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Civitanova Marche al via l’edizione 2025 di NID Platform – La nuova piattaforma della danza italiana

NID Platform – La nuova piattaforma della danza italiana, prestigiosa vetrina itinerante ideata per promuovere e diffondere la più recente produzione coreografica nazionale nel contesto italiano e internazionale, si svolgerà quest’anno a Civitanova Marche, dall’1 al 4 ottobre 2025. Gli obiettivi della manifestazione, che giunge alla sua nona edizione, sono, fin dalla fondazione, strategici: offrire visibilità a compagnie affermate e ad altre emergenti, valorizzando la molteplicità di espressioni che animano la scena coreutica contemporanea; favorire nuove cruciali connessioni con realtà estere, in una prospettiva di rilancio e apertura internazionale della nostra scena; chiamare a raccolta artisti e personalità di spicco nonché programmatori e distributori italiani e stranieri, appassionati, istituzioni, giornalisti che, come in un vero e proprio festival, potranno assistere, nell’arco di quattro giorni, a un programma articolato di spettacoli e performance.   Nata nel 2012 come manifestazione biennale, su iniziativa di alcuni operatori della distribuzione della danza riuniti in R.T.O. (Raggruppamento Temporaneo di Operatori – ADEP/FEDERVIVO-AGIS), e divenuta annuale da due anni, NID Platform 2025 è realizzata con il sostegno della Direzione Generale Spettacolo del MiC, della Regione Marche, del Comune di Civitanova Marche e dell’Azienda Teatri di Civitanova. AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali – Circuito Multidisciplinare Regionale è il partner capofila e organizzatore nominato quest’anno da R.T.O. Il titolo scelto per questa nuova ...

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Suzhou-Ballet

TAM – Suzhou Ballet Theatre: “The Love Bridge – A Ballet Collection”

Il 20 settembre 2025 il TAM – Teatro Arcimboldi Milano apre le proprie porte a un debutto attesissimo: per la prima volta arriva in Italia il Suzhou Ballet Theatre, unica compagnia professionale di balletto della provincia di Jiangsu, fondata nel 2007 e oggi guidata da una delle figure più luminose della danza mondiale, Tan Yuanyuan. L’appuntamento si preannuncia come un evento di rilievo per la scena coreutica nazionale, non solo per l’occasione di scoprire da vicino l’identità artistica di una compagnia che ha saputo definire un proprio linguaggio, ma anche per il valore simbolico di un programma che unisce Oriente e Occidente sotto il segno universale dell’amore. Il titolo della serata, The Love Bridge – A Ballet Collection, non è casuale: il filo conduttore è proprio l’amore nelle sue infinite declinazioni, affrontato come forza eterea e poetica ma anche come energia viscerale e primordiale, capace di travolgere, sacrificare e rinascere. Il viaggio inizia con The Dream Interrupted, ispirato all’opera Kunqu The Peony Pavilion, pietra miliare del teatro classico cinese. Qui la vicenda amorosa di Du Liniang e Liu Mengmei diventa un intreccio sospeso tra sogno e realtà, dove la delicatezza del gesto e l’intensità emotiva trovano un equilibrio raro. Segue ...

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Alla Scala tre capolavori in omaggio all’arte della danza

Tre capolavori, di diverse epoche del Novecento, in omaggio all’arte della danza e ai danzatori, che sublimano il loro impegno quotidiano nelle emozioni dei balletti che riportano in vita, entrando nel linguaggio e nella creatività dei grandi Maestri e nella loro originalità stilistica. Simbolo ne è Études di Harald Lander, che torna alla Scala dopo oltre vent’anni, raffinata rappresentazione del lavoro dei danzatori dai difficili anni di formazione verso la perfetta fusione di arte e tecnica. Quella che viene esaltata anche nel gioiello coreografico di Jiří Kylián Petite Mort, su due tra i concerti più belli e famosi di Mozart, e nella potente sensualità e trascinante intensità del balletto-icona di Béjart sul Boléro di Ravel, che ritrova sul mitico tavolo rotondo per alcune recite l’étoile Roberto Bolle. 22, 23, 24, 25, 26, 28, 30 settembre; 2, 3 ottobre 2025 TRITTICO LANDER / KYLIÁN / BÉJART Études Balletto e coreografia Harald Lander Musica Carl Czerny Adattamento e orchestrazione Knudåge Riisager Coreografia ripresa da Johnny Eliasen Consulenza artistica Lise Lander Luci Teatro alla Scala da Harald Lander Produzione Teatro alla Scala Petite Mort Coreografia e scene Jiří Kylián Coreografia ripresa da Elke Schepers Musica Wolfgang Amadeus Mozart Costumi Joke Visser Luci Jiří ...

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Gene Kelly: anniversario della nascita di una leggenda

Il 23 agosto del 1912 nasceva a Pittsburgh, in Pennsylvania, Eugene Curran Kelly, destinato a diventare semplicemente Gene Kelly: danzatore, attore, coreografo, regista e produttore, ma soprattutto un innovatore che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui il cinema si muove. Nel celebrare il suo anniversario, non rendiamo omaggio solo a un artista del passato, ma a una figura che ha rivoluzionato l’immaginario collettivo della danza sullo schermo, trasformandola in qualcosa di più che un momento di spettacolo: in un linguaggio narrativo, in pura emozione visiva. Quando si parla di Gene Kelly, l’immagine che viene immediata alla mente è quella del suo iconico numero sotto la pioggia, cappello e ombrello in mano, in Singin’ in the Rain. Gene Kelly ha portato nel cinema un tipo di danza maschile nuova: atletica, virile, popolare. Non l’eleganza aristocratica di Fred Astaire, ma un’energia muscolare, terra-terra, capace di parlare anche alla classe operaia da cui proveniva. Le sue coreografie erano dinamiche, spesso fuse con lo spazio urbano – scale, marciapiedi, palazzi – e anticipavano una concezione moderna e cinematografica della danza. Dietro l’apparente leggerezza dei suoi movimenti si nascondeva un rigore tecnico quasi scientifico. Kelly era perfezionista, pignolo fino all’ossessione. Ma era anche ...

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Re Ludwig e la danza: sogno, libertà, arte, movimento

Nel panorama dei sovrani europei del XIX secolo, pochi sono stati tanto enigmatici e affascinanti quanto Ludwig II di Baviera. Famoso per i suoi castelli fiabeschi – primo fra tutti Neuschwanstein – Ludwig è spesso ricordato come il “re delle illusioni”, un monarca che preferiva i mondi ideali dell’arte e della musica alla fredda realtà della politica. Ma tra le pieghe della sua personalità complessa e della sua dedizione all’estetica, esiste un aspetto meno esplorato: il rapporto con la danza. Ludwig II nacque nel 1845 in un’epoca in cui la danza era un elemento imprescindibile della vita di corte: dai balli ufficiali agli spettacoli di balletto nei teatri reali. Tuttavia, per Ludvig la danza non fu solo una formalità cerimoniale. Fu un linguaggio dell’anima, un mezzo di espressione che, come la musica wagneriana che tanto amava, poteva evocare altri mondi sospesi tra sogno e simbolo. Nei suoi diari e nelle sue lettere si trovano riferimenti a spettacoli di balletto, e la preferenza per le opere che miscelavano musica e movimento. Durante il regno di Ludwig, il Teatro Nazionale di Monaco e il Teatro Residenz ospitarono molte rappresentazioni di balletto. Il re sovvenzionava generosamente queste produzioni. Ludwig a volte organizzava performance private ...

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Il Maestro Piero Martelletta “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Il corsaro. Il balletto contemporaneo prediletto? Le Parc. Il Teatro del cuore? Teatro dell’Opera di Roma. Un romanzo da trasformare in balletto? Piccole donne. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Billy Elliot. Il costume di scena indossato che hai preferito? Petrouchka. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che profumo ha la danza? Gelsomino. La musica più bella scritta per balletto? Lo Schiaccianoci. Il film di danza irrinunciabile? Due vite e una svolta. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Carla Fracci e Rudolf Nureyev. Il tuo “passo di danza” preferito? Brisè volè. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Spartacus. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Marius Petipa. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie di aver accompagnato e ispirato tutta la mia vita. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Forza, resistenza, espressività… sommata a geometria e matematica. Come ti vedi oggi allo specchio? Come le rovine dell’impero romano… Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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La Danza Segreta di Caterina “la grande”

Quando si parla di Caterina II di Russia, detta “la Grande”, si pensa subito a una delle sovrane più potenti e illuminate dell’Europa del Settecento. La sua figura domina per le riforme, le conquiste territoriali, la corrispondenza con Voltaire e Diderot. Meno noto, ma altrettanto affascinante, è il suo rapporto con l’arte della danza. Sotto il suo regno, il balletto non fu soltanto uno svago di corte: divenne uno strumento politico, culturale e identitario, che contribuì a forgiare l’immagine della Russia come potenza moderna e raffinata. Caterina, nata principessa tedesca con il nome di Sophie von Anhalt-Zerbst, arrivò in Russia nel 1744 per sposare il futuro zar Pietro III. Ma fu solo dopo aver preso il potere con un colpo di Stato nel 1762 che iniziò davvero a plasmare il Paese secondo la sua visione. Fra i suoi obiettivi principali c’era la “civilizzazione” della nobiltà russa, che passava anche attraverso l’adozione delle arti occidentali. La danza, in questo contesto, non era un semplice passatempo aristocratico. Era il simbolo di una cultura sofisticata e razionale, che si basava su regole, disciplina e armonia. Caterina ne comprese perfettamente il valore: promuovere il balletto significava avvicinare la Russia ai canoni estetici e morali ...

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Torna la danza alla Scala con “Études, Petite Mort, Boléro”

Dopo la pausa estiva, l’impegno degli artisti del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala sotto la direzione di Frédéric Olivieri si concentrerà sul prossimo appuntamento in scena: dal 22 settembre al 3 ottobre, il Trittico Lander / Kylián / Béjart, con capolavori, di diverse epoche del Novecento, simbolo della originalità stilistica e creativa dei loro autori: Études di Harald Lander, che torna alla Scala a 24 anni dall’ultima messa in scena, Petite Mort di Jiří Kylián e Boléro di Maurice Béjart. Tre capolavori, di diverse epoche del Novecento, in omaggio all’arte della danza e ai danzatori, che sublimano il loro impegno quotidiano nelle emozioni dei balletti che riportano in vita, entrando nel linguaggio e nella creatività dei grandi Maestri e nella loro originalità stilistica. Simbolo ne è Études di Harald Lander, raffinata rappresentazione del lavoro dei danzatori dai difficili anni di formazione verso la perfetta fusione di arte e tecnica. Quella che viene esaltata anche nel gioiello coreografico di Jiri Kylián Petite Mort, su due tra i concerti più belli e famosi di Mozart e nella potente sensualità e intensità trascinante del balletto-icona di Béjart sul Boléro di Ravel, cuore pulsante del trittico, che ritrova sul mitico tavolo rotondo l’étoile ...

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Liliana Cosi: un compleanno tra grazia e grandezza

Oggi la ribalta del tempo si illumina per una stella che continua a brillare con forza e grazia: Liliana Cosi, étoile, maestra e icona di stile, celebra il suo compleanno. Danzatrice dal talento straordinario, capace di unire tecnica impeccabile e profonda spiritualità, Liliana ha trasformato ogni esibizione in una verità in movimento, ogni passo in un atto d’amore verso l’arte e verso la vita. Il suo nome è legato a pagine indimenticabili del balletto classico, ma anche ad una visione più alta: quella di una danza che parla al cuore, che eleva, che ispira. Fondatrice della Compagnia e della Scuola Liliana Cosi – Marinel Stefanescu, ha formato generazioni di giovani danzatori, trasmettendo non solo la disciplina e la perfezione del gesto, ma anche un senso profondo di missione artistica e umana. Oggi, mentre festeggiamo il suo compleanno, celebriamo anche tutto ciò che Liliana Cosi ha donato al mondo: la bellezza, la dedizione, il rigore, la disciplina, la perseveranza, la fede e quella luce rara che appartiene solo alle grandi étoile. Buon compleanno a Liliana Cosi da tutti noi del Giornale della danza: la sua impeccabile arte continua, senza tempo, nel cuore di chi ha avuto il privilegio di ammirarla sui ...

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Maria Callas e la Danza: il corpo nascosto della voce

Quando si parla di Maria Callas, il pensiero corre immediatamente alla sua voce: drammatica, penetrante, unica. Senza dubbio, una delle più grandi voci del Novecento. Tuttavia, un aspetto meno esplorato della sua arte – e della sua leggenda – è il rapporto profondo e sotterraneo che la Callas intrattenne con la danza in senso lato. Non si tratta solo di movimenti teatrali o di portamento, ma di una vera e propria disciplina corporea che trasformò la sua presenza e, naturalmente, la sua voce. Maria Callas sotto l’influenza del regista Luchino Visconti e grazie al lavoro con coreografi e registi di chiara fama cominciò a comprendere il valore del corpo come estensione drammatica della voce. Studiò il linguaggio del gesto, l’equilibrio, l’intenzione nel movimento, il dettaglio nello spostamento, l’espressività fisica. «Ogni parola deve passare attraverso il corpo, altrimenti resta vuota», disse in un’intervista.  Ogni passo, ogni sguardo, ogni inclinazione del busto era coreografata con rigore. Non era però coreografia in senso classico, era una danza invisibile, fatta di tensioni muscolari, di sospensioni del respiro, di anticipazioni e ritardi che davano senso al tempo musicale. Non è un mistero che Maria Callas ammirasse la grande étoile Margot Fonteyn e che avesse un ...

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