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Interviste

Stefano Forti: “L’umiltà ed il rispetto stanno alla base di una solida carriera”

Stefano Forti inizia la carriera di danzatore all’età di 17 anni accanto a grandi professioniste come Heather Parisi e Lorella Cuccarini. L’incontro più fortunato è però quello con la grande Raffaella Carrà che lo ha voluto al suo fianco per venti lunghi anni, prima come ballerino e successivamente come coreografo. Sono sue le coreografie delle varie edizioni del fortunatissimo programma Carràmba e di molti spettacoli teatrali. Oggi si dedica completamente all’insegnamento coltivando un sogno molto ambizioso …   Oggi sei un coreografo ed insegnante molto apprezzato. Sei contento del tuo lavoro?   Assolutamente si! Per quello che è stato l’ambiente in cui ho sempre lavorato, la televisione, penso di aver dato e preso tutto il possibile. Ho avuto la fortuna di lavorare per vent’anni con una grandissima professionista come Raffaella Carrà che mi ha dato tanto sia a livello personale che di soddisfazione artistica. Ho fatto una carriera completa iniziando a 17 anni come ballerino e concludendo in tv come coreografo. Oggi mi dedico completamente all’insegnamento della danza alle nuove generazioni a cui dono con piacere tutto quello che ho imparato io in questi anni. Da insegnante qual è la cosa a cui tieni maggiormente? Quello che chiedo principalmente ai ...

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Viaggio con la Danza

“Passi di danza” – Dalla Sicilia il campione di ballo Mirko Stefio si racconta

In Italia l’arte passa anche attraverso la comprensione dei suoi personaggi più significativi. E la danza ci permettere di scoprire uno spaccato di vita spesso non raccontato. Mirko Stefio è piccolissimo quando prende parte ai primi corsi di danze latinoamericane. Vincitore del titolo Italiano nella Classe “Youth 16-18 Anni”, è fondatore dell’Accademia “Fuego Latino” in Sicilia, meta per i migliori ballerini Italiani che accorrono per studiare lo stile molto singolare creato da Mirko. Innamoratosi delle danze caraibiche, che studia nei paesi d’origine, ne diventa campione italiano professionisti. Sei volte Campione d’Italia, entra nel Guinness dei primati per aver conquistato il titolo cambiando consecutivamente ballerina ad ogni edizione del Campionato. Ma conosciamolo meglio il siciliano campione del mondo di danze caraibiche. Sei molto popolare nella tua Sicilia e hai avuto grandi successi internazionali. Per chi non ti conosce, com’è incominciata la tua straordinaria carriera di ballerino? La mia carriera è iniziata all’età di 5 anni circa… tutto per gioco e poi è finita come un lavoro… mi diverto ancora a lavorare… Dalla Sicilia hai dovuto emigrare per migliorare il tuo stile. Quale Paese ti ha dato maggiore spessore tecnico? Ho dovuto emigrare… per altro come tutti i siciliani, e sono andato ...

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“Realtà e coreografi emergenti” – Teatro Laboratorio VI.D.: “L’arte coreutica è una dinamica fondamentale per la veicolazione di contenuti”

Teatro Laboratorio VI.D. è una realtà  operante sul territorio campano, con l’intento di portare una consapevolezza artistica in ambiti di difficile penetrazione culturale. I suoi fondatori, Francesco Visione, regista e drammaturgo, e Melania Visone, danzatrice e coreografa, raccontano il loro percorso al giornaledelladanza.com Teatro Laboratorio VI.D… come nasce questa realtà e in cosa consiste esattamente? Nasce sostanzialmente come un’ambizione visto soprattutto il territorio su cui tentiamo di porre in essere i nostri contenuti e nasce soprattutto dal desiderio di fondere una serie di linguaggi decisamente legati alla strategia contemporanea  da Mejerchol’d  ad Artaud legando questi linguaggi che nascono dalla parola all’uso e alla dinamica del corpo. L’idea di creare un teatro-laboratorio può considerarsi una diretta derivazione dell’elaborazione delle idee di Stanislavskij? Stanislavskij è sicuramente un elemento portante all’interno del nostro lavoro, anche se è solo uno degli elementi, la volontà è proprio quella di parcellizzare i contenuti offerti dalla storia del teatro contemporaneo per poterli utilizzare in maniera quasi totalizzante. Riguardo Stanislavskij, sicuramente c’è la volontà di abbattere la quarta parete, sicuramente c’è l’esigenza legata alle memorie emotive, quindi alla volontà di portare un sentimento reale e concreto sulla scena, ma certamente la sua influenza non è totalizzante, perché poi ...

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Francesco Ventriglia: combatterò fino all’ultimo per la mia compagnia e per tutti i miei ragazzi, fosse l’ultima cosa che faccio

Formatosi alla Scuola di Ballo della Scala dove si diploma nel 1997, entra subito a far parte del Corpo di Ballo del teatro stesso. Nel 1998 debutta come ballerino solista con In the Middle Somewhat Elevated di Forsythe e l’anno successivo Natalia Makarova lo vuole interprete dell’Idolo d’oro nella sua Bayadère. Con Silvie Guillem è Hilarion in Giselle al Metropolitan e al Coven Garden. All’attività di interprete affianca quella di coreografo coinvolgendo spesso danzatori della Scala: tra i suoi lavori ricordiamo La solitudine del gigante, Mandorle e Giallo ‘700 (per la Scuola di ballo scaligera). Nel 2006 crea tre titoli per Roberto Bolle. Nel 2008, su invito di Svetlana Zakharova, ripropone al Bol’šoj di Mosca il Passo a due Black, che l’étoile danza accompagnata da Andrei Merkuriev; subito dopo presenta al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo Contraddizioni, nuova creazione per Ulyana Lopatkina. In quella stessa occasione è anche interprete di un suo lavoro: Stabat Mater su musica di Pergolesi. Nel 2009, su invito ufficiale del Teatro Bol’šoj, crea per Svetlana Zakharova e sei primi ballerini della compagnia moscovita Zakharova super game, sperimentazione multimediale che cementa il sodalizio artistico tra il coreografo e la grande danzatrice russa. Sempre nel 2009 è ...

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“Passi di danza” – Barbara Macioce, il ballo sulla tratta Roma – New York

Per la serie storie dal mondo del ballo, vi propongo il sogno americano di una ragazza romana, una ballerina e maestra di danze caraibiche che per raggiungere il successo è diventata una “pendolare” della danza. Il suo è un racconto sincero che parte dalle parole del più grande maestro al mondo del genere “latin”, Eddie Torres. Per tutta la prima decade degli anni duemila Barbara Macioce ha tenuto stages, spettacoli e lezioni da Milano a Roma e viaggiato su e giù per la Grande Mela. La sua carriera di ballerina non è stata proprio una passeggiata. Pensate ai tanti viaggi tra Roma e New York: ritardi, check in, valigie, insomma Barbara pur di realizzare il desiderio che aveva fin da piccola, ha sfidato tutti e tutto. Ma come è andata a finire questa storia lo sentiamo dalle dolcissime parole di Barbara, un resoconto straordinario della sua passione più forte, il ballo. Voglio subito partire dai tuoi viaggi in America. Com’è iniziata questa avventura? Era un sogno finito nel cassetto quando ero ancora bambina, poi a 23 anni ho conosciuto il Re del Mambo “Eddie Torres” durante un evento a Fiuggi. Dopo aver ballato in pista con lui, mi ha detto ...

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Roberta Mosca: “È importante riempirsi di diversità e accoglierla”

Roberta Mosca, danzatrice italiana formatasi alla Scala e a Stoccarda, attualmente membro della Forsythe Company, ospite del Festival “Pillole – Somministrazioni di danza d’autore” organizzato dall’Associazione PANDANZ a Milano lo scorso marzo, racconta di sé al giornaledelladanza.com. Tu sei un’artista italiana che vive stabilmente all’estero, qual è stato il tuo percorso dall’inizio? Io sono di Biella, una piccola cittadina vicino Torino, ho iniziato nella scuola locale, poi a 11 anni ho superato l’audizione per la scuola della Scala, dove ho trascorso sei anni; successivamente sono andata a studiare all’Accademia di Stoccarda di John  Cranko. Il mio primo lavoro è stato con l’Opera di Vienna con Elena Tchernichova, poi ho lavorato con la compagnia di Uwe Scholz a Lipsia, in seguito sono rientrata in Italia dove per cinque anni ho collaborato con l’Ater Balletto e adesso è da 13 anni che lavoro con la Forsythe Company a Francoforte. Quando sono entrata in compagnia, nel 2000, si lavorava ancora con le punte, anche lui ha coreografato le grandi opere classiche, pian piano poi la compagnia si è trasformata e  da Ballet Frankfürt è diventata la Forsythe Company, una compagnia molto più ridotta e molto più rivolta alla ricerca, con un pubblico più ...

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Alex Atzewi: “Mi piacerebbe avere un teatro tutto mio in cui poter andare in scena tutti i giorni dell’anno”

Alex Atzewi intraprende lo studio della danza jazz con i maestri Daniel Tinazzi, Max Stone e lavora a contatto con realtà internazionali come Elisa Monte, Montreal Ballet, De Mons Groups, Contemporary Holland Artist, Scapino. Nel 1996 forma il gruppo New Dance Concept, che nell’anno 2000 si trasforma in Compagnia a tutti gli effetti. Sempre nel 2000 porta la New Dance Concept a ballare in grandi enti italiani ed esteri con la produzione Cotton Wool. Nell’anno 2001 Atzewi porta in scena la sua seconda creazione Communication, confermandosi come uno dei nuovi coreografi di spicco nel panorama ballettistico. Nel 2007 con la nascita di Puzzle la danza di Alex Atzewi assume nuove sfumature, nuovi particolari interessanti concentrandosi maggiormente sulla quotidianità e sull’essere umano nella sua complessità. Dal 2009, anno della tournè di Le Spectre De La Rose, la compagnia assume il nome di Atzewi Dance Company.   Alex, che momento artistico stai vivendo?   È un momento un po’ particolare perché sto cambiando il mio percorso artistico ritrovandomi a lavorare con nomi importanti del teatro come Beatrice Carbone, Valerio Longo, Leon Cino. Fino ad ora ho sempre lavorato con danzatori che formavo io personalmente, adesso invece mi sto confrontando con artisti già consolidati. A quale delle ...

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Viaggio con la Danza

“Passi di danza” – Matteo Panero, quando il tango incanta

Eleganza, armonia e fantasia sono le parole chiave della danza di Matteo Panero, un ballerino che ha fatto del Tango argentino la sua vita. Vederlo ai numerosi spettacoli teatrali in coppia con la ballerina Patricia Hilliges, con la quale balla dal 1998, è un’esperienza carica di emozioni. Il tango argentino, del resto, non è solo un ballo: è passione e sofferenza è “ un pensiero triste che si balla”. Ecco cosa ci ha confessato Matteo. Come hai scoperto la passione per il tango argentino? Ho iniziato a ballare nel 1995 per puro caso! In quel periodo facevo parte di una compagnia teatrale amatoriale, ma molto intraprendente, e il regista cercava qualcuno disponibile ad imparare il tango perchè voleva fare uno spettacolo su questo tema… io non mi ero proposto, ma mi ci hanno mandato a forza. All’inizio presi la cosa molto in maniera superficiale, ma poi piano piano cambiai idea…  dopo due anno lasciai al compagnia teatrale per dedicarmi solo allo studio e alla pratica del tango. Ricordi i tuoi primi passi tangheri? Beh sì, come si possono dimenticare: il circolo Dravelli di Torino con il suo teatrino, i miei primi insegnanti Ricardo e Sara, tutto il gruppo di appassionati pionieri del tango! A Torino il tango ...

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“Realtà e coreografi emergenti” – Fabio Crestale: “La danza è espressione del suo tempo”

Fabio Crestale, giovane danzatore e coreografo italiano, attualmente a Parigi, si racconta al giornaledelladanza.com Sei partito dalla Scuola Forza e Costanza diretta da Nadja Bussien (prima ballerina al teatro di Mannheim). Per poi perfezionarti in centri di danza in tutto il mondo: Balletto di Toscana Firenze,  Alvin Aley Dance Center di New York, Columbus a Zurigo, Laban Center a Londra, CND a Parigi. Quale stile credi sia stato più determinante nella tua formazione? Non credo che uno stile in particolare abbia segnato la mia formazione come danzatore ma sicuramente tutti hanno contribuito a formarmi. Ho viaggiato molto grazie alle borse di studio vinte e il mio naturale spirito di curiosità mi ha sempre portato a interrogarmi e a voler conoscere nuovi punti di vista. Ho avuto l’opportunità di lavorare con molti coreografi diversi  e in molte compagnie. La tua esperienza di danzatore è altrettanto ricca e variegata, cosa ti è piaciuto di più danzare? Sicuramente l’aver potuto prendere parte al Bolero di Béjart; aver avuto la possibilità di vederlo lavorare con i ballerini è stata un’emozione molto intensa. Sembrava che la sua anima e il suo sentire si espandessero in ognuno di noi. Un altro lavoro che mi ha dato ...

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Beniamin Boar: “L’ispirazione per un artista può essere qualsiasi cosa, la vita stessa.”

Beniamin Boar è nato nel 1978 in Romania e ha studiato danza alla Bucarest Ballet School. Ha continuato i suoi studi negli Stati Uniti e in Germania presso la Hamburg Ballet School, dove ha preso parte a Le Sacre du printemps sotto la direzione di John Neumeier. Dal 1998 al 2000 ha danzato presso la  Operahaus of Kiel. Nel 2001 è entrato a far part della Compagnia Rosas. Attualmente è impegnato in diversi progetti a livello europeo. L’ho incontrato a Milano, in occasione della sua partecipazione al Festival “Pillole – Somministrazioni di danza d’autore” organizzato dall’Associazione PANDANZ. È stata la prima volta per te in Italia come guest artist in un Festival? No, ero già stato in Italia, ma è stata la prima volta a Milano. Com’è nata la collaborazione col Festival Pillole Sono entrato in contatto con Virginia Spallarossa e Roberto Altamura, gli organizzatori del Festival che mi hanno invitato a prenderne parte, attraverso amici del collettivo con cui collaboro e ho pensato di partecipare con Traces, un lavoro basato sull’improvvisazione. Cos’è l’improvvisazione per te? Come vivi questo genere di esplorazione? Io non credo che ogni movimento debba significare sempre e necessariamente qualcosa di speciale, talvolta può essere anche solo ...

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