Una bellissima notizia per tutti gli appassionati di danza e, soprattutto, di Pina Bausch: l’archivio che contiene l’opera della coreografa tedesca sarà disponibile online a partire dal 2020. “Saranno così accessibili i materiali universali della sua eredità artistica”, ha detto suo figlio Salomon Bausch, direttore della Fondazione Pina Bausch che ha istituito poco dopo la morte della madre quasi 10 anni fa.
L’archivio include 9.000 video e 200.000 foto e documenti relativi alla produzione della coreografa. Pina Bausch, che è stata ovviamente anche ballerina, ha studiato in Germania e alla Juilliard School of Music di New York.
La novità del lavoro di Pina Bausch non consiste tanto nell’invenzione di nuove forme e nuovi gesti, da riprodurre uguali a se stessi, quanto nell’interpretazione personale della forma che si vuole rappresentare, entrambe sostenute dal concetto basilare del rapporto tra fragilità e forza. I danzatori sono chiamati alla creazione delle pièces (che Bausch denomina stück) attraverso l’improvvisazione generata dalle domande che la coreografa pone loro. Per questo motivo gli interpreti della compagnia della Bausch vengono spesso denominati con il neologismo di danzattori. Infatti essi non ricoprono solamente il ruolo di danzatori, ma anche quello di attori e di autori dell’opera. Un altro elemento di novità è costituito dall’interazione tra i danzatori e la molteplicità di materiali scenici di derivazione strettamente teatrale – come le sedie del Café Müller – che la Bausch inserisce nelle sue composizioni. Da citare anche il legame interpersonale che seppe sempre intrecciare coi suoi allievi, basato su un rapporto di reciproco rispetto e di affetto mai gridato ma profondissimo.
Bausch ha fondato il Tanztheater di Wuppertal. L’artista ha ricevuto numerosi premi per il suo lavoro, tra cui il New York Bessie Award nel 1984, il German Dance Prize nel 1995 e il giapponese Praemium Imperiale nel 1999.
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