San Pietroburgo si prepara a una nuova stagione del balletto al Mariinsky, e anche stavolta il sipario si alza su una danza che oscilla tra il peso della tradizione e il respiro di un rinnovamento lento ma costante. La stagione 2025-2026 promette di essere più che un semplice calendario di spettacoli: è un manifesto culturale che rivendica l’identità storica del teatro e, al tempo stesso, accenna a nuove traiettorie artistiche, geografiche e persino politiche. I grandi titoli del balletto imperiale restano il fulcro della stagione. La Bayadère, Il lago dei cigni, Don Chisciotte, La bella addormentata, Raymonda: questi capisaldi continuano a formare l’ossatura del programma, con la consueta precisione filologica e virtuosismo tecnico. La scelta di aprire la stagione settembrina a San Pietroburgo proprio con La Bayadère non è casuale: è un omaggio alla grande scuola russa, ma anche un segnale di continuità, quasi a voler dire che, in tempi incerti, il Mariinsky resta fedele a sé stesso. Ma il cartellone non si limita alla riproposizione del repertorio canonico. Torna Le Corsaire, riprende slancio Le Notti Arabe, mentre alcune produzioni più moderne come Phaedra, Les Noces e Petrouchka riaffermano l’interesse per la sperimentazione coreografica e musicale. In particolare, il ritorno ...
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