Nel cambiamento vertiginoso sotto i nostri occhi, il mondo offre lo spettacolo tossico, disunito, venale e orrendo, delle brutalità belliche, delle indegnità senza vergogna, dell’arroganza dei forti, del sopruso o addirittura soppressione dei deboli. E di tanta odiosa indifferenza. Uno spettacolo osceno. Da ob-skené = che non-pertiene-alla-scena. Il Festival Aperto darà uno spettacolo diverso, fatto di idee che criticano, artisti e persone che dialogano, vigili, consce della complessità. Nuove liberazioni, nell’80° della Liberazione.
Il festival (19 settembre – 22 novembre 2025) si svolgerà a Reggio Emilia tra Teatro Municipale Valli, Teatro Ariosto, Teatro Cavallerizza, Sala Verdi, accogliendo musicisti, danzatori, performer, coreografi, artisti italiani e internazionali: si attiveranno nuove reti e collaborazioni, altre si rinnoveranno. Una costellazione di artisti internazionali e italiani attraversa le frontiere tra generi, culture e linguaggi in un programma che continua ad interrogarsi sul nostro presente. Un programma contaminato in cui musica e danza contemporanea si incontrano e contaminano con altre discipline, linguaggi, saperi. Tra memoria e futuro, tra radici identitarie e visioni cosmiche, la musica si fa atto politico, poesia sonora, spazio di incontro.
La parte della danza riunisce alcune delle voci più incisive e visionarie del panorama internazionale, con un programma che attraversa i temi dell’identità, della resistenza, della memoria e della trasformazione. La danza diventa linguaggio per raccontare il presente, moltiplicare i punti di vista e invitare a ripensare i corpi e i loro racconti sulla scena.
La DRESDEN FRANKFURT DANCE COMPANY presenta Undertainment, in cui William Forsythe torna a lavorare con la compagnia da lui fondata, esplorando l’improvvisazione come sistema coreografico aperto e imprevedibile. Segue Lisa di Ioannis Mandafounis, con musica dal vivo di Gabriele Carcano, un esperimento di “coreografia dal vivo” dove i danzatori assumono spontaneamente il controllo della scena, tra poesia, gesto e suono.
Con Chroniques, coproduzione in prima italiana, PEEPING TOM conferma la sua visione radicale e la sua estetica iperrealista, dando vita a un’opera immaginifica ideata da Gabriela Carrizo, che sfida i confini tra corpo, spazio e tempo, in un vero e proprio labirinto temporale. La collaborazione con gli artisti Lolo & Sosaku intensifica la potenza visiva e sensoriale di un’esperienza scenica fuori dagli schemi.
È un ritorno anche per la HOFESH SHECHTER COMPANY, di nuovo ad Aperto con Theatre of Dreams, spettacolo acclamato e travolgente. Un’esplosione di energia coreografica e musicale, dove sogno e realtà si intrecciano in un viaggio emotivo collettivo. Lo stile inconfondibile di Shechter, tra pulsazioni sonore e movimento viscerale, conquista ancora una volta la scena.
Ancora tre coreografi di fama internazionale firmano Glory Hall, Reconciliatio e Solo Echo per CCN ATERBALLETTO: Diego Tortelli esplora uno spazio sospeso tra ribellione e sensualità; Angelin Preljocaj mette in scena un duetto sulla riconciliazione tra luce e fine dei tempi; Crystal Pite indaga perdita e accettazione con straordinaria potenza emotiva.
In Hands Made, invece, l’artista turca BEGÜM ERCIYAS invita il pubblico ad un’esperienza partecipativa al buio, dove il tatto e il contatto tra mani sconosciute diventano strumenti per riscoprire l’umanità. Un’opera sorprendente che riflette sul passaggio dal lavoro manuale alla realtà digitale, tra isolamento e comunità.
Dalla fisicità estrema alla riflessione sociale, JAN MARTENS con The dog days are over 2.0 e MANUEL ROQUE con Bang Bang mettono in scena corpi sottoposti a sforzi estenuanti, tra rigore coreografico e fragilità umana, interrogando il ruolo dello spettatore e la natura della performance, mentre con Asteroide, MARCO D’AGOSTIN costruisce un duetto impossibile tra scienza e amore, teatro e musical, in un racconto sull’imprevedibilità della vita e sul potere dell’intrattenimento.
OONA DOHERTY, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia, porta in scena Hope Hunt and the Ascension into Lazarus, interpretato da Sati Veyrunes e accompagnato dal dj set live di Luca Truffarelli, per decostruire stereotipi di mascolinità e marginalità con forza e urgenza.
Con LOS(V)ERS e WEIRDO, MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY e i coreografi Roberto Tedesco ed Enrico Morelli affrontano due disagi generazionali: il silenzio degli hikikomori e la sensazione paralizzante di inadeguatezza.
In I carry all the names I am given, la norvegese LISA COLETTE BYSHEIM indaga la spettatorialità attraverso la lente della teoria femminista, del cyberpunk e del soft power, tra latex, sguardo e resistenza, in un primo studio al termine di una residenza artistica.
In scena tornano i corpi, imperfetti nella perfezione: con la prima assoluta Michel – The Animals I Am (nell’ambito del network RING) CHIARA BERSANI costruisce un potente atto corale di rappresentazione e autonomia, con tre performer con disabilità che riscrivono i canoni della bellezza e della visibilità, mentre CRISTINA KRISTAL RIZZO e DIANA ANSELMO danno vita a Monumentum DA, un dialogo intenso tra corpo, memoria e Lingua dei Segni Italiana, per una nuova grammatica della presenza.
Con redrum. Attraverso lo specchio, GRUPPO NANOU reinventa il rito teatrale in un’esperienza immersiva e perturbante, dove realtà e finzione si confondono. Vincitore del Premio Ubu 2024, lo spettacolo – qui riscritto e ridisegnato coreograficamente nel contesto unico della Sala degli Specchi del Teatro Valli – inaugura il visionario progetto Overlook Hotel, mentre con Abracadabra, COLLETTIVO CINETICO e Francesca Pennini propongono un “esercizio di magia” che attraversa danza, teatro e arte visiva, mettendo in discussione le regole della percezione.
Ancora sul fronte internazionale, il potente BLKDOG del britannico BOTIS SEVA e della sua compagnia Far From The Norm fonde hip hop e danza contemporanea in un’opera visionaria che affronta rivendicazioni sociali e personali in uno spettacolo “very black, very street, intensely theatrical and totally entrancing”.
Chiude la rassegna il greco CHRISTOS PAPADOPOULOS, nome ormai di spicco del panorama coreografico, con la nuova coproduzione My fierce ignorant step: dieci danzatori trasformano i ricordi sonori in un inno alla vitalità e all’incontro, tra euforia collettiva e minimalismo coreografico.
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Michele Olivieri
Foto di CCN Aterballetto ph. Christophe Bernard
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