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Giselle una storia d’amore ancora viva: leggenda, simbolo e realtà

L’amore è una fonte inesorabile di ispirazione artistica e culturale, nel balletto è il soggetto preferito e più adatto per molti coreografi della storia coreutica. Ma nessuna storia d’amore, è equiparabile,  nata per il linguaggio della danza è più bella, intensa, dolorosa, straziante e affascinante di quella raccontata in Giselle.

Giselle rappresenta il capolavoro in assoluto dal punto di vista della drammaturgia nel balletto. Che cosa significa? Molti conoscono i dissidi  del balletto d’azione nella seconda metà del XVIII secolo. Questi dissidi animarono il mondo del balletto con l’affermarsi della riforma e il periodo pre-romantico. La Silfide è il primo esempio di balletto romantico pervenuto a noi oggi, ma Giselle, di nove anni dopo,  la supererà in perfezione e bellezza formale. Tutte e due devono la loro origine ad una fonte letteraria, ma Giselle è la sintesi precisa del movimento romantico. Lo aveva ben compreso Gautier, quando nei suoi Ecrits sur la danse scriveva: “A partire dalla Silfide non furono più possibili spettacoli mitologici, e fu lasciato spazio a gnomi, ondine, elfi, villi e a tutto quel popolo strano e misterioso che si presta così bene alle fantasie del balletto. Le case d’oro e marmo degli Olimpici vennero relegate nella polvere e nei magazzini, e agli scenografi furono ordinate foreste romantiche, valli rischiarate da chiari di luna graziosi come nelle ballate di Heinrich Heine».

Parlando di Giselle a de Nerval,  Gautier scrive: «Confidai il mio soggetto ai graziosi piccoli piedi che, dalle quattro righe di Heine hanno fatto l’ultimo atto di Giselle». Quei graziosi piccoli piedi appartenevano a Carlotta Grisi, la prima interprete di Giselle, l’amata e vagheggiata Carlotta sino ad invocarla sul letto di morte. La Carlotta ha danzato con una perfezione, una leggerezza, una arditezza, una voluttà casta e delicata che la pongono in primo piano alla Essler  e la Taglioni; per la pantomima ella ha oltrepassato ogni speranza, è la natura e l’ingenuità stessa, è giusto affermare che ha per marito e maestro l’aereo Perrot…

Giselle, ovvero il balletto classico e romantico per eccellenza, fu ideato da un grande della letteratura francese: Théophile Gautier. Lo scritttore, sfogliando le pagine del libro “De l’Allemagne” di Heinrich Heine, rimase attratto dalla leggenda delle Villi, spiriti della tradizione popolare tedesca, simili agli elfi. Era il 1841 e Gautier, pensando alla ballerina Carlotta Grisi, di cui era devoto ammiratore, fu colpito dall’impulso immediato di prendere un foglio e di dare un titolo alla sua storia. La chiamò “Les Wilis. Balletto”.

Fu così che nacque uno dei capolavori assoluti del balletto classico

La prima rappresentazione di “Giselle” si tiene il 28 giugno 1841 presso l’Accademia Reale di Musica di Parigi ed è segnata dal trionfo personale di Carlotta Grisi e degli altri interpreti principali, Lucien Petipa e Adèle Dumilatre. Il 12 maggio dello stesso anno, il balletto viene allestito a Londra, questa volta con la partecipazione del grande Marius Petipa nel ruolo di Albert (o Albrecht). L’anno successivo, il balletto approda alla Scala di Milano, su musiche, però, di Baietti. In Russia, il 18 dicembre 1842, con la coreografia di A. Titus, Elena Andreianova porta “Giselle” sulla scena del Teatro Grande di San Pietroburgo.

Grazie alla curiosità che Giselle sprigiona per la sua articolata vicenda narrativa, questo capolavoro romantico è divenuto un “classico” del balletto, come la Traviata per l’opera lirica, Amleto per il teatro, il Gattopardo per il cinema.

Altre interpreti femminili che hanno modellato il ruolo di Giselle nella storia sono state Anna Pavlova, Tamara Karsavina, Agrippina Vaganova, Olga Spessivtseva, Galina Ulanova, Margot Fonteyn, Alicia Alonso, Carla Fracci e Alessandra Ferri.

Diversi sono stati i riallestimenti dello spettacolo nei teatri russi e sovietici, ma quello rimasto fino ad oggi in repertorio, ripreso nel 1991 da Kasatkina e Vasiliov, è datato 1944 e porta la firma di Leonid Lavrovski, in quegli anni coreografo principale del Teatro Bolshoi. Una versione, la sua, che si ispira fedelmente a quella di Jules Perrot, Jean Coralli e Marius Petipa.

Nel primo atto, il balletto è ambientato nella valle del Reno, dove la protagonista Giselle è un’affascinante ragazza che s’innamora di Albert, credendo sia un contadino come lei di nome Loys. In realtà egli è il conte di Slesia, già promesso a Batilde, figlia del duca di Curlandia.
Hilarion, il guardiacaccia, anch’egli innamorato di Giselle, scopre il segreto di Loys e tenta, inutilmente, di metterla in guardia; inoltre Giselle non vuole accettare i consigli della madre Berte, che le proibisce di danzare poiché malata di cuore. Durante una battuta di caccia Hilarion svela la vera identità di Loys; Giselle, sconvolta dal dolore, impazzisce e muore.

Nel secondo atto, il balletto si svolge di notte quando Albert e Hilarion s’incontrano davanti alla tomba di Giselle per pregare. Allo scoccare della mezzanotte appaiono le Villi, spiriti di donzelle amanti della danza: Mirta, la regina delle Villi, chiama le sue compagne a raccolta per accogliere Giselle nel loro mondo irreale.

Le Villi scoprono Hilarion e si lanciano al suo inseguimento spingendolo a buttarsi nel lago; invece Albert, protetto dall’amore di Giselle che lo ha perdonato, lo aiuta a vincere la maledizione delle Villi, danzando con lo spirito dell’amata. All’alba svanisce l’incantesimo e Albert si trova senza l’amata, ma è salvo.

Vestite da spose e coronate di fiori … meravigliosamente belle, le Willis danzano alla luce della luna sempre più appassionatamente a mano a mano che sentono scivolare via l’unica ora che è loro concessa per danzare, poiché dopo dovranno nuovamente ridiscendere nelle loro tombe fredde come il ghiaccio. (H. Heine).

A differenza di altri balletti, Giselle non ha subito significative modifiche per quanto concerne la coreografia nel corso del tempo, a differenza di altri balletti re-inscenati completamente. Nella danza Giselle incarna perfettamente due mondi, due ruoli, due figure antagoniste, ma vicine,  anche e soprattutto ballettisticamente parlando: nel primo atto la contadinella che muore per amore, un ruolo ricco di pantomima e comunicazione attoriale, mentre nel secondo atto picchi interpretativi colmi di fascino, spiccato virtuosismo di tecnica accademica e leggiadria a tratti effimera.

 L’ultima rappresentazione originale all’Opéra National de Paris risale al 1868 e fu solo in seguito, con l’arrivo di Marius Petipa, fratello di Lucien Petipa, il primo interprete del balletto, che Giselle venne adattata alla tradizione della scuola russa. Petipa apportò dei tagli soprattutto nelle scene mimate e nella variazione che la protagonista esegue nel primo atto.

Il merito del successo del balletto nel Novecento è da attribuirsi soprattutto alla produzione dei Balletti russi di Sergej Djagilev.

Giselle è entrata anche nella danza contemporanea con la famosa versione del coreografo Mats Ek, figlio della coreografa svedese Birgit Cullberg. Creato nel 1982 per Ana Laguna, grande ballerina e sua compagna, è ritenuto uno dei capolavori del balletto contemporaneo. Oltre ad Ana Laguna, tra le principali Giselle che hanno interpretato la coreografia di Mats Ek si ricordano Pompea Santoro, Aurélie Dupont, Marie-Agnès Gillot, Elisabetta Armiato, Sthepanie Hancox.

Carlotta Grisi – Anna Pavlova – Carla Fracci

I grandi interpreti della storia

Il ruolo di Giselle è stato interpretato la prima volta da Carlotta Grisi, ballerina di straordinario talento, capace di impersonificare con grande maestria tanto la contadina quanto la Villi. Diversa fu l’interpretazione di Fanny Elssler, che danzò in questo ruolo due anni dopo la prima. La ballerina, infatti, anche grazie alle sue specifiche doti coreutiche, spostò il centro del balletto non più sulla fine del secondo atto, durante l’atmosfera magica delle Villi danzanti, ma sulla morte di Giselle, alla fine del primo atto.

Questa contrapposizione tra i due talenti sottolinea la difficoltà che richiede l’interpretazione del ruolo di Giselle: intensità, mimica e capacità drammatiche nel primo atto; tecnicismo e leggerezza nel secondo. Le due ballerine dunque, insieme, hanno saputo ricreare il personaggio nel migliore dei modi.

I nomi della danza che hanno interpretato questo ruolo sono tra i più famosi: Tamara Karsavina, Olga Spessivtseva, Galina Ulanova, Alicia Markova, Alicia Alonso, Antoinette Sibley, Margot Fonteyn, Lynn Seymour, Natalija Makarova, Gelsey Kirkland, Ekaterina Maximova, Eva Evdokimova, Natalija Bessmertnova, Vera Colombo, Elisabetta Terabust, Galina Mezenceva, Altynai Asylmuratova, Alessandra Ferri, Viviana Durante, Giselle è stato il “cavallo di battaglia” di Carla Fracci, da lei interpretata moltissime volte accanto a celebri partner.. Nel 2004 Carla Fracci ha realizzato per il Teatro dell’Opera di Roma una versione a sua firma.

Per quanto riguarda invece il ruolo di Albrecht, si ricordano i nomi di Lucien Petipa, Rudolf Nureev, Erik Bruhn, Michail Lavrovskij, Michail Baryšnikov, Vladimir Vasiliev, Giuseppe Picone, Roberto Bolle….

Eugenio Montale, il noto poeta, scrisse: “Carla Fracci è Giulietta… Carla eterna fanciulla”.

Nel 1959 Carla Fracci o interpretò per la prima volta Giselle per il Royal Festival Hall di Londra e nacque subito il suo grande amore per quel personaggio che più di tutti l’ha resa celebre e consegnata alla storia della danza. La Fracci portò alle estreme conseguenze la partecipazione interiore al personaggio, provocando così un arricchimento di gesti e movimenti che inserì un po’ per volta; ci fu in particolar modo una chiara scelta espressiva in alcune parti del balletto, considerate fino ad allora convenzionali, e nella sua lettura del balletto la Giselle del primo atto sembra già consapevole di ciò che accadrà nel secondo. Tra i grandi ruoli romantici che la Fracci interpretò è doveroso ricordare anche la silfide in La Sylphide, il balletto creato da Filippo Taglioni per la figlia Maria, che segnò l’inizio della carriera romantica caratterizzata dal tutù bianco, dal salire sulle punte, dalla leggerezza eterea delle ballerine che sembrano quasi librarsi in aria. Carla Fracci ne accetta lo stile, le movenze e la concezione, per liberare poi i sentimenti primordiali. La Fracci interpreta i ruoli romantici, fra tutti Giselle,  con coscienza moderna, usa il linguaggio di allora ma dà a quei gesti la sua anima; dove interviene con qualche cambiamento, lo fa sempre attraverso il linguaggio dell’epoca. Il successo che riscosse nel repertorio romantico fu tale che venne paragonata alla Taglioni.

Sara Zuccari

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