roland Petit. Luigi Bonino, Direttore Artistico dei Ballets Roland Petit, ha visionato la ripresa delle coreografie del maestro francese.
Apre la serata la straordinaria Annonciation di Angelin Preljocaj, coreografo francese d’origine albanese appartenente alla seconda generazione della “nouvelle danse”. La coreografia che nel 1997 vince il Bessie Award, è una pièce per due danzatrici che porta in scena un momento chiave della nostra religione, ossia l’incontro tra la Vergine Maria e l’Arcangelo Gabriele. Mentre l’iconografia ha più volte rappresentato questo soggetto, l’arte coreografica no. Angelin Preljocaj affronta con decisione questo tema, dando vita a una tessitura coreografica capace di rappresentare l’idea di un corpo in trasformazione. L’incontro tra le due danzatrici è di grande impatto e sviluppa un dualismo di grande qualità che evidenzia le sensazioni contrastanti: tensione e forza da una parte, morbidezza e fragilità dall’altra. Questo dualismo non solo è particolarmente evidente nella coreografia ma è anche sottolineato dalla musica del compositore canadese Stéphane Roy, in perfetta antitesi con il Magnificat di Antonio Vivaldi. Straordinarie interpreti di questo cameo sono le soliste Giorgia Calenda e Federica Maine.
Il programma prosegue con Le Parc – Suite e vede sulla scena Eleonora Abbagnato, già étoile dell’Opéra di Parigi, con il solista Claudio Cocino interpretare il famoso duetto del bacio e ballare sospesa in aria, sorretta dai quattro giardinieri.
Dopo un breve intervallo, la serata continua omaggiando il geniale Roland Petit con L’Arlésienne, balletto in un atto ispirato al lavoro letterario e teatrale di Alphonse Daudet, creato per il Ballet National de Marseille. I protagonisti della vicenda sono Vivette, Frédéri e l’ombra-ossessione dell’Arlesiana. L’azione si svolge nella giornata della festa di Sant’Eligio: nella piazza del paese, mentre gli amici (8 coppie) di Vivette e Frédéri danzano gioiosi, i due protagonisti promessi sposi non riescono ad amarsi. Frédéri è in balia dell’ossessione per l’Arlesiana, donna di Arles dai trascorsi poco rispettabili che mai compare nel balletto, la cui presenza è però tangibile e influenza le azioni del giovane uomo, che non solo rifiuta l’amore dell’amica d’infanzia, ma impazzisce e si getta dalla finestra del granaio. La scena di René Allio supporta le sfumature dell’azione con un fondale che riproduce un campo di grano giallo-oro sotto un sole infuocato, un paesaggio alla Van Gogh per la festa paesana, una scatola nera e una finestra stilizzata per il dramma. I costumi di Christine Laurent ricreano nella loro semplicità una scena festosa di vita contadina dallo spiccato folclore provenzale. La solista Sara Loro e l’artista ospite Wei Wang sono rispettivamente Vivette e Frédéri e, insieme al corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, portano in scena il tema romantico della passione che conduce alla follia e alla morte.
Eleonora Abbagnato, è poi La rose malade. Nel 1973 al Palais des Sports di Parigi Roland Petit presenta La rose malade, costruito su versi e disegni di William Blake, con l’evocativa musica di Gustav Mahler e i costumi impalpabili di Yves Saint Laurent. Un duetto delicato e gentile, forte e pungente al tempo stesso. Lui, la rosa e la morte che lentamente incombe. La rosa sempre più debole viene allontanata dal suo amato che non può più nulla. L’interpretazione intensa e fragile di una Abbagnato sovrumana si contrappone alla forza terrena del partner, qui il solista Giacomo Castellana che la sorregge con tutto il suo vigore. Questo balletto rappresenta la fragilità disarmante e disarmata dell’essere umano dinnanzi ad un ostacolo insormontabile come quello della morte.
Nel 1974 Roland Petit è il primo a creare un balletto ispirato al romanzo di Marcel Proust À la recherche du temps perdu (Alla ricerca del tempo perduto), con il suo Proust, ou Les intermittences du coeur. Dopo il confronto con Prosper Mérimée (Carmen, 1949), Edmond Rostand (Cyrano de Bergerac, 1959), e Victor Hugo (Notre-Dame de Paris, 1965), il coreografo francese prosegue la sua esplorazione dei capolavori della lettura. Di quell’immensa opera che è la Recherche Petit non attua una mera riduzione, ma piuttosto ne coglie lo spirito, gli umori, condensando le atmosfere e i profumi proustiani in una successione di poetici tableaux. Il passo a due qui presentato, Le Combat des Anges, è tratto dalla seconda parte del balletto, intitolata Quelques images de l’enfer proustien. Protagonisti di questo passo a due maschile, sulla musica di Gabriel Fauré, sono Saint-Loup, angelo della luce, e Morel, angelo delle tenebre.
Roland Petit, nella sua autobiografia J’ai dansé sur les flots (1993), racconta di come una sera, durante una cena a Los Angeles, dopo il dessert, Fred Astaire si alzò in piedi, iniziando a provare i passi di un numero che ballava in gioventù con la sorella Adele, accompagnandoli con delle spiegazioni. Alla fine, rivolgendosi direttamente a Petit, gli suggerì di realizzarne una coreografia per Zizi Jeanmaire. E Petit lo fece davvero, qualche anno più tardi, creando nel 1977, appositamente per Zizi e Luigi Bonino, Cheek to Cheek: celebre duo dal sapore hollywoodiano composto sulla musica brillante di Irving Berlin, con gli eleganti costumi di Yves Saint Laurent. Qui Eleonora Abbagnato lo ripropone ballandolo con il primo ballerino Alessio Rezza.
www.giornaledelladanza.com
Foto di Yasuko Kageyama e Jean Couturier