Ancora pochi giorni di attesa e poi il TorinoDanza Festival sarà invaso dall’energia di ben 18 danzatori della famosissima Batsheva Dance Company, pronti a portare in scena la pièce Sadeh21 di Ohad Naharin. Il coreografo, che ha fatto il suo debutto mondiale al Festival di Israele2011, ha creato un lavoro “audace”, una coreografia assai densa di sensazioni da non aver paura di confrontarsi con il silenzio, il vuoto e l’impatto pieno di emozioni nude. Atmosfere sottili, sfumate, in cui l’assenza – di suono, luce e colore – sono forti come una presenza, mosse da una colonna sonora ovattata, con suoni appena percettibili. Sadeh21 è un fertile campo di contrasti, un lavoro coinvolgente, dove i movimenti dei danzatori esprimono una forte immersione nell’isolamento, abisso di curiose dissonanze. Uomini in abito da sera neri incuranti dei diktat sociali, donne che suonano chitarre immaginarie e un ballerino che arringa il pubblico in una lingua incomprensibile: Sadeh21 è un lavoro pieno di sorprese, che congeda il pubblico con una sensazione di luminosa libertà e l’esperienza liberatrice di sentimenti contraddittori. Naharin si allontana dalle classiche categorie narrative, ma tutto ciò non significa che non stia raccontando una storia. Ogni movimento e ogni scena, ogni singolo elemento ...
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