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“Sentire la Luce”: Paolo Bonciani espone alla Fondazione Livorno

Il 9 maggio 2025, presso la sede della Fondazione Livorno, il pluripremiato fotografo Paolo Bonciani inaugurerà una mostra antologica, dal titolo Sentire la Luce, con più di cento foto scattate a partire dagli anni ‘70 sino ad oggi. Partecipano all’evento Luciano Barsotti, Presidente della Fondazione Livorno, e Giorgio Bacci, curatore della mostra. Riconosciuto come uno dei principali interpreti italiani e internazionali della fotografia di danza, Bonciani si distingue per la sensibilità artistica, la rigorosa preparazione tecnica e una lunga serie di riconoscimenti prestigiosi. Nella sua arte la fotografia è, inoltre, linguaggio coreutico.

Attraverso la lunga collaborazione con il coreografo Micha Van Hoecke, Bonciani, sin da giovanissimo, ha affinato una sensibilità particolare per la danza, che traspare nella composizione dei suoi scatti. Il movimento non viene “fermato” nel classico senso fotografico, ma lasciato vivere, sfumare, a volte persino dissolversi. Questa scelta suggerisce una visione “dinamica” della fotografia, in cui l’immagine cattura un flusso, un’energia più che una forma fissa. L’utilizzo di tempi lunghi, sfocature controllate e tagli inaspettati trasforma il gesto danzato in simbolo. Il corpo si fa traccia, scrittura nello spazio.

Nella sua lunga carriera ha fotografato alcuni tra i più grandi nomi della danza nazionale e internazionale: Carla Fracci, Luciana Savignano, Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Lindsay Kemp, Daniel Ezralow, Antonio Marquez, per citarne solo alcuni. Oltre a questi grandi artisti, Bonciani ha immortalato anche giovani talenti e compagnie italiane e internazionali, spesso durante prove, spettacoli e momenti privati, dando vita a ritratti intensi e autentici della vita del danzatore. La danza è la protagonista principale di Sentire la Luce, un vero e proprio viaggio nelle immagini e nell’arte nella sua espressione più alta.

L’approccio di Paolo Bonciani alla fotografia può essere definito estetico e filosofico: egli adotta un linguaggio visivo che potremmo definire “fenomenologico”, non si limita a descrivere, ma cerca di catturare l’essenza dell’esperienza umana. Il suo stile è sobrio, essenziale, privo di orpelli. La luce, come suggerisce il titolo del progetto, è trattata non come mero strumento tecnico ma come soggetto narrante. È la luce che scolpisce i volti, che definisce i contorni della memoria, che guida l’osservatore verso il significato dell’immagine. Nella sua arte è possibile rinvenire influenze visive del neorealismo italiano, dell’espressionismo fotografico tedesco, e della fotografia documentaria americana.

Nel corpus di Bonciani, Livorno è protagonista silenziosa e onnipresente. La città non è mai sfondo, ma corpo vivente. Il fotografo la osserva nel suo divenire: una città che cambia, che resiste, che si reinventa. In questo senso, Sentire la Luce è anche un archivio storico visivo, una memoria condivisa. Nel percorso espositivo ogni sequenza fotografica è montata con un brano musicale selezionato con precisione quasi chirurgica. La musica non accompagna semplicemente le immagini, ma interagisce con esse, creando un’opera sinestetica. L’effetto complessivo è quello di una “coreografia emotiva” tra suono e immagine: ogni pausa, ogni cambio ritmico diventa parte integrante del significato. È un metodo vicino al cinema d’autore, più che alla tradizionale fotografia espositiva.

Al suo fianco, in tutto il suo percorso artistico, sua moglie, Patrizia Fedi, anch’ella fotografa, con cui ha creato P&P Bonciani Studios. Dal 2005 al 2020, Bonciani ha insegnato fotografia di scena presso il Teatro Goldoni di Livorno. Questa esperienza lo ha portato a riflettere sul senso della trasmissione artistica in un’epoca digitale. Mentre oggi la fotografia è accessibile a tutti, la sua profondità di linguaggio rischia di essere sacrificata all’istantaneità. Nei suoi corsi, Bonciani ha insistito sul valore del tempo: tempo per osservare, per scegliere, per aspettare la luce giusta. Un’eredità pedagogica rara, fondata sull’attenzione e sull’etica dello sguardo.

Oltre ai numerosi premi ottenuti – tra cui il prestigioso primo premio a Mosca e la Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica Italiana – Bonciani ha visto le sue opere esposte in musei e istituzioni culturali di rilievo. In particolare, la presenza delle sue fotografie nei musei di Colonia, Barcellona e Mosca testimonia l’universalità del suo linguaggio visivo, capace di superare i confini locali. La sua è una fotografia che parla un linguaggio umanistico, comprensibile anche a chi non conosce Livorno, perché fondato su archetipi visivi: il lavoro, la danza, il gesto, la luce. Come affermato in unintervista rilasciata al Giornale della Danza, per Paolo Bonciani: “Il compito del fotografo è quello di carpire l’animo di chi danza”.

ORARI & INFO

9 maggio, ore 17:00

Fondazione Livorno

Piazza Grande 23, Livorno

Lorena Coppola

Photo Credits: Paolo Bonciani e Francesco Babboni

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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