Per non dimenticare la violenza che ancora oggi aleggia con la sua presenza nel nostro mondo civile, Virgilio Sieni porta a Fabbrica Europa il suo Sonate Bach di fronte al dolore degli altri, un insieme di undici coreografie portate in scena già dal 2002 che parlano degli uomini, delle donne, dei bambini uccisi, massacrati, mutilati in guerre, conflitti, faide ed esplosioni, come corpi che cadono, legami che si perdono in esodi, assedi e stragi. Ricordano undici date emblematiche che ci portano a Sarajevo, a Kigali in Rwanda, a Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul, accompagnate dagli undici brani che compongono le tre Sonate di J.S.Bach. Una danza che qui afferma lo sforzo di evocare da queste macerie di esistenza, una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto. Colpisce quanto la danza e la coreografia sappiano dirci attraverso un movimento spiazzante che si disarticola nello scheletro, un sorreggersi di corpi, il cedere nelle ginocchia dell’altro e ancora quei cerchi o quello stare tutti insieme con le braccia aperte come in preghiera, una danza organica, nutrita da un lungo lavoro di osservazione, di meditazione, fatto durante la costruzione dello ...
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