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Dentro la Danza – le notizie di danza più importanti di agosto 2021

Torna con grande successo una rubrica storica del Giornale della Danza – DENTRO LA DANZA – con una veste completamente rinnovata di forma e contenuto. Sarà un appuntamento mensile, una rassegna stampa,  che ripercorrerà tutte le notizie, curiosità, fatti di attualità, cronaca e interviste più importanti di danza del mese . Inoltre sarà una racconta anche degli articoli più letti e più “cliccati”. Dentro la Danza – Agosto 2021.

La stella Liliana Cosi ospite del festival di danza “I cento passi” l’Aquila

1 Agosto 2021

Nasce a L’Aquila il festival di danza ‘I cento passi’: dal 31 Luglio al 22 settembre, 6 appuntamenti con compagnie di danza di fama internazionale che saranno presenti in città con un programma che copre tutti i settori della danza. 

La kermesse ha la direzione artistica della coreografa Amalia Salzano e di Loredana Errico, responsabile del Centro studi L’Aquila Danza – Teatro dei 99.

“Il festival Danza dal titolo ‘I cento passi’, convintamente sostenuto dall’amministrazione comunale, arricchisce il cartellone di eventi dell’estate aquilana e conferma la validità delle attività promosse dall’associazione L’Aquila Danza – Teatro dei 99, che proprio in virtù di questa importante iniziativa ha recentemente ottenuto dal ministero della Cultura il riconoscimento di Istituzione Culturale afferente al Fondo Unico per lo Spettacolo”, le parole del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.

Lunedì 2 agosto, lo stesso cortile ospiterà la compagnia Nuovo balletto classico insieme all’étoile internazionale Liliana Cosi in “Classico, tango e ritorno”. 

Nel 1969 alla Scala la Cosi è richiesta da Nureyev a ballare “La Bella Addormentata nel Bosco” e quindi per la ‘prima’ del suo “Schiaccianoci” alla Scala

Liliana Cosi è tra le più grandi étoile della danza italiana. Milanese, nasce nel 1941. Compie i suoi studi alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala sotto la guida della direttrice Esmée Bulnes e si diploma nel 1958 quale miglior allieva, ricevendo un premio dal Sovrintendente Antonio Ghiringhelli  per le mani di Wally Toscanini. Viene subito assunta nel corpo di ballo della Scala con contratto a tempo indeterminato e partecipa a tutti gli spettacoli d’opera e balletto. Nel 1963 si aprono i primi scambi culturali tra il Teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro alla Scala di Milano. La Cosi viene inviata per un corso di perfezionamento.

L’Associazione Balletto Classico

Alla fine del 1977 lascia la Scala e con Marinel Stefanescu e sua moglie Louise fonda l’Associazione Balletto Classico, con finalità di arte e di cultura, per diffondere l’arte del balletto. Nel 1978 inaugura la sede dell’Associazione a Reggio Emilia che diviene presto un grande Centro di Produzione, sede della Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu e della Scuola di Balletto a livello professionale e anche residenziale. La Cosi balla in più di 2000 spettacoli in tournée. Insegna anche ad alcuni corsi della Scuola: Danza Classica, Punte, Repertorio, Trucco e Teoria della Danza. Sempre più spesso viene invitata negli ambiti più diversi quali corsi universitari, congressi anche internazionali per intervenire su molti argomenti di interesse culturale e di attualità quali l’arte, la bellezza, i giovani, l’insegnamento, il linguaggio della danza. 

Lunedì 2 Agosto ore 21.30 Palazzo dell’EMICICLO – L’Aquila

CLASSICO TANGO E RITORNO, Compagnia Nuovo Balletto Classico

Ospite L’Etoile LILIANA COSI

 

Mikhail Baryshnikov e Jan Fabre a Venezia per la Biennale Danza

3 agosto 2021

Un corpo iconico per ragionare su che cosa sia un corpo e, di conseguenza, che cosa siamo e in che modo esistiamo noi. L’artista belga  ha portato a Venezia, per la Biennale Danza, la propria installazione filmica “Not Once”, interpretata dal leggendario ballerino Mikhail Baryshnikov, la cui immagine viene manipolata, duplicata, sezionata, utilizzata per creare la drammaturgia del racconto, in una parola viene usata.

Il lavoro di Fabre è potente e l’interpretazione di Baryshnikov ne è il motore centrale, tutto teso a essere qualcosa, a performare qualcosa che però, in fondo, sembra essere alla fine, come ha detto l’artista, solo la consapevolezza che il nostro corpo esiste esclusivamente nel modo in cui altri lo guardano. E senza l’occhio esterno non rimane nulla, solo una maschera che pian piano il tempo sgretola, nonostante il racconto, inesausto, che da quel corpo continua ad arrivare allo spettatore. Come se la voce venisse dallo spazio profondo, da un cosmonauta disperso tra le stelle. Stelle che però si rivelano essere molto più vicine, si rivelano appartenere al nostro stesso mondo. Perché la distanza parte da dentro di noi. Da alcuni bisogni fondamentali.

Così, in quella disperata ricerca della fotografa, della sua creatrice, il modello-uomo esprime anche la sua tensione amorosa verso la donna, che resta però irraggiungibile, mentre la sua anima probabilmente si è persa lungo i sentieri di quello stesso desiderio.

 

Luciana Savignano in “Le Sacre” tra rito e mito

5 agosto 2021

Uno spettacolo che è un pezzo di storia, di valore intramontabile.
Nato nel 2002 per ripensare proprio lo spazio dell’allora Piscina Caimi,  “Le Sacre” è un’opera che ritorna sempre e che dal suo debutto ha visto numerosissime repliche sia in teatro che occasioni di site-specific, coinvolgendo intere generazioni di danzatori.

Giungono da ogni angolo, a piedi nudi e scortati dalle luci rosse, viola e aranciate del tramonto, plotoni di giovani, vigorosi, che danzano una partitura gestuale e sonora (quella originale di Stravinsky) che in un moto circolare avvolge tutto e tutti come in un abbraccio ancestrale. Al centro di questo rito di giovinezza, la figura di una Madre, Madre Terra che nelle sembianze della grande étoile Luciana Savignano, orchestra l’incedere dei suoi figli, giunti per richiamare dall’ombra e dal gelo la rigogliosa primavera. Perché invocare il ritorno della primavera è simbolo di rinascita e guarigione, ma anche di sacrificio: “che cosa sei disposto a sacrificare per rinascere?”.

In scena, il 21 settembre al Teatro Franco Parenti di Milano, per il balletto Le Sacre,  applaudiamo con entusiasmo la sacrale Luciana Savignano, il poliedrico Matteo Bittante e i giovanissimi e bravissimi danzatori dell’Accademia di Susanna Beltrami, la visionaria coreografa che per prima negli anni ‘80 ha portato in Italia l’arte della danza contemporanea.

Le Sacre è il titolo francese del noto balletto La Sagra della Primavera composto da Igor Stravinskij fra il 1911 e il 1913 per la compagnia dei balletti russi di Sergej Djagilev con la coreografia originale di Vaclav Nižinskij.

 

“Carla Fracci Mon Amour” il 26 agosto omaggio alla Signora della Danza

7 agosto 2021

In occasione del DID Summer Edition MiMa si svolgerà – in anteprima il 26 agosto a Cervia – lo spettacolo Carla Fracci Mon Amour a cura di Kledi Kadiu e Silvia Frecchiami. Un gran gala in cui i più famosi ballerini della scena del balletto attuale presenteranno coreografie classiche, talvolta reinterpretate in chiave moderna e alternate a coreografie inedite. Un omaggio alla famigerata étoile, recentemente scomparsa, e divenuta nota in tutto il mondo per la varietà delle sue interpretazioni. Una serata a passo di danza, condotta da Pino Strabioli,  per celebrare l’immortalità di Carla Fracci.

In sottofondo l’accompagnamento della CM Orchestra Rhythms & Drums, con la direzione del Maestro Andrea Pollione, insieme sul palco con i fondatori CM Claudio Mazzucchelli, Fabio Chirico e Pietro Pizzi.

Tra i ballerini che si esibiranno: Virna Toppi e Nicola del Freo (Primi ballerini del Teatro alla Scala di Milano), Anbeta Toromani e Alessandro Macario (Primi ballerini freelance), Susanna Salvi e Claudio Cocino (Primi ballerini del Teatro dell’Opera di Roma), Noemi Arcangeli e Hektor Budlla (Solisti freelance), Amilcar Moret Gonzalez (Primo ballerino del Kiel Ballett) e Giulia Stabile (Vincitrice di Amici 2021).

Carla Fracci, icona della danza e simbolo di grazia e leggerezza, ha ispirato migliaia di bambine che ne hanno fatto la propria musa. Tra queste anche Silvia Frecchiami, che, dopo averla vista ballare in Giselle a soli sei anni, decide di inseguire il sogno della danza. E come Silvia ci sono migliaia di bambine e bambini che si sono ispirati alla purezza della sua arte e ne hanno fatto il faro su cui orientare la propria rotta. Era un’infaticabile lavoratrice della danza a cui, insieme al marito Beppe Menegatti, ha dedicato la vita. Potremmo invertire le parole di un famoso detto e affermare che dietro una grande donna spesso c’è un grande uomo, così è stato per Carla, che in Beppe ha trovato una preziosa colonna portante della sua arte.

La serata vuole essere un omaggio alla coppia che più ha dato alla danza italiana, un tributo che Silvia e Kledi vogliono presentare anche in nome dell’amicizia con Carla.

Addio a Micha van Hoecke: il grande coreografo tra danza e magia

7 agosto 2021

Addio al grande coreografo Micha van Hoecke, si è spento oggi nella serata di sabato 7 agosto, all’età di 77 anni all’ospedale di Massa. Nasce a Bruxelles, il padre era un pittore belga e la madre una cantante russa; studia a Parigi con Olga Preobrajenskaya e nel 1960 fa parte della Compagnia di Roland Petit. In questo stesso periodo svolge anche attività come attore di cinema (“Les loup dans la bergerie”, “Samdi soir”, “Le petit garcon de l’ascenseur” e numerosi altri). Entra a far parte del “Ballet du XXè siècle” di Maurice Béjart.

Nel 1979 viene nominato direttore artistico della Scuola Mudra, centro di formazione per artisti a Bruxelles. Nel 1981 cura le coreografie del film “Bolero” di Claude Lelouch. Quello stesso anno, con alcuni ballerini della scuola Mudra, fonda l’Ensemble di Micha van Hoecke, compagnia di danza contemporanea. Ha collaborato con famose artiste come Carla FracciUte LemperLuciana Savignano, e con registi del calibro di Luca RonconiLiliana CavaniRoberto De Simone, e ha stretto un particolare sodalizio con il Maestro Riccardo Muti che ha dato vita a tante produzioni di rilievo e prestigio. Ha creato coreografie per numerosi teatri e festival tra i quali: Teatro dell’Opera di Roma, Teatro alla Scala di Milano, Teatro San Carlo di Napoli e per il Festival d’Avignone. Dal 1990 è particolarmente intensa la sua collaborazione con il “Ravenna Festival”, dove debutta anche nel ruolo di regista d’opera con “La Muette de Portici” di Auber.

Per questo Festival ha creato molte opere, tra cui nel 1992 “Adieu à l’Italie”, che ha ricevuto il premio della critica italiana per la migliore coreografia moderna. Nel 1997 viene nominato coordinatore per il ballo del Teatro Massimo di Palermo, con l’incarico di curare le coreografie per “Aida”, opera che inaugura la riapertura del Teatro nel 1998. Per il Teatro Stabile di Catania firma nel 1999 la regia e la coreografia di “Le Troiane” da Euripide e Seneca. Nello stesso anno è nominato direttore del ballo e coreografo principale del Teatro Massimo di Palermo. Nel 2001,  riceve il premio del Giornale della Danza GD Awards come miglior coreografo e poi viene chiamato a realizzare le coreografie di “Ifigenia in Aulide” con la direzione di Riccardo Muti, che inaugura la stagione d’opera del Teatro alla Scala di Milano. Anche nel 2003 inaugura la stagione alla Scala con le coreografie per “Moïse et Pharaon”, sempre sotto la direzione di Riccardo Muti. Crea le coreografie, eseguite dal suo Ensemble, per il “Concerto di Capodanno” 2005 al Teatro la Fenice di Venezia.

Nel 2006 crea il balletto “La Regina della Notte”, omaggio a W.A. Mozart. Nel 2007 compone “Le Voyage”, creazione su musiche tzigane russe per il “Ravenna Festival” che dedica al suo Ensemble e nel 2008 cura la regia e la coreografia di “Salomè” tratta dall’opera di Oscar Wilde. L’anno successivo firma regia e coreografia per le “Baccanti” da Euripide. Nel 2012 “Nobilissima visione” per il “Ravenna Festival” con la direzione di Riccardo Muti. Alle Terme di Caracalla nel 2011 firma regia e coreografia di “Aida”, nel 2013 “Terra e Cielo”, nel 2014 “Verdi Danse” e nel 2015 “Carmina Burana” con i costumi di Emanuel Ungaro.

Dalla Stagione 2010-2014 è stato Direttore del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2015 per il Teatro Vittorio Emanuele di Messina crea “Comme un souvenir, La Pastorale” di Beethoven con la collaborazione del Teatro Nazionale di Belgrado. Nel 2016 riceve un premio fedeltà per ventisette anni di splendida collaborazione con il “Ravenna Festival” ed entra a far parte degli “Amici Onorari” del Festival. Il 21 marzo del 2018 è di scena la prima nazionale di “Pierino e il Lupo qualche anno dopo…” al Teatro lo Spazio di Roma. Nel 2018 mette in scena una creazione per il corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo dal titolo “Pink Floyd” e “Carmina Burana”.

Sylvie Guillem “prima diva assoluta” si racconta in un documentario

11 agosto 2021

Ballerina tra le più grandi della seconda metà del ‘900, e oltre, Sylvie Guillem è stata “Prima diva assoluta” in tanti grandi titoli del balletto, dai classici capolavori dell’800 sino a titoli più vicini a noi; ma è stata anche la Musa ispiratrice e la malleabile interprete di grandi autori della coreografia contemporanea, che hanno composto pezzi per lei e le sue immense capacità tecniche ed interpretative.

In questo documentario, la leggendaria ballerina Sylvie  Guillem  rilascia un’intervista per la prima volta dal suo pensionamento, invitando Daniil Simkin a casa sua per chiacchierare tra ulivi, pascoli e i suoi animali domestici. Parla del suo stato d’animo durante la sua carriera, del suo stile di vita attuale e del suo desiderio di migliorare il mondo del balletto per il futuro. L’intera intervista di 30 minuti è disponibile gratuitamente solo sul sito di Dance Masterclass.

Sylvie Guillem è entrata alla scuola dell’Opéra di Parigi all’età di 12 anni è ammessa nel corpo di ballo nel 1981 all’età di 16 anni. Due anni dopo  vince la medaglia d’oro al Concorso internazionale del balletto di Varna in Bulgaria. A soli 19 anni è nominata etoile da Rudolf Nureyev per la sua interpretazione de Il lago dei cigni. Sylvie Guillem diviene la più giovane étoile dell’Opera di Parigi. Una serie di importanti ruoli seguono questo riconoscimento, a volte con lo stesso Nureyev come partner.

Lascia l’Opéra nel 1989 per consacrarsi ad una carriera internazionale. La Guillem entra al Royal Ballet di Londra il 14 aprile 1989. Le sue collaborazioni con coreografi come William Forsythe, Maurice Béjart, Mats Ek e più recentemente Russell Maliphant, apportano una nuova impronta alla sua carriera. Béjart in particolare le permette di sviluppare la sua sensibilità verso la danza moderna. Ek e Maliphant creano per lei degli assolo e dei duo che mettono in evidenza le sue capacità espressive anche nella danza contemporanea. Sylvie Guillem ha danzato in tutti i più importanti teatri del mondo, dal Teatro Kirov di San Pietroburgo, all’American Ballet Theater di New York, al Teatro alla Scala di Milano. Nel 2012 le viene assegnato a Venezia il Leone d’oro alla carriera da Biennale Danza per “aver ridisegnato la figura della ballerina”. Danza per l’ultima volta il 30 dicembre 2015, al termine di un tour mondiale, davanti al pubblico giapponese.

 

Sergei Polunin, musica e danza ripercorrono le orme di Dante

23 agosto 2021

Una personalissima contemplazione della Commedia, ripercorrendo le orme di Dante: Sergei Polunin e il Sommo, entrambi ribelli e apolidi, costretti a immergersi in se stessi alla ricerca di senso e di amore, scoprendo il loro paradiso attraverso l’arte e la creatività, innescano la scintilla con cui illuminare il mondo.

Sergei Polunin, musica e danza ripercorrono le orme di Dante

Metànoia, conversione in greco, è nella psicologia junghiana l’autoguarigione dell’anima, l’equilibrio conquistato attraverso la crisi. Così questo lavoro è proprio la metànoia di Polunin, la storia del suo viaggio dall’inferno al paradiso, fino alla propria scintilla di divino, a dimostrare che la salvezza è possibile. Allora Inferno, Purgatorio, Paradiso, una sfida tripartita, accompagnata dal succedersi di tre diversi musicisti, e che solo il grande danzatore russo poteva accettare, mettendo in gioco tutto se stesso.

Cast

Inferno
coreografia Ross Freddie Ray
musiche Miroslav Bako
video design – mapping Yan Yanko

Purgatorio
coreografia Sergei Polunin
musiche Gregory Revert
video design – mapping Marcella Grimaux

Paradiso
coreografia Jiří Bubeníček
musiche
 Kirill Richter
set design Otto Bubeníček


pianoforte 
Kemal Gekic, Kirill Richter
voce Andjela Ninkovic
lighting design
 Konstantine Binkin

prima assoluta
Commissione di Ravenna Festival

 

 

© www.giornaledelladanza.com

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