Annunciata la stagione 2015/2016 dell’Opera di Parigi, la prima a completa direzione di Benjamin Millepied, danzatore e coreografo di origine francese ma cresciuto artisticamente in America, e balzato agli occhi di un grandissimo pubblico con la partecipazione al film Il cigno nero.
E se nel film la sua battuta più significativa era un “no.”, di certo non possiamo dire “no” alle sue scelte per la nuova stagione: 1 gala, 10 serate con nuovi spettacoli, 4 grandi classici del repertorio della compagnia e 2 ospiti internazionali; questa, in cifre, una stagione che si preannuncia molto interessante, perché le scelte del direttore sono mirate a una maggiore esaltazione della danza contemporanea e tuttavia si legano ancora profondamente alla tradizione del balletto, con la scelta di coreografi come Wheeldon, Ratmansky ma anche Merce Cunningham e Pina Bausch.
Tra i classici in scena Bayadère tra novembre e dicembre, Rosas di Anne Teresa de Keersmaeker al Centre Pompidou tra aprile e marzo, Romeo et Juliette tra marzo e aprile all’Opera Bastille e Giselle, insieme al solito Schiaccianoci? Non il solito Schiaccianoci: innanzitutto presentato a marzo e poi per l’occasione rielaborato da Sidi Larbi Cherkaoui, Édouard Lock, Benjamin Millepied, Arthur Pita e Liam Scarlett.
Tra le 10 produzioni invece va segnalato 20 danseurs pour le XX siècle, un progetto ideato da Boris Charmatz, direttore del Musée de la Danse/Centre choréographique nationale de Rennes et Bretagne, e già presentato al Moma e a un Festival berlinese; un progetto che coinvolge gli spazi del Palais Garnier, dove gli spettatori si muoveranno e incontreranno i grandi assoli del Novecento interpretati da venti danzatori del corpo di ballo.
Già presente in repertorio, della coreografa Anne Teresa de Keersmaeker Millepied decide di aggiungere un trittico, in scena da fine ottobre 2015, che percorre un decennio di coreografie, tutte legate dal tema del dialogo e della polifonia, ma soprattutto splendida antologia dello stile della coreografa, da Quatuor n.4 a Die Grosse Fuge a Verlarte nacht.
L’anno francese si chiude invece con la serata Wheeldon/McGregor/Bausch, che ci regala tre grandi momenti della contemporaneità sia musicale (lo spettacolo è in omaggio a Pierre Boulez) sia coreografica, dato che vedremo in scena il primo balletto di Wheeldon a entrare nel repertorio parigino, Polyphonia creato nel 2001 in omaggio ad Agon di Balanchine; ma anche la nuova creazione di McGregor in collaborazione con l’artista Haroon Mirza su musica di Boulez e la bellezza intensa de Le sacre du printemps della Bausch.
In febbraio una serata dedicata a due Jerome della danza: Robbins, con il suo raffinato, musicale ed emozionante Variazioni Goldberg, e Bel, con una nuova creazione ad hoc, dopo la Veronique Doisneau del 2004, che mescolerà ancora danzatori e non danzatori, in un’altra sfida alla maniera di intendere la danza, ma mai contro la danza, come direbbe il coreografo.
In aprile si aggiunge anche una creazione di Peck, In creases, sempre sulla linea di Balanchine e Robbins, presenti nella serata insieme a Ratmansky.
Una selezione da applausi, certo, ma l’arte deve anche “fare domande sul mondo, opporre resistenza”, perché Gli applausi non si mangiano, direbbe Maguy Marin, che infatti viene portato in scena tra aprile e maggio 2016 proprio con la sua creazione più politica e ambiziosa, per portare ancora più in alto e in una scena più contemporanea in tutti i sensi la compagnia.
A chiudere in luglio William Forsythe, con la nuova versione di Approximate sonata, con l’aggiunta al repertorio di Of any if and e una nuova creazione su musica di James Blake, nuovo collaboratore musicale del coreografo, invitato a collaborare come mentore per dei progetti di formazione di coreografi che sono un forte desiderio di Millepied, consapevole della mancanza di coreografi francesi e desideroso di creare un corso di composizione coreografica e di inaugurare una tradizione di residenze coreografiche all’Opera.
Gli ospiti internazionali di alto livello non mancheranno: a gennaio la compagnia Batsheva e a giugno l’English National Ballet.
Un progetto e una stagione ambiziosa e coraggiosa, che speriamo sia modello anche per altri teatri.
ORARI&INFO:
Ballet de l’Opéra de Paris,
Greta Pieropan
Foto : Opera de Paris