
Nel cuore pulsante di Tokyo, tra i grattacieli e i riflessi notturni di Shibuya, il palcoscenico del New National Theatre si prepara a raccontare nuove storie.
La stagione 2025/2026 del National Ballet of Japan sotto la guida della direttrice artistica Miyako Yoshida, affianca la solidità del repertorio classico alla vitalità di creazioni nuove, mettendo in gioco talenti, visioni e sfide mai affrontate prima.
Ritroviamo i titoli che fanno battere il cuore di ogni appassionato: Cenerentola, Raymonda, Il Lago dei Cigni, Manon. Ma quest’anno il classico non è solo riproposto: è ripensato.
Una delle sorprese più attese è la nuova produzione di The Nutcracker firmata da Will Tuckett. In un Giappone che fonde il Natale occidentale con le luci di Tokyo, il coreografo britannico reinterpreta lo Schiaccianoci come un sogno lucido tra infanzia, inquietudine e meraviglia. Un classico, sì, ma con venature teatrali, una narrazione più sottile e un’estetica che promette di stupire.
Arriva per la prima volta in Giappone Robot, l’amour éternel, creazione di Kaori Ito, coreografa e performer che attraversa i confini tra danza, teatro e tecnologia. Una storia che parla d’amore nell’era dell’intelligenza artificiale – o forse della solitudine, dentro e fuori gli algoritmi.
E poi ci sono le opere commissionate direttamente dalla compagnia: su tutte String SAGA di Naoya Homan, che debutterà nell’estate 2026. In programma anche il ritorno di Jessica Lang con Escaping the Weight of Darkness, un titolo che sembra promettere una fuga poetica dalle ombre della nostra epoca.
Nel 2026, il palcoscenico diventa un caleidoscopio con il trittico Ballet Coffret. Tre opere, tre stili, tre modi diversi di intendere la danza:
A Million Kisses to My Skin di David Dawson, dove la tecnica diventa linguaggio puro;
5 Tango’s di Hans van Manen, incontro seducente tra balletto e tango;
Theme and Variations di George Balanchine, apoteosi della forma e dell’eleganza.
Un programma che è una sfida per i danzatori e un invito per il pubblico a esplorare le molte anime del balletto contemporaneo.
Il NBJ scommette sui suoi ballerini, promuovendo una nuova generazione di interpreti: Hanagata Yuzuki, Yamamoto Suzu, Kaminaka Yuki e altri salgono di livello, pronti a confrontarsi con ruoli centrali e a costruire la propria identità scenica.
La compagnia non si accontenta più di essere eccellenza locale: cerca il dialogo internazionale. Le prime giapponesi, le creazioni originali, l’attenzione ai nuovi linguaggi coreografici: tutto punta a rendere il National Ballet of Japan una voce riconoscibile anche fuori dai confini del Paese.
Con tournée all’orizzonte e collaborazioni in fermento, Tokyo si candida ad essere una delle capitali globali del balletto del XXI secolo.
Michele Olivieri
Foto di Yumiko Inoue
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