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Capodanno alla Fenice di Venezia con Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel

Giovedì 1° gennaio alle 12.20 Rai Cultura propone in diretta su Rai1 il tradizionale evento musicale di inizio anno. Repliche su Rai5 alle 21.20 e il 4 gennaio alle 8.00. Dal Teatro La Fenice di Venezia va in scena il tradizionale Concerto di Capodanno, diretto dal Maestro Michele Mariotti. Il programma propone arie, duetti e brani corali affidati alle voci dei solisti Rosa Feola e Jonathan Tetelman. A rendere l’evento ancora più prestigioso sono gli interventi di danza interpretati dalle étoiles Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel, insieme a Étoiles, Primi Ballerini e solisti del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, impegnati nelle coreografie firmate da Diego Tortelli. Tutti i danzatori vestono abiti firmati da Laura Biagiotti. La regia tv è di Claudia De Toma. Sara Zuccari www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione Riservata

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Un incantesimo di danza alla Scala per San Silvestro

Come ogni anno, la serata del 31 dicembre al Teatro alla Scala si conferma come uno degli appuntamenti culturali più preziosi di Milano e del Paese, e quest’anno la scelta non potrebbe essere più iconica: La Bella Addormentata nel Bosco, nella sontuosa coreografia di Rudolf Nureyev, torna in scena per accompagnare il pubblico verso il nuovo anno con la potenza immaginifica del grande balletto classico. Nureyev trasformò La Bella Addormentata in un monumento al virtuosismo e alla teatralità. Non si limitò a riproporre la struttura petipaiana: la ampliò, la rese più ricca, più esigente, più imperiale. Il risultato – che alla Scala ha una tradizione lunga e prestigiosa – è un balletto che sfida i danzatori sul piano tecnico e lo spettatore su quello emotivo. Ogni variazione sembra scolpita nella musica di Čajkovskij, ogni quadro scenico è un dipinto in movimento. In questa produzione del 2025-2026, il pubblico ritrova l’eleganza sontuosa dei costumi, l’imponenza delle scene e quella qualità coreografica che ha sempre fatto di Nureyev un nome senza tempo. La recita straordinaria del 31 dicembre – programmata alle ore 17 – rappresenta un vero e proprio rito per i milanesi e per il pubblico internazionale che sceglie la città ...

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Sviluppo della tecnica: en dehors, port de bras, aplomb

La tecnica accademica del balletto si fonda su tre principi cardine — en dehors, port de bras e aplomb — che non sono solo elementi tecnici, ma veri e propri pilastri estetici e funzionali dell’arte della danza. La loro costruzione richiede tempo, metodo, consapevolezza anatomica e un approccio progressivo. 1. En dehors: la rotazione come linea e come funzione Che cos’è l’en dehors? è la rotazione esterna dell’anca che orienta piedi, ginocchia e cosce verso l’esterno. Non è un semplice “girare i piedi”, ma un allineamento muscolo-scheletrico coordinato. Come si sviluppa: Potenziamento dei rotatori profondi dell’anca: muscoli piccoli ma fondamentali (piriforme, otturatori, gemelli). Consapevolezza posturale: la rotazione deve venire dall’anca, non dal ginocchio o dalla caviglia, per evitare infortuni. Progressione dalla sbarra al centro: la stabilità data dalla sbarra permette di perfezionare la rotazione prima di affrontare equilibri e trasferimenti di peso. Errori comuni: “Aprire” i piedi senza coinvolgere l’anca (porta a pronazione e instabilità). * Forzare la rotazione oltre le proprie capacità anatomiche. 2. Port de bras: eleganza, respiro e musicalità Che cos’è il port de bras? è il movimento armonioso delle braccia, unito a testa e busto, che crea linee e fluidità. Come si sviluppa: Coordinazione con il ...

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Schiaccianoci in Ungheria: il tour del St.  Petersburg Academic Ballet

Quando gennaio scende sulle città ungheresi, con il freddo che taglia l’aria e i camini che fumano piano, i teatri si trasformano in mondi di meraviglia. È il momento in cui lo St. Petersburg Academic Ballet porta in scena The Nutcracker, lo Schiaccianoci, in una tournée natalizia che unisce tradizione, talento internazionale e la magia senza tempo del balletto classico. Dal 3 al 18 gennaio 2026, le principali città ungheresi ospiteranno questo spettacolo incantato. Dalla storica Szeged con la sua Pick Arena, fino ad altre sale iconiche, ogni teatro diventa il palcoscenico di un viaggio tra sogno e realtà. La musica di Čajkovskij, eseguita talvolta dalle orchestre locali, risuona tra le pareti ornate di luci e sipari, creando un’atmosfera unica. Lo St. Petersburg Academic Ballet è sinonimo di tecnica e poesia: ogni ballerino incarna la disciplina millenaria della danza russa. Aleksei Khamzin, nel ruolo del Principe, trasforma il suo Schiaccianoci in eroe e guida coraggiosa. Daria Dmitrievskaya, nei panni di Maria, incanta con eleganza e leggerezza, trasportando il pubblico in un mondo fatato. Viktoriia Volchkova illumina il palcoscenico con danze esotiche e apparizioni sceniche delicate, contribuendo alla meraviglia visiva dello spettacolo. Ogni passo, ogni pirouette, ogni arabesque racconta la storia senza bisogno ...

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Il direttore artistico e coreografo Enrique Gasa Valga “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? Petite Morte di Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? Théâtre du Châtelet di Parigi. Un romanzo da trasformare in balletto? Faust di Johann Wolfgang von Goethe. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Tango di Carlos Saura. Il costume di scena indossato che hai preferito? Quello per Dionysos nella coreografia di Maurice Béjart. Quale colore associ alla danza? Viola. Che profumo ha la danza? Polvere del teatro. La musica più bella scritta per balletto? Le Sacre di Igor Stravinsky. Il film di danza irrinunciabile? Il film con Mikhail Baryshnikov Il sole a mezzanotte (titolo originale White Nights) diretto da Taylor Hackford. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Carlos Acosta e Kang Sue-jin. Il tuo “passo di danza” preferito? Double revoltade. Chi ti sarebbe piaciuto essere tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico? Albertch di Giselle, me lo sono perso! Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Maurice Béjart. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa Le diresti? Continuiamo a provare… Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Fallimento, ripetizione, amore. Come ti vedi oggi allo specchio? Stanco ma fortunato! Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © ...

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Anniversario del Don Chisciotte di Marius Petipa al Bol’šoj

Il balletto Don Chisciotte nasce come riflesso danzato di uno dei più grandi miti della letteratura occidentale: il romanzo di Miguel de Cervantes El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha. Nel tempo, la figura del cavaliere errante ha attraversato innumerevoli metamorfosi sceniche, ma tra tutte una si è imposta come luminosa costellazione del repertorio classico: quella ideata dal coreografo Marius Petipa sulle musiche scintillanti di Ludwig Minkus, presentata per la prima volta a Mosca nel dicembre del 1869 sul palcoscenico del Teatro Bol’šoj. Il cuore narrativo del balletto non segue tanto le imprese folli dell’hidalgo, quanto una vicenda amorosa vivace e popolare. La giovane e brillante Kitri ama il barbiere Basilio, spirito libero e ironico del villaggio. Suo padre, però, sogna per lei un matrimonio più vantaggioso e vorrebbe darla in sposa al ricco e goffo Gamache. Di fronte al rifiuto, gli amanti fuggono e trovano rifugio in una taverna, dove l’astuzia di Basilio trasforma il dramma in commedia: fingendosi morente, strappa al padre il consenso alle nozze. Quando l’inganno viene svelato, la finzione si scioglie in festa, e l’amore trionfa tra danze e allegria. La storia di Don Chisciotte nel balletto comincia molto prima di Petipa. Già nel ...

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Torna Danzainfiera dal 20 al 22 febbraio 2026 Fortezza da Basso di Firenze

  Dal 20 al 22 febbraio 2026 la Fortezza da Basso di Firenze è il palcoscenico della 20esima edizione di Danzainfiera, l’evento dedicato al mondo della danza, organizzato da Pitti Immagine combinando in giusta misura le diverse componenti – artistiche e culturali, di formazione, industriali e commerciali – della danza, facendole interagire con attenzione ed equilibrio.  Una formula originale e unica in Europa che unisce l’alta formazione e lo spettacolo di Academy & Showbiz – 60 tra accademie italiane ed estere, organizzatori di eventi coreutici, compagnie ed enti di promozione sportiva – alla sezione espositiva e commerciale di Brand & Store – 80 brand di abbigliamento, accessori, attrezzature, a fronte di oltre 500 buyers attesi dall’Italia e da 50 paesi esteri. Tutto questo insieme a un Calendario Eventi di: 15.000 posti in aula dedicati a lezioni, audizioni, masterclass per ballerine e ballerini, 270 eventi tra aule e palchi ed eventi aperti al pubblico, 300 tra scuole, accademie, compagnie, 1000 coreografie esibite sui palchi. Tra gli highlights e novità da non perdere: alla scoperta del fenomeno del pop coreano con gli eventi speciali K-CODE; la nuova area Health &Wellness; gli incontriShowbiz e nuovi trend da Broadway e London, le storiche rassegne ...

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Lo Schiaccianoci di Nureyev – Rai5, Teatro alla Scala [RECENSIONE]

Lo Schiaccianoci di Rudolf Nureyev trasmesso la sera di Natale su Rai5 dal Teatro alla Scala non è una fiaba rassicurante: è un viaggio nella memoria, nel desiderio e nella crescita. In questa storica versione, Nureyev trasforma il balletto natalizio per eccellenza in un racconto psicologico, denso di simboli, dove l’infanzia non è un rifugio ma una soglia da attraversare. La ripresa televisiva ne esalta la ricchezza coreografica e la complessità drammaturgica, permettendo allo spettatore di cogliere dettagli che in sala rischiano di sfuggire. Al centro di questa trasmissione brillano Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, una coppia che incarna con coerenza l’anima nureyeviana del balletto. Nicoletta Manni disegna una Clara intensa, mai leziosa: la sua danza è tutta costruita su una qualità interiore del movimento, su un fraseggio pulito che cresce scena dopo scena. Non interpreta una bambina, ma una giovane donna in formazione, e lo fa con una musicalità raffinata e una presenza scenica che cattura senza forzare. La sua Clara pensa, sogna, ricorda: ogni gesto sembra nascere da una necessità emotiva, non da un semplice virtuosismo. Timofej Andrijashenko affronta il doppio ruolo di Drosselmeyer e del Principe con intelligenza teatrale. La sua danza è nobile ma mai rigida, ...

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Il maestro accademico Walter Madau “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Non ho un vero e proprio balletto classico preferito ma amo tutto il periodo dell’Ottocento (sono un purista). Il balletto contemporaneo prediletto? Sono cresciuto guardando Petite Mort di Jiří Kylián ma nel tempo, maturando, ho scoperto balletti e coreografi geniali. Il Teatro del cuore? Chiaramente per senso di appartenenza la risposta è la Scala, ma il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo ha un posto speciale nel mio cuore, perché sono cresciuto divorando tutti i video della compagnia ed amo molto la forte tradizione che si legge nella loro danza. Un romanzo da trasformare in balletto? Non c’è un romanzo che trasformerei in balletto, ma adoro quando un coreografo come Cranko o MacMillan riesce a raccontare in maniera chiara una storia. Ho una passione per le tragedie! Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Essendo amante dei thriller psicologici non potrei immaginare un balletto che tratta tematiche simili. Il costume di scena indossato che hai preferito? Sicuramente il costume di Lescaut ne L’Histoire de Manon di Kenneth MacMillan, ricordo ancora la sensazione alla prima prova costume. Quale colore associ alla danza? Associo alla danza tutti i colori chiari perché mi rimandano alla purezza, al ...

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A Montecarlo “Ma Bayadère” di Jean-Christophe Maillot

Balletto di grande respiro, Ma Bayadère segna il ritorno di Jean-Christophe Maillot a questo stile narrativo a lui tanto caro, “fatto di emozioni che risuonano in noi, di gesti che ci uniscono“. Allineare un vocabolario accademico a una narrazione che risuona oggi… il credo del coreografo-direttore dei Ballets de Monte-Carlo è rimasto immutato nel corso degli anni. Più innamorato che mai di un lavoro sulle punte che mira all’eccellenza fino all’eccesso, Jean-Christophe lo abbraccia per offrirci la sua reinterpretazione de La Bayadère, un monumento del repertorio classico con cui continua a dialogare. Abbandonando la visione orientalista del balletto di Petipa (1877) pur rendendogli omaggio, Jean-Christophe Maillot ne conserva il nucleo emotivo per rivelare le relazioni umane nei loro aspetti più viscerali e irrazionali. Mentre La Bayadère era ambientata in un tempio indù e tra i suoi danzatori sacri, questa nuova creazione è radicata nella vita quotidiana di una compagnia di danza, per la quale la sala di danza diventa il palcoscenico di una commedia umana graffiante e feroce. Ma Bayadère si preannuncia già come uno dei balletti più personali del coreografo… “Il punto di partenza dei miei balletti non è semplicemente la danza, ma la danza al servizio dell’umanità e ...

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