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Lo Schiaccianoci di John Neumeier in diretta su ARTE TV

Il 29 dicembre 2025 non è una data qualunque nel calendario di fine anno, ma un appuntamento speciale, pensato per chi vive la danza non come semplice spettacolo, bensì come esperienza emotiva e culturale profonda.  ARTE trasmetterà Lo Schiaccianoci nella versione di John Neumeier, una delle reinterpretazioni più celebri, intense e personali mai create su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Non si tratta di una semplice riproposta natalizia. È un invito a entrare in un mondo dove l’infanzia si trasforma, l’immaginazione diventa linguaggio scenico e la danza racconta ciò che spesso le parole non riescono a dire. John Neumeier, coreografo e anima dell’Hamburg Ballet, ha scelto di allontanarsi consapevolmente dalla fiaba tradizionale per costruire un racconto più intimo, quasi autobiografico. Al centro non c’è soltanto la magia del Natale, ma il passaggio delicato dall’infanzia all’adolescenza, osservato attraverso gli occhi di Marie, una ragazza che si affaccia per la prima volta al mondo della danza e del teatro. Il dono che riceve — uno Schiaccianoci e un paio di scarpette da punta — non è un semplice oggetto simbolico, ma una vera soglia narrativa: da quel momento in poi, la scena si trasforma in uno spazio mentale, dove sogno, memoria e ...

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Il primo ballerino Giordano Bozza “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Il lago dei cigni. Il balletto contemporaneo prediletto? Recentemente Playlist di William Forsythe. Il Teatro del cuore? Tutti i teatri: per me sono casa. Un romanzo da trasformare in balletto? Il grande Gatsby. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Molto tempo fa pensavo sempre che Frankenstein sarebbe stata una buona idea per un balletto, e infatti c’è stata una produzione realizzata in collaborazione con il Royal Ballet e il San Francisco Ballet. La coreografia è di Liam Scarlett, la musica originale è di Lowell Liebermann, e scenografie e costumi sono di John Macfarlane. Per me un balletto bellissimo che purtroppo ho visto solo in tv. Spero di poterlo vedere dal vivo e perché no magari un giorno interpretarlo anche. Il costume di scena indossato che hai preferito? Lago dei cigni, primo atto – Patrice Bart. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che profumo ha la danza? Talcato e legno. La musica più bella scritta per balletto? Lo Schiaccianoci. Il film di danza irrinunciabile? 
Billy Elliot. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Carla Fracci e Michail Baryšnikov. Il tuo “passo di danza” preferito? Pirouettes. Chi ti sarebbe piaciuto essere ...

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Rudolf Nureyev, il mito intramontabile

Ci sono figure che attraversano le epoche senza mai diventare nostalgia. Rudolf Nureyev è una di queste. A distanza di decenni dalla sua scomparsa, il suo nome continua a evocare ribellione, genialità e un’idea di danza che non smette di interrogare il presente. Nureyev non è solo un grande ballerino del passato: è un mito vivo, perché ha cambiato per sempre il modo di concepire il corpo, il ruolo dell’artista e il confine tra disciplina e libertà. Nureyev non incarnava semplicemente l’eccellenza tecnica. Era una presenza magnetica, inquieta, impossibile da contenere in uno stile o in una tradizione. Sul palco portava un’energia nuova, quasi selvaggia, che rompeva con l’idea del danzatore maschile come figura di supporto. Con lui, l’uomo diventa protagonista assoluto della scena, non per forza, ma per intensità, carisma e necessità espressiva. Ogni sua apparizione sembrava dire che la danza non è ornamento, ma urgenza. Il mito di Nureyev nasce anche da una scelta che va oltre l’arte: la fuga dall’Unione Sovietica nel 1961. Quel gesto lo ha trasformato in simbolo universale di libertà individuale, di affermazione del sé contro ogni forma di controllo. Ma ciò che rende questa vicenda ancora attuale è il modo in cui quella ...

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A Milano giunge HAIR The Tribal Love – Rock Musical al Teatro Carcano

Dopo un travolgente avvio di tournée all’insegna del sold-out, Simone Nardini MTS Entertainment ha il piacere di annunciare che HAIR The Tribal Love – Rock Musical approda finalmente al Teatro Carcano di Milano dal 30 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026. Lo spettacolo riprende l’acclamata produzione di MTS Entertainment interrotta dalla pandemia, in una versione completamente rinnovata, con un cast di giovani interpreti, selezionati attraverso quattro mesi di audizioni, tra più di 300 talenti con background artistici diversi, provenienti da tutta Italia. HAIR è una produzione Simone Nardini MTS Entertainment in collaborazione con Déjà Donné e il supporto di Teatro Carcano di Milano, Imbonati11 Art Hub e MTS – Musical! The School. Sotto la guida esperta di Simone Nardini, che cura regia, scene e costumi, lo spettacolo si arricchisce delle coreografie di Valentina Bordi e della direzione canora di Eleonora Mosca. Una band dal vivo, diretta da Eleonora Beddini, accompagnerà le performance in un’ambientazione immersiva, che coinvolgerà il pubblico in un’esperienza teatrale unica. Le canzoni iconiche, come Let The Sunshine In, Aquarius e Hair, saranno in inglese, mentre gli altri brani del musical sono stati appositamente tradotti in italiano. Simone Nardini MTS Entertainment è orgogliosa di annunciare che, in occasione di ...

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Eleganza e rivoluzione: Alexander Sakharoff e Clotilde von Derp

Nel panorama della danza del primo Novecento, pochi nomi evocano la stessa aura di mistero, eleganza e rivoluzione come quelli di Alexander Sakharoff e Clotilde von Derp. Uniti nella vita e nell’arte, furono una delle coppie più originali e influenti nella trasformazione della danza in un linguaggio moderno, astratto e profondamente personale. A differenza dei contemporanei più noti come Isadora Duncan o Rudolf Laban, Sakharoff e von Derp scelsero una via quasi mistica, fatta di simbolismo, estetismo e una teatralità che rompeva ogni schema tradizionale. Alexander Sakharoff, nato a Mariupol nel 1886, era un artista poliedrico: pianista, pittore, poi danzatore. La sua formazione musicale influenzò profondamente il suo modo di concepire la danza, intesa non come imitazione del movimento naturale, ma come costruzione formale, come architettura visiva del suono. Clotilde von Derp, nata a Monaco di Baviera nel 1892, proveniva da una famiglia aristocratica e si avvicinò alla danza seguendo una traiettoria simile a quella della Duncan, ma con una sensibilità più sofisticata e intellettuale. Si formò con i migliori maestri del tempo e presto attirò l’attenzione per la sua bellezza statuaria e la sua presenza scenica ipnotica. I due si incontrarono nel 1910, durante un evento artistico a Monaco, ...

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Capodanno alla Fenice di Venezia con Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel

Giovedì 1° gennaio alle 12.20 Rai Cultura propone in diretta su Rai1 il tradizionale evento musicale di inizio anno. Repliche su Rai5 alle 21.20 e il 4 gennaio alle 8.00. Dal Teatro La Fenice di Venezia va in scena il tradizionale Concerto di Capodanno, diretto dal Maestro Michele Mariotti. Il programma propone arie, duetti e brani corali affidati alle voci dei solisti Rosa Feola e Jonathan Tetelman. A rendere l’evento ancora più prestigioso sono gli interventi di danza interpretati dalle étoiles Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel, insieme a Étoiles, Primi Ballerini e solisti del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, impegnati nelle coreografie firmate da Diego Tortelli. Tutti i danzatori vestono abiti firmati da Laura Biagiotti. La regia tv è di Claudia De Toma. Sara Zuccari www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione Riservata

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Un incantesimo di danza alla Scala per San Silvestro

Come ogni anno, la serata del 31 dicembre al Teatro alla Scala si conferma come uno degli appuntamenti culturali più preziosi di Milano e del Paese, e quest’anno la scelta non potrebbe essere più iconica: La Bella Addormentata nel Bosco, nella sontuosa coreografia di Rudolf Nureyev, torna in scena per accompagnare il pubblico verso il nuovo anno con la potenza immaginifica del grande balletto classico. Nureyev trasformò La Bella Addormentata in un monumento al virtuosismo e alla teatralità. Non si limitò a riproporre la struttura petipaiana: la ampliò, la rese più ricca, più esigente, più imperiale. Il risultato – che alla Scala ha una tradizione lunga e prestigiosa – è un balletto che sfida i danzatori sul piano tecnico e lo spettatore su quello emotivo. Ogni variazione sembra scolpita nella musica di Čajkovskij, ogni quadro scenico è un dipinto in movimento. In questa produzione del 2025-2026, il pubblico ritrova l’eleganza sontuosa dei costumi, l’imponenza delle scene e quella qualità coreografica che ha sempre fatto di Nureyev un nome senza tempo. La recita straordinaria del 31 dicembre – programmata alle ore 17 – rappresenta un vero e proprio rito per i milanesi e per il pubblico internazionale che sceglie la città ...

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Sviluppo della tecnica: en dehors, port de bras, aplomb

La tecnica accademica del balletto si fonda su tre principi cardine — en dehors, port de bras e aplomb — che non sono solo elementi tecnici, ma veri e propri pilastri estetici e funzionali dell’arte della danza. La loro costruzione richiede tempo, metodo, consapevolezza anatomica e un approccio progressivo. 1. En dehors: la rotazione come linea e come funzione Che cos’è l’en dehors? è la rotazione esterna dell’anca che orienta piedi, ginocchia e cosce verso l’esterno. Non è un semplice “girare i piedi”, ma un allineamento muscolo-scheletrico coordinato. Come si sviluppa: Potenziamento dei rotatori profondi dell’anca: muscoli piccoli ma fondamentali (piriforme, otturatori, gemelli). Consapevolezza posturale: la rotazione deve venire dall’anca, non dal ginocchio o dalla caviglia, per evitare infortuni. Progressione dalla sbarra al centro: la stabilità data dalla sbarra permette di perfezionare la rotazione prima di affrontare equilibri e trasferimenti di peso. Errori comuni: “Aprire” i piedi senza coinvolgere l’anca (porta a pronazione e instabilità). * Forzare la rotazione oltre le proprie capacità anatomiche. 2. Port de bras: eleganza, respiro e musicalità Che cos’è il port de bras? è il movimento armonioso delle braccia, unito a testa e busto, che crea linee e fluidità. Come si sviluppa: Coordinazione con il ...

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Schiaccianoci in Ungheria: il tour del St.  Petersburg Academic Ballet

Quando gennaio scende sulle città ungheresi, con il freddo che taglia l’aria e i camini che fumano piano, i teatri si trasformano in mondi di meraviglia. È il momento in cui lo St. Petersburg Academic Ballet porta in scena The Nutcracker, lo Schiaccianoci, in una tournée natalizia che unisce tradizione, talento internazionale e la magia senza tempo del balletto classico. Dal 3 al 18 gennaio 2026, le principali città ungheresi ospiteranno questo spettacolo incantato. Dalla storica Szeged con la sua Pick Arena, fino ad altre sale iconiche, ogni teatro diventa il palcoscenico di un viaggio tra sogno e realtà. La musica di Čajkovskij, eseguita talvolta dalle orchestre locali, risuona tra le pareti ornate di luci e sipari, creando un’atmosfera unica. Lo St. Petersburg Academic Ballet è sinonimo di tecnica e poesia: ogni ballerino incarna la disciplina millenaria della danza russa. Aleksei Khamzin, nel ruolo del Principe, trasforma il suo Schiaccianoci in eroe e guida coraggiosa. Daria Dmitrievskaya, nei panni di Maria, incanta con eleganza e leggerezza, trasportando il pubblico in un mondo fatato. Viktoriia Volchkova illumina il palcoscenico con danze esotiche e apparizioni sceniche delicate, contribuendo alla meraviglia visiva dello spettacolo. Ogni passo, ogni pirouette, ogni arabesque racconta la storia senza bisogno ...

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Il direttore artistico e coreografo Enrique Gasa Valga “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? Petite Morte di Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? Théâtre du Châtelet di Parigi. Un romanzo da trasformare in balletto? Faust di Johann Wolfgang von Goethe. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Tango di Carlos Saura. Il costume di scena indossato che hai preferito? Quello per Dionysos nella coreografia di Maurice Béjart. Quale colore associ alla danza? Viola. Che profumo ha la danza? Polvere del teatro. La musica più bella scritta per balletto? Le Sacre di Igor Stravinsky. Il film di danza irrinunciabile? Il film con Mikhail Baryshnikov Il sole a mezzanotte (titolo originale White Nights) diretto da Taylor Hackford. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Carlos Acosta e Kang Sue-jin. Il tuo “passo di danza” preferito? Double revoltade. Chi ti sarebbe piaciuto essere tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico? Albertch di Giselle, me lo sono perso! Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Maurice Béjart. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa Le diresti? Continuiamo a provare… Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Fallimento, ripetizione, amore. Come ti vedi oggi allo specchio? Stanco ma fortunato! Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © ...

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