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Tour 2025: Jana Salenko e il “Lago dei Cigni” nei teatri italiani

Nel novembre 2025 l’Italia si prepara a vivere nuovamente la magia del balletto più amato di sempre. La compagnia European Classical Ballet, diretta dal maestro Andrey Scharaev, inaugura una tournée che attraverserà il Paese con una nuova versione de Il Lago dei Cigni. Sul palco, l’eleganza e la tecnica si fondono nei movimenti di Jana Salenko, straordinaria étoile dello Staatsballett Berlin, che interpreterà i ruoli speculari e opposti di Odette e Odile. Al suo fianco, Kalle Wigle darà volto e slancio al tormentato Principe Siegfried, portando in scena un’intensa storia d’amore, illusione e redenzione. La tournée si aprirà a Torino il 6 novembre, per poi toccare Ferrara, Roma, Bari, Milano e chiudere con un’ultima serata a Montecatini Terme il 12 novembre. Ogni tappa propone scenografie sontuose, costumi ispirati alla tradizione imperiale russa e una cura musicale che rispetta l’anima di Čajkovskij. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione riservata

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European Classical Ballet: la tournée italiana di “Swan Lake”

Dal 6 al 12 novembre 2025 l’European Classical Ballet, diretto da Andrey Scharaev, sarà protagonista di una tournée italiana con una nuova produzione de Il Lago dei Cigni, su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Al centro di questa rilettura si distingue, nel duplice ruolo di Odette/Odile, la straordinaria Jana Salenko, prima ballerina dello Staatsballett Berlin e interprete tra le più raffinate del repertorio classico, affiancata da Kalle Wigle nel ruolo del Principe Siegfried. La compagnia, composta da oltre trenta danzatori provenienti da diverse accademie europee, si distingue per la compattezza stilistica e l’equilibrio tecnico che caratterizzano ogni sezione coreografica, dalle danze di corte alla celebre scena dei cigni bianchi. La produzione si muove nel solco della tradizione coreografica di Marius Petipa e Lev Ivanov, conservandone l’impianto drammaturgico ma condensandolo in due atti di intensa coerenza narrativa. La riduzione, curata da Scharaev, non altera l’equilibrio tra virtuosismo e lirismo. L’approccio è filologico e rispettoso, ma attento alla leggibilità contemporanea, con un ritmo più dinamico e una resa visiva adatta alle esigenze della tournée. L’impianto visivo unisce fondali pittorici e proiezioni digitali, mentre costumi e luci mantengono la grazia del repertorio ottocentesco. L’allestimento privilegia un’estetica sobria e funzionale, con scene mobili e ...

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Il fotografo della danza Alessio Buccafusca “allo specchio”

Balletto classico preferito? Il Lago dei cigni. Balletto contemporaneo preferito? La Sagra della Primavera di Maurice Béjart. Il Teatro del cuore? Il Teatro San Carlo di Napoli. Un romanzo da trasformare in un balletto? Il Codice da Vinci scritto da Dan Brown. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Casablanca per la regia di Michael Curtiz, con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Il costume che hai visto indossato in scena e che hai preferito? Il tutù nero del Lago dei Cigni. Quale colore associ alla danza? Il bianco come quello del Lago dei Cigni. Secondo te che profumo ha la danza? Il profumo del mare. La musica più bella scritta per il balletto? Quella del Lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Carla Fracci e Paolo Bortoluzzi. Due miti della danza del presente, maschile e femminile? Eleonora Abbagnato e Roberto Bolle. Da fotografare qual è il tuo “passo di danza” preferito? L’Arabesque. Tra i ruoli del grande repertorio del balletto classico quale ti affascina maggiormente? Sicuramente quello di Giselle. Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? Maurice Béjart che ha regalato a milioni di persone i suoi ...

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Eugene Ballet inaugura la stagione con la prima mondiale “Dracula”

Con l’arrivo di novembre, l’Eugene Ballet ha aperto la stagione 2025/26 con un debutto di grande impatto: la prima mondiale di Dracula, una nuova creazione firmata dalla coreografa Suzanne Haag. Lo spettacolo, andato in scena il 1° e 2 novembre, segna una doppia rinascita per la compagnia. Da un lato, rappresenta il primo balletto a serata intera ideato da Haag; dall’altro, coincide con l’inizio della direzione artistica di Jennifer Martin, che raccoglie il testimone da Toni Pimble, storica guida dell’ensemble per quasi cinquant’anni. Questa versione di Dracula non si limita a reinterpretare la leggenda del celebre vampiro: la trasforma. Haag costruisce una narrazione coreografica nuova, più intima e psicologica, dove il movimento diventa linguaggio emotivo e il mito gotico si rinnova in chiave contemporanea. Un nuovo capitolo, dunque, per l’Eugene Ballet: tra tradizione e sperimentazione, la compagnia mostra il coraggio di riscrivere i classici e di reinventarsi, aprendo una stagione che promette profondità e audacia artistica. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione riservata

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L’estetica è la grammatica della danza classica

Ogni gesto, ogni posa, ogni equilibrio nella danza classica accademica è il frutto di un processo di stilizzazione che ha come scopo non la semplice bellezza, ma l’ideale. Qui l’estetica non è ornamento: è fondamento. È la grammatica invisibile che guida l’occhio e l’emozione. Dietro la leggerezza apparente si cela un corpo che ha imparato a dominarsi e a farsi forma pura. Sul palco, la danza classica costruisce un mondo coerente: i costumi amplificano la geometria del corpo, la musica lo guida con rigore e passione, la scenografia crea lo sfondo di un altrove immaginario. Tutto concorre a generare una dimensione estetica totale, in cui nulla è lasciato al caso. Il balletto, in questo senso, è un rituale visivo: eleganza, controllo e armonia si fondono per produrre un’esperienza quasi spirituale. L’estetica della danza classica resiste come un gesto nitido: l’en dehors e la simmetria delle linee non sono scelte stilistiche. Sono uno spazio di perfezione in cui il tempo si ferma e il corpo sogna. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com ©️ Riproduzione riservata

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Annunciati i danzatori 25/26 al National Ballet of Canada

Hope Muir, Joan e Jerry Lozinski, Direttrici Artistiche del National Ballet of Canada, hanno annunciato la formazione dei ballerini per la stagione 2025/26. Si uniranno alla compagnia tre nuovi ballerini principali: Chase O’Connell, Beckanne Sisk e Agnes Su, e due nuovi membri del Corpo di Ballo: Chase Hanson, proveniente dal Kansas City Ballet, e Ana Zamora, promossa dall’RBC Apprentice Programme, oltre a sei nuovi apprendisti RBC. È un vero piacere iniziare la stagione 2025/26 dando il benvenuto a cinque nuovi membri della compagnia e a sei apprendisti RBC al National Ballet of Canada. Questi straordinari artisti si uniscono a noi da Canada, Stati Uniti, Europa, Giappone, Corea del Sud e Cuba, portando con sé una vasta gamma di esperienze, nuove prospettive e competenze eccezionali. Non vedo l’ora di vedere come contribuiranno alla nostra identità artistica”, ha affermato Muir. “Sono anche entusiasta di dare il benvenuto alla brillante Sofiane Sylve come nostra nuova artista in residenza. Con una straordinaria carriera sia come performer che come leader artistica, Sofiane fornirà un mentore inestimabile ai nostri ballerini. Sofiane Sylve entra a far parte del National Ballet come artista in residenza. Sylve è un’artista di fama internazionale, la cui carriera comprende ruoli principali presso ...

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La danza classica torna utile in ogni ambito della crescita

Ci sono passioni che nascono presto, a volte già davanti a uno specchio o osservando un passo di danza in televisione. La danza classica è una di quelle magie che cattura i bambini per la sua eleganza, la musica e la sensazione di libertà che nasce dal movimento. Ma dietro il fascino del tutù e delle scarpette di raso, c’è molto di più: un percorso educativo completo che accompagna i piccoli nella crescita fisica ed emotiva. Fin dai primi anni, la danza classica aiuta i bambini a conoscere il proprio corpo e a comunicare attraverso di esso. Imparano che un gesto, un passo o una semplice posizione possono raccontare emozioni. In un mondo in cui i bambini trascorrono sempre più tempo seduti o davanti agli schermi, la danza rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire il piacere del movimento e della presenza fisica. La danza classica è una scuola di vita. Insegna la disciplina, la concentrazione e la costanza — qualità che torneranno utili in ogni ambito della crescita. Allo stesso tempo, per i più piccoli la lezione è anche un momento di gioco, fantasia e scoperta. Attraverso esercizi semplici e divertenti, i bambini apprendono le basi della tecnica senza perdere il ...

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“La Scala al Teatro Valentino Garavani 25/26”

È stata presentata domenica 26 ottobre al Teatro Valentino Garavani di Voghera la stagione teatrale 2025/2026 dal titolo Abitare le emozioni, alla presenza del Sindaco Paola Garlaschelli, del Presidente della Fondazione Teatro Sociale di Voghera Giuseppe Cavagna di Gualdana e di Anna Lea Antolini, Direttrice Artistica della Daniele Cipriani Entertainment, con la moderazione di Gian Luca Bauzano, firma del Corriere della Sera. Durante la conferenza stampa il Sindaco del Comune di Voghera, Paola Garlaschelli, ha dichiarato: “Il Teatro Valentino Garavani è il simbolo di una città che guarda avanti e che torna a fare comunità e futuro attraverso la cultura. Dopo anni di impegno e di lavoro, oggi possiamo dire che Voghera ha ritrovato uno dei suoi cuori culturali più autentici. Ringrazio chi ha lavorato con noi, con passione, per questi risultati. La stagione presentata oggi è un ulteriore salto di qualità che racchiude la nostra volontà di rendere il Teatro un luogo di incontro per tutti, dove la cultura diventa esperienza, dialogo e crescita condivisa. Sarà una stagione di grandi nomi e altrettanto grandi emozioni”. Alle sue parole sono seguite quelle del Presidente della Fondazione Teatro Sociale di Voghera, Giuseppe Cavagna di Gualdana: “Il Teatro Valentino Garavani rappresenta una ...

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I regali lussuosi alle ballerine romantiche dell’Ottocento

Nel velo sottile della danza romantica dell’Ottocento, oltre ai passi leggeri e alle luci soffuse dei palcoscenici, si nascondeva un universo di passioni e simboli segreti. Tra le pieghe dei tutù vaporosi e le frange delicate dei veli, fiorivano anche i regali preziosi, offerti dagli ammiratori alle loro muse eteree: le ballerine. Quei doni erano più di semplici oggetti: erano messaggi d’amore sussurrati in segreto, promesse di devozione, simboli tangibili di un sentimento spesso proibito o inaccessibile. Gli ammiratori dell’epoca non badavano a spese. Collane di perle, fili di diamanti, orecchini scintillanti, bracciali d’oro finemente lavorati, tutti pensati per illuminare il viso delle stelle del balletto. Le perle, con la loro purezza e la loro lucentezza discreta, erano il regalo più ambito, simbolo di innocenza e mistero, proprio come le figure eteree che queste ballerine incarnavano sul palco. C’erano anche i ventagli intarsiati d’avorio e dipinti a mano, oggetti di rara eleganza, usati non solo come accessori, ma come strumenti di una conversazione segreta fatta di sguardi e movimenti leggeri. Un ventaglio poteva racchiudere un messaggio, una dichiarazione d’amore, un invito sottile. Non mancavano, naturalmente, i fiori: mazzi di rose, gigli e orchidee, ma non semplici fiori. Venivano spesso portati ...

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Due piccole scarpe che, da due secoli, avvicinano al cielo

C’è un momento, nel buio ovattato di un teatro, in cui il silenzio si spezza solo dal fruscio di un tutù. Poi, un passo: la ballerina si solleva sulle punte, e tutto il mondo trattiene il respiro. Quell’istante di sospensione — fragile e potente insieme — racchiude secoli di arte, fatica e ingegno. Ma come sono nate, davvero, le punte? Nel Settecento, quando la danza era ancora un gioco di grazia e non di levitazione, le ballerine indossavano semplici pantofole di seta. Si muovevano leggere, ma i loro piedi restavano saldamente ancorati alla terra. Fu l’epoca delle pionieristiche Marie Camargo e Marie Sallé, donne audaci che liberarono la danza dalle gabbie del costume barocco, ma ancora non dalle leggi della gravità. Tutto cambiò nel 1832, quando Marie Taglioni, in La Sylphide, salì sulle punte con la grazia di un essere non terreno. Non fu solo un gesto tecnico: fu un atto poetico. Le sue scarpe erano tutt’altro che confortevoli — sottili, senza rinforzi, più vicine a delle torture che a strumenti di scena. Ma in quell’ascensione si compì una metamorfosi: la ballerina diventava spirito, l’umano diventava sogno. Da quel momento, il volo divenne la missione del balletto. Le punte non ...

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