Sig.ra Prina voglio prima di tutto complimentarmi con il suo arrivo sul web, questa è una rubrica che seguo da molto tempo e a tal proposito mi interesserebbe sapere il suo pensiero sulle problematiche che in questo momento incombono sull’Accademia Nazionale di Danza (Maria da Roma) Cara Maria, grazie per il suo benvenuto sul web! Mi fa piacere raggiungere un maggior numero di persone attraverso la rete. Quanto accade a Roma all’Accademia nazionale di danza rispecchia in qualche modo la situazione attuale italiana. Questa è la mia percezione di una realtà triste e complicata. Alla base mi sembra che manchi l’intenzione giusta. Vorrei citare Papa Francesco che dice “ Il potere è servizio”. Ecco questo è il nodo di molti accadimenti nel nostro Paese e ne abbiamo avuto la dimostrazione storicamente: nella mentalità italiana scarseggia il concetto di “servizio”, pochissimi lavorano per gli altri, con gli altri, ad uno scopo comune. Lo stesso mi pare valga per l’Accademia che, notoriamente, è un luogo dove si educa e si forma anche tramite l’esempio. Penso che gli interessi e le convenienze personali non debbano esistere, soprattutto nei luoghi dove vi sono responsabilità formative nei confronti di giovani adulti, adolescenti e bambini. E infine ...
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“Danza chi, come e perché?” – La posta di Anna Maria Prina
Cara Sig.ra Prina io la seguo da molti anni e provo per Lei una grande ammirazione. Lei è stata a lungo direttore di una scuola di ballo molto prestigiosa, quella della Scala di Milano, quali sono stati i criteri nel dirigerla che poi l’hanno portata al successo? (Maria da PORDENONE) Cara Maria, La ringrazio per le gentili parole d’ammirazione. Per il direttore della Scuola di ballo della Scala si può parlare di risultati più che di successo! Ciò che mi ha animato nella mia bellissima e complessa esperienza sono stati soprattutto la passione e l’amore per la danza, la volontà di trasmettere agli altri ciò che avevo avuto l’opportunità di apprendere, e riprendere e sviluppare gli insegnamenti dei miei predecessori. La mia direzione è stata caratterizzata da una spiccata attenzione alla formazione maschile, derivata anche dalla necessità di fornire al mio Teatro danzatori di provenienza “interna” (negli anni ’60 e ’70 molti danzatori provenivano da Roma e Napoli). Altri criteri che mi hanno guidata sono: il grande rigore, l’onestà e la comprensione delle problematiche altrui; la scelta di collaboratori validi; una costante attenzione e apertura verso persone più intelligenti e competenti di me; il riconoscimento del valore umano altrui, sia esso allievo sia ...
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Gentilissima Signora Prina, sono una giovane danzatrice ed ho una curiosità da sottoporLe, quali sono i modelli ai quali si è ispirata ai tempi dei suoi studi? (Paola da Vicenza) Cara Paola, che bella domanda! Mi fa piacere sentire che i giovani che amano la danza sono interessati alla storia della stessa. Infatti, io che mi sono diplomata al Teatro alla Scala nel 1960, ho avuto prima e dopo il diploma esempi di danzatori e danzatrici che sono ormai entrati nella storia. Mi vengono subito alla mente Margot Fonteyn e il giovane Rudolf Nureyev, Erik Bruhn e Carla Fracci. I danzatori del New York City ballet, ospiti alla Scala, mi hanno poi folgorata. In seguito i russi (durante il mio perfezionamento) Vladimir Vasiliev, Ekaterina Maximova, Maya Plisetzkaia e la sanpietroburghese Galina Mesentzeva che ha introdotto una nuova estetica nel balletto. Molto presto mi hanno influenzata i Maestri come Marina Semionova e Asaf Messerer. Come vedi ho preso ispirazione da diversi artisti (anche altri, oltre ai citati) rimanendo però il mio idolo e ispiratore principale George Balanchine, le cui peculiarità sono la tecnica di base della Scuola di San Pietroburgo coniugata con la modernità “americana” e la sua creatività di grandissimo ...
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Gentile Signora Prina, vorrei sapere se Lei che ha conquistato tanti traguardi professionali, ha ancora qualche aspirazione da realizzare (Sandra da Bergamo) Gentile Sandra, in effetti nella mia vita professionale sono riuscita a realizzare buona parte di ciò che desideravo, non per me ma per gli altri. Mi pare che, comunque, molto non sia ancora stato realizzato Fra ciò che ora manca – mio malgrado – è una maggiore diffusione della cultura sociale e artistica della danza. Il mio impegno personale è sempre attivo. Cara Signora Prina, sono una madre preoccupata, mio figlio studia danza e, poiché abitiamo in un piccolo paesino del Sud, i pregiudizi della gente pesano sulla Sua quotidianità, come posso affrontare questo problema nel migliore dei modi, cosa mi consiglia? (Fernanda, provincia di Catania) Cara Signora, comprendo che da parte di qualcuno possano non mancare battute e allusioni che scaturiscono da dicerie popolari e ignoranti che tendono ad etichettare alcuni mestieri erroneamente definiti “femminili”. Per quanto riguarda suo figlio (di cui, peraltro non mi dice l’età ), il saper e voler sopportare le maldicenze dipende non solo dalla forza di volontà, ma anche dalle capacità tecniche e artistiche dello stesso. Voglio dire che se lui ...
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Gentile Signora Prina, Lei che ha fatto parte anche della giuria di “Amici”, cosa ne pensa dell’accostamento del mondo della danza a quello televisivo? (Franca da Salerno) Cara Franca, penso che sicuramente le trasmissioni televisive sono di grande aiuto al mondo della danza a livello di apertura e diffusione presso il grande pubblico. Il problema sta nella qualità, che ultimamente manca nelle trasmissioni come quella da lei citata o in altre sui canali nazionali: oggi in televisione – per motivi di audience – si bada più alla quantità che alla qualità, si pensa principalmente a fare spettacolo di massa offrendo show ricchi di effetti scenografici, ma di scarsa qualità e dubbio gusto (mi riferisco in particolare alla danza). Con il risultato di creare illusioni e false aspettative nei giovani, che credono di poter diventare famosi in poco tempo, senza faticare né studiare. A mio parere la televisione dovrebbe esercitare il suo potere in senso educativo, mostrando modelli di maggiore qualità e impegno e invitando esperti del settore per commentare costruttivamente le esibizioni. Cara Signora Prina, sono letteralmente un suo fan da sempre, trovo che Lei sia un simbolo di grande eleganza nel mondo coreutico, mi rivela il segreto del suo ...
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Gentilissima Signora Prina, secondo Lei qual è il giusto approccio alla danza nel senso realistico della realtà contemporanea? (Elisa da Belluno) Cara Elisa, non esiste, come si può immaginare, una ricetta sicura ma penso che oggi, come sempre, sia necessaria una buona dose di entusiasmo e di passione per poter affrontare e portare avanti un’ arte che spesso non viene compresa e apprezzata e che richiede tanto impegno e dedizione. D’altra parte bisogna anche avere un forte senso critico per poter riconoscere e comprendere i propri limiti. Per avvicinarsi alla danza in tutte le sue forme, infatti, occorre possedere doti di base, essere precisi, avere buon gusto. La danza richiede alti livelli espressivi e artistici. A livello didattico è essenziale la competenza: bisogna conoscere molto bene la materia e le sue origini (anche dell’hip-hop!) e quanto le ruota intorno. La competenza e la creatività sono sempre l’arma vincente! E da ultimo, ma non ultimo, bisogna saper essere impresari di se stessi. E anche questo lo si può apprendere da corsi di formazione e … con il buon senso. Gentile Signora Prina, qual è il ricordo più bello della Sua carriera? (Maria Grazia da Napoli) Cara Maria Grazia, certamente i ricordi ...
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Gentilissima Signora Prina, Lei che ha avuto una carriera così brillante, se ripercorre il suo tracciato di vita, c’è qualcosa che non rifarebbe o qualcosa che rimpiange? (Gianna da Treviso) Cara Gianna, con la tua domanda mi hai stimolata a ripercorrere velocemente i miei tantissimi anni di esperienze da allieva a ballerina, a Direttrice! Devo dire che una cosa che non avrei dovuto fare è quella di essere stata troppo gentile e remissiva con alcune persone che non lo meritavano in quanto incompetenti e arroganti. Un’altra cosa si riferisce a un fatto preciso: Rudolf Nureev aveva convocato un piccolo gruppo di ballerine al fine di sceglierne una per un ruolo in Apollon Musagète. Il giorno precedente la prova fui contattata da una sindacalista del Corpo di ballo che mi disse che non ci saremmo dovute presentare in Teatro perché l’indomani sarebbe stato giorno festivo e non ci avrebbero pagate. Io obbiettai che non mi interessava essere pagata, ma ella fu molto insistente richiamandosi allo “spirito di corpo”. Quindi, il giorno seguente, rimasi a casa a malincuore. Quando tornai in Teatro seppi che la sindacalista, che invece era andata alla prova, era stata scelta da Nureev per il ruolo. È un ...
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Gentile Sig.ra Prina cosa ne pensa lei della nomina dell’ étoile Nikolai Tsiskaridze come nuovo direttore dell’Accademia Vaganova di San Pietroburgo? (Paola Roma) Gentile Paola, da molto tempo si parla dell’étoile in questione e non solo per i suoi meriti artistici. Tsiskaridze è una persona sicura di se’ stessa e incline a mettersi in vista. Giudicare una persona che non ha ancora agito, in questo caso nella didattica, non è corretto. Ma molte opinioni negative sono state espresse su di lui da danzatori, coreografi e persone di Teatro poiché per dirigere un’Accademia, oltretutto del livello massimo come la Vaganova, è necessario avere esperienza e conoscenza di didattica e di pedagogia e avere specchiata moralità. Io aggiungo che la decisione del Ministro della Cultura, già di per se’ opinabile, è stata poi attuata con modalità inaccettabili che hanno gettato nello scompiglio l’Accademia. E’ pur vero che hanno offerto un importante incarico direttivo alla Rettore, che comunque sarebbe andata in pensione a breve, ma cercando di rimuovere contemporaneamente la Direttrice artistica Altinay Asilmuratova non si sono minimamente preoccupati di preservare la continuità didattica e stilistica. Nel momento in cui scrivo non vi sono notizie precise sul proseguio della vicenda che è stata oggetto ...
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Gentilissima Signora Prina, sono la madre di un ragazzo che ha deciso di avvicinarsi alla danza, ma, vivendo in un paesino del Sud Italia, il cui nome ometto, ci ritroviamo a combattere con tutti i pregiudizi legati alla figura del danzatore maschio, mio marito non è d’accordo ma io vorrei mio figlio non abbandonasse quest’arte bellissima, secondo Lei che tipo di appoggio posso dargli per farlo continuare in questo percorso? (Flavia) Gentile Flavia, mi rattrista il fatto che nel 2013 mi venga ancora posta la questione sui “pregiudizi legati alla figura del danzatore maschio”. Purtroppo conosco la situazione e immagino la posizione di suo marito che per ignoranza emette un giudizio a priori e, come dice lo Zingarelli, “….anteriore alla diretta conoscenza di determinati fatti o persone”. E, sempre come dice il summenzionato vocabolario, trattasi di “idea od opinione errata, fondata su convinzioni tradizionali e comuni ai più”. La verità è che il mestiere di danzatore richiede molta forza atletica ( in particolare per salti e sollevamenti della ballerina) e un gesto decisamente virile. La danza non crea persone effemminate pur essendo vero che, per essere buoni danzatori, si debba avere grande sensibilità, che non è solo tipicamente femminile. ...
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Ho appreso proprio in questi giorni la notizia della chiusura del Corpo di Ballo del Maggiodanza. Un altro ente lirico italiano chiuso, cosa ne pensa lei che è stata per trent’anni in una realtà simile? (Paolo da Cagliari) Caro Paolo, la notizia relativa alla chiusura del Maggiodanza è inquietante. Molte personalità della cultura, Corpi di ballo, direttori di Compagnia e singoli danzatori si sono attivati per chiedere l’attenzione dei politici e la possibilità di riconsiderare la decisione del commissario Bianchi. E’ recente la risposta del Sindaco di Firenze sul Maggio fiorentino che lo definisce “un atleta che deve dimagrire”. Posta in questi termini sembra una questione di quantità e non di qualità (che comunque viene riconosciuta anche al MaggioDanza) e nella dieta, ancora una volta, sono i ballerini a “pagare” per far rimanere attivi orchestra e coro. D’altronde mi pare che la tendenza odierna sia quella di abolire i Corpi di ballo, già avvenuto in passato e recentemente, e di diminuire gli organici. La triste realtà è che queste Istituzioni e Fondazioni ex Enti lirici hanno, da sempre, mal sopportato l’esistenza del Ballo. Infatti Fondazioni come il Teatro alla Scala sono Teatri d’opera…e di balletto. Alla Scala questa definizione ...
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