Nello splendido scenario di Bacoli, con tre date ‒ 19 e 30 luglio e 10 agosto 2025 ‒ il Comune di Bacoli, con la lungimirante visione del Sindaco Josi Gerardo, della Ragione e del Vicesindaco ed Assessore alla Cultura Mauro Cucco, con l’Associazione AR-TU, presenta la nuova edizione del Festival internazionale della cultura e della danza “Anima Flegrea”, progetto e direzione artistica di Antonio Colandrea. Il Festival, che celebra l’identità culturale e la straordinaria eredità storica dei Campi Flegrei, uno dei territori più affascinanti e ricchi di fascino del Sud Italia, propone un programma rinnovato che comprende nuove tappe e suggestive location, quali il Porto di Baia, Villa Ferretti e il Pontile di Torregaveta. “Anima Flegrea” si conferma come un evento unico capace di intrecciare performance artistiche, narrazioni mitologiche e approfondimenti storici, coinvolgendo attivamente il territorio e la sua comunità. Un’occasione imperdibile per riscoprire le radici, i miti e le tradizioni di questa terra straordinaria attraverso un’esperienza culturale coinvolgente e innovativa.
“Anima Flegrea” torna nel 2025 con nuove tappe e un nuovo scenario: cosa ci può anticipare su questa edizione a Bacoli?
L’edizione 2025 si distingue dalle precedenti per una novità importante: la programmazione non sarà più concentrata in giorni consecutivi. Quest’anno proponiamo tre appuntamenti, in tre giornate diverse e in tre location differenti. Una formula pensata per offrire al pubblico maggiore libertà di scelta: ognuno potrà decidere a quale evento partecipare, in base ai propri interessi, alla curiosità del momento o, semplicemente, alla voglia di lasciarsi sorprendere.
In che modo il Festival racconta e celebra l’identità culturale e storica dei Campi Flegrei?
Non esiste un solo modo per raccontare l’identità dei Campi Flegrei. È una terra complessa, stratificata, ricca di contrasti e suggestioni. Proprio per questo Anima Flegrea, più che un semplice contenitore culturale, è un racconto corale, vivo, in continua trasformazione. Io stesso, che ne sono il direttore artistico e l’ideatore, ho scelto consapevolmente di tornare qui, nei Campi Flegrei, dopo trent’anni di carriera a Firenze. È la terra che mi ha dato i natali, e sentivo il bisogno profondo di restituirle qualcosa. Questa stessa appartenenza accomuna anche tutti i membri del nostro staff. Siamo tutti figli di questa terra, e ciascuno porta con sé quel tono magmatico, quel colore intenso, quella forza creativa che nascono proprio dal vivere in un luogo tanto fertile quanto ardente. È un’identità che pulsa sotto la superficie, e che inevitabilmente si riflette in ogni scelta artistica, organizzativa, umana.
Quali sono le principali novità che distingueranno l’edizione 2025 dalle precedenti? Ci può svelare qualche dettaglio?
Quest’anno, la novità più significativa è che il fil rouge dell’intera programmazione sarà la danza. Nella serata inaugurale, ad esempio, presenteremo una sfilata di alta moda curata dall’Alta Sartoria Bencivenga, ma con una particolarità: le modelle saranno ballerine, non semplici indossatrici. Il titolo dell’evento, Sirene – La moda veste la danza – non è casuale: per me, queste danzatrici incarnano le muse sommerse nel mare di Baia, simbolo di una bellezza senza tempo e di un legame profondo con il nostro territorio. La danza, in quanto arte dell’eleganza per eccellenza, diventa così protagonista di una passerella di alta moda di grande rilievo. Anche nella serata di gala, la danza avrà un ruolo centrale: le performance si alterneranno ai momenti di premiazione e saranno eseguite da ballerini di prestigiose compagnie, come quella dell’Arena di Verona. A condurre questa serata ci sarà Veronica Maya, una professionista con una solida formazione artistica e una lunga carriera televisiva. La sua esperienza e la sua passione per la danza arricchiranno ulteriormente l’evento. Infine, l’ultima serata, intitolata E lucean le stelle, sarà un omaggio alla memoria di Enzo Moscato. L’intervento teatrale di Emilio Massa sul pontile di Torregaveta sarà accompagnato dalla danza, creando un connubio perfetto tra arte, memoria e territorio.
Il programma prevede tre nuove location: come sono state selezionate e che ruolo avranno nel racconto artistico del festival?
I Campi Flegrei sono un luogo di contrasti armoniosi: da un lato, la profondità culturale e filosofica che ha dato origine a miti, visioni e saperi; dall’altro, una vitalità popolare fatta di voce, corpo, tradizione. Qui si riflette la complessità del Mediterraneo e di una terra che pensa, vibra, parla e danza. Tre location di pura bellezza estetica nel Comune di Bacoli, per una visione elegante: il Porto di Baia, un luogo dal fascino intriso di acqua, luce e memoria. Qui la bellezza è più densa, stratificata, quasi onirica: le barche, i riflessi, i resti sommersi raccontano una sensualità visiva che può ispirare coreografie lente ed esperienze immersive. È un palcoscenico dove il passato danza insieme al presente e ritorna per augurare un futuro migliore; Villa Ferretti, caratterizzata da un’architettura elegante, sobria ma evocativa, incastonata tra storia e paesaggio. La villa è uno spazio scenico ideale per restituire un’estetica di grazia e rigore: danza, musica e performance artistiche possono qui trovare un contenitore che valorizza e amplifica ogni gesto; Torregaveta, il cui pontile, che si allunga verso l’orizzonte, è una passerella naturale tra cielo e mare. Una visione pulita, quasi metafisica, perfetta per progetti visivi che vogliano raccontare la leggerezza e la forza del movimento nello spazio. Un teatro a cielo aperto, sotto le stelle. Una location che mi ha ispirato tanto.
Quanto è importante, secondo Lei, il coinvolgimento del territorio e della comunità locale in un progetto culturale di questa portata?
Coinvolgere il territorio dei Campi Flegrei in un progetto culturale non è solo importante, è fondamentale. Parliamo di un’area con una stratificazione storica e mitologica unica al mondo, ma anche con un’identità viva, popolare, fatta di comunità, di tradizioni che ci attraversa ogni giorno. Inoltre, c’è una bellezza potente nei Campi Flegrei: una bellezza che merita di essere raccontata attraverso la musica, la danza, il teatro, ma sempre nel rispetto della memoria e dell’anima del luogo. È solo in questo equilibrio ‒ tra passato e presente, tra territorio e visione ‒ che un progetto culturale può davvero lasciare un segno.
“Anima Flegrea” unisce arte, storia e mito: in che modo questi elementi si intrecciano e dialogano nelle performance proposte?
Il mito, l’arte e la storia si intrecciano seguendo il fil rouge della danza. Non è un caso se la nostra terra è ballerina: riesce a muoversi con grazia tra le arti, unendole armoniosamente in un unico, affascinante racconto.
Quale spazio sarà dedicato ai giovani artisti e alle nuove forme di linguaggio performativo all’interno del festival?
Anima Flegrea si apre nel segno della visione e del rinnovamento ed è per questo che abbiamo voluto dare tantissimo spazio ai giovani talenti. Tra i premiati di quest’edizione, un giovane pianista appena diplomato al Conservatorio, promessa della scena musicale nazionale, e Antonio Tello, brillante danzatore originario di Bacoli, già riconosciuto per il suo stile e la sua sensibilità artistica. Sarà con noi anche Simone Turturiello, giovanissimo talento della street dance, che con la sua energia ha saputo conquistare pubblico e addetti ai lavori. E non possiamo non citare Benedetta Imperatore, altro nome emergente che rappresenta perfettamente lo spirito del festival: passione, dedizione e talento puro. Inoltre, siamo orgogliosi di ospitare i ragazzi che frequentano i corsi di perfezionamento: giovani danzatori e musicisti che stanno crescendo artisticamente grazie al lavoro dei loro maestri, i quali saranno protagonisti anche nella serata di gala dedicata ai premi e saranno appunto premiati all’Alta Formazione. Un segno concreto di continuità tra generazioni, che è il cuore pulsante della nostra visione.
Cosa direbbe a chi non ha mai partecipato al festival e si prepara a viverne l’esperienza per la prima volta?
A chi non ha ancora partecipato al festival, dico: ti osservo da lontano. Se coglierò in te talento, passione e autenticità, sappi che prima o poi arriverà anche il tuo momento. Perché “Anima Flegrea” non dimentica chi merita: chi vale, verrà chiamato.
Quali sono state le principali sfide nell’organizzazione di un evento così complesso e radicato nel territorio?
La sfida più grande, nell’organizzare un festival di questa portata, è far comprendere alle istituzioni e agli sponsor privati che sostenere la cultura non è un costo, ma un investimento. Il nostro territorio potrebbe vivere di cultura: ne ha la vocazione, la storia, il patrimonio. Abbiamo una ricchezza culturale straordinaria, che merita di essere tutelata, valorizzata e condivisa. Investire nella cultura significa creare futuro, identità e sviluppo. E i Campi Flegrei ne sono la prova vivente. Tutto questo è stato possibile grazie al sostegno concreto del Sindaco e del Vicesindaco di Bacoli, che mi hanno accolto, ascoltato e affiancato. Insieme abbiamo scelto di guardare nella stessa direzione: quella della cultura come strumento di crescita, appartenenza e bellezza per la comunità.
Guardando al futuro, come immagina l’evoluzione di “Anima Flegrea” nei prossimi anni?
Immagino – e soprattutto spero – che il festival possa contribuire a far conoscere la bellezza autentica dei Campi Flegrei. Più che dilungarsi sulla storia, che qui è ovunque e parla da sé, il vero obiettivo è accendere i riflettori su un territorio che merita di essere vissuto, raccontato e rispettato. In fondo, il mio sogno è semplice ma ambizioso: che Bacoli possa diventare la Spoleto del Sud. Un luogo dove arte, danza, musica e patrimonio si incontrano, dando vita a un polo culturale riconosciuto e amato, dentro e fuori i confini regionali.
Lorena Coppola
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