25-26 ottobre
CHOTTO DESH
regia e adattamento Sue Buckmaster (Theatre-Rites)
composizione musicale Jocelyn Pook
disegno luci Guy Hoare
storie immaginate da Karthika Naïr e Akram Khan
La favola della nonna in Chotto Desh è tratta dal libro Il cacciatore di miele”
scritto da Karthika Naïr, Sue Buckmaster e Akram Khan
ballerini Jasper Narvaez o Nicolas Ricchini
progettazione visiva originale Tim Yip
animazione visiva originale YeastCulture
produzione Akram Khan Company
coprodotto da MAC, Belfast
La Akram Khan Company arriva per la prima volta a Perugia con la sua amatissima produzione per famiglie Chotto Desh (Piccola Patria). Adattato nel 2015 dalla direttrice del Theatre-Rites Sue Buckmaster, basandosi su DESH del coreografo e danzatore anglo-bengalese Akram Khan – uno dei più celebri artisti nel mondo della danza di oggi –, lo spettacolo è un commovente e brillante sogno a occhi aperti che tra danza, musica, parola e animazioni video, racconta le fasi più delicate della crescita di un individuo, la relazione con i propri genitori, la ricerca della propria identità, celebrando la resilienza dell’animo umano nel mondo moderno. L’opera si avvale della qualità unica di Khan nel narrare storie interculturali, creando una narrazione avvincente e poetica sui sogni e ricordi di un ragazzo che desidera diventare un danzatore e si ribella alle aspettative del padre. Unendo la danza classica indiana (Kathak) e la danza contemporanea occidentale con una squisita commistione di testi parlati, animazioni oniriche – enormi elefanti, divertenti coccodrilli, nuvole di farfalle, fiori e piante –, immagini e musiche appositamente composte, Chotto Desh è un’incantevole e toccante esperienza di teatro-danza capace di parlare a tutte le età con leggerezza e profondità.
7 novembre Rassegna di Danza “PERCHÉ NON BALLATE?”
ASTEROIDE
di e con Marco Agostin
suono Luca Scapellato
canzoni Marco D’Agostin, Luca Scapellato
scene Paola Villani, Bots Conspiracy
luci Paolo Tizianel
costumi Gianluca Sbicca
produzione VAN
Un omaggio al musical, alle sue travolgenti e paradossali logiche, alle storie d’amore che finiscono improvvise come un asteroide e alla nostra umana, intollerabile finitezza. Con la consueta ironia, Marco D’Agostin costruisce una partitura per voce e corpo che muovendosi tra paleontologia, danza e sentimento racconta gli infiniti modi coi quali la vita trova sempre il modo di resistere. La geologia e il romanticismo hanno una cosa in comune: raccontano che le cose durano a lungo. L’assurda ipotesi di un asteroide che avrebbe portato all’estinzione istantanea di tutti i dinosauri ha sconvolto la comunità scientifica negli anni ‘80: nessuno poteva accettare una storia così terribilmente affascinante ma insieme troppo inverosimile. La stessa incredulità di chi, all’improvviso, si ritrova senza un amore: è difficile accettare che la vita possa cambiare direzione in modo così repentino e crudele. In un corpo a corpo con Broadway, il divulgatore/performer dà vita a un inedito duetto che ha per coppie di protagonisti la scienza e l’amore, l’intrattenimento e l’informazione, la vita e la morte, la danza e il teatro. Tra tradimenti, ossa di dinosauro e misteriose grotte piene di iridio, Asteroide racconta la straordinaria capacità della vita – e dunque dell’arte – di ripresentarsi sempre, in nuove forme, senza soccombere mai.
12 dicembre Rassegna di Danza “PERCHÉ NON BALLATE?”
ELYSIUM
di C.G.J. Collettivo Giulio e Jari
con Jari Boldrini, Sofia Galvan, Chiara Montalbani e Giulio Petrucci
composizione e musica Simone Grande
luci Gerardo Bagnoli
costumi C.G.J. Collettivo Giulio e Jari e Dario Musco Iona
produzione Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni
Elysium è la nuova creazione di C.G.J. Collettivo Giulio e Jari, una composizione coreografica pensata per quattro corpi, che segna l’inizio di una nuova fase di ricerca e sperimentazione. Il progetto nasce dall’incontro tra due universi carichi di mistero: la poetica visiva della pittrice Lou Benesch e l’atmosfera enigmatica di Elysium Planitia, regione marziana sospesa tra realtà e immaginazione. Questo dialogo tra mondi distanti si riflette anche nella scrittura corporea della performance, dove le presenze in scena si incontrano e si ascoltano, tessendo relazioni fatte di contrasti, complicità e risonanze sottili. Non c’è distinzione tra generi, ma un’esplorazione fluida delle identità e delle dinamiche relazionali.
21-22 gennaio
MALDONNE
coreografia Leïla Ka
interpreti Océane Crouzier, Jane Fournier Dumet, Leïla Ka, Jade Logmo, o Justine Agator o Adèle Bonduelle o Lise Messina o Flore Ruiz
light designer Laurent Fallot
regia luci Laurent Fallot o Clara Coll Bigot
sound designer Rodrig Desa
produzione CENTQUATRE-PARIS e Cie Leïla Ka
Maldonne è il primo lavoro corale di Leila Ka, coreografa e danzatrice francese rinomata per la sua fusione di danza urbana e contemporanea; come scrive Le Monde: “il suo successo è rispecchiato da tour fenomenali tutti sold out: è attualmente la giovane coreografa più popolare, con oltre cento date all’anno.” Lo spettacolo esplora in modo altamente evocativo le fragilità, la ribellione e le molteplici identità che coesistono all’interno della femminilità. A metà strada tra danza contemporanea e teatro, l’artista costruisce un’opera liberatoria in cui rivela e veste, in tutti i sensi, le fragilità, le ribellioni e le molteplici identità indossate da cinque danzatrici nel tentativo di restituire una personale immagine del femminile. Paillettes, tulle, animalier. Abiti da sera, camicie da notte, abiti da sposa. Vestiti troppo grandi, troppo piccoli, troppo stretti o troppo ampi. Quanti abiti può vestire una donna? Le protagoniste si esibiscono in 40 diversi vestiti; abiti che volano, che brillano, che esplodono, che girano, che strisciano per terra o che cadono.
7 febbraio Rassegna di Danza “PERCHÉ NON BALLATE?”
HIT
di Parini Secondo x Bienoise
con Sissj Bassani, Camilla Neri, Martina Piazzi, Francesca Pizzagalli
coreografia Parini Secondo
musica e partitura Alberto Ricca / Bienoise
voci Sissj Bassani
light design Bianca Peruzzi
costumi e intrecci Giulia Pastorelli
corde MarcRope Milano
produzione Parini Secondo, Associazione Culturale Nexus
HIT è un progetto coreografico e musicale sul salto della corda utilizzato come elemento percussivo per manifestare i ritmi incarnati.Dopo un anno di preparazione atletica supportata dalla comunità di jumpers italiana e sponsorizzata dalle corde di MarcRope – Make your cardio an art (Milano), Parini Secondo e Bienoise si focalizzano sul suono che la corda saltata produce, sviscerandone le possibilità timbriche. Le saltatrici in scena eseguono una partitura ritmica e insieme coreografica in cui “single-under”, “side-swing” e “double-under” sono sia elementi atletici che musicali: combinati a voce e suoni sintetici si armonizzano in una vera e propria HIT. HIT nobilita l’intima pratica dell’allenamento elevandola ad azione performativa: il susseguirsi martellante dei colpi di corda è l’eco della ribellione contro quelle forze che ci vorrebbero immobili stese a terra con gli occhi chiusi.
21-22 febbraio
SCHWANENGESANG D744 (CANTO DEL CIGNO)
di Romeo Castellucci
concezione e regia Romeo Castellucci
musica Franz Schubert
interferenze Scott Gibbons
collaborazione artistica Silvia Costa
drammaturgia Christian Longchamp
con Valérie Dréville, Kerstin Avemo (soprano) e Alain Franco (pianist)
realizzazione dei costumi Laura Dondoli e Sofia Vannini
produzione esecutiva Societas
coproduzione Festival d’Avignon, La Monnaie/De Munt Bruxelles
Romeo Castellucci – artista visionario, regista e scenografo di fama mondiale – con lo spettacolo Schwanengesang D744 porta in scena i Lieder di Franz Schubert, poesie cantate per voce e pianoforte come rappresentazioni dei sentimenti del Romanticismo. “Il titolo – che significa “Canto del cigno” – viene da un Lied di Schubert che, cantato insieme ad altri, costituisce questa serata di canzoni. Siamo insieme, di nuovo, nella caverna inattuale del cavo di un teatro, ad ascoltare della musica schubertiana. Tutto scorre semplice, letterale, apparentemente senza conflitti. Ma mentre sono seduto nel buio ad ascoltare nasce una domanda: come fa questa donna che canta ad aver vissuto ciò che io stesso non ho mai vissuto; eppure – si – sono certo di averlo fatto un tempo. Come fa a conoscere la mia intimità più a fondo di me stesso? Qual è l’origine della sua canzone che tocca così profondamente la mia origine? E che origine hanno queste mie lacrime, ora, prive di contenuto e diametralmente opposte al sentimentalismo – che odio – ?”. Romeo Castellucci
6 marzo
THE RED SHOES
coreografia e scenografia Philippe Kratz
interpreti Bonetti Sofia, Capetola Matteo, Catalano Carmine, Catapano Alice, Ciattini Beatrice, Di Ciolo Matilde, Galdo Veronica, Nolli Aldo, Poggini Niccolò, Rizzo Paolo
drammaturgia Sarah Ströbele
musica Pierfrancesco Perrone
luci Giulia Maria Carlotta Pastore
costumi Grace Lyell
produzione Nuovo Balletto di Toscana
The red shoes del pluripremiato coreografo tedesco Philippe Kratz – Direttore artistico del Nuovo Balletto di Toscana – è dedicato all’omonima favola di Andersen portando lo scenario della fiaba ai giorni nostri. Le Fiabe di Andersen sfidano la tradizionale giustapposizione di soggetto e oggetto, così anche nel suo racconto sulla ragazza Karen e le scarpette rosse. La creazione di Kratz, con musiche originali composte da Pierfrancesco Perrone, affronta questo legame stranamente indissolubile, che non è determinato solo dall’utilità funzionale o dal vano desiderio di possesso, ma può anche comportare una perdita di autonomia. Dividendo in due lo spazio scenico vengono riprese anche le proiezioni legate ai desideri che dominano il nostro mondo delle merci e dei consumi. In contrasto con la fiaba, che si conclude con la violenta liberazione della protagonista dalle scarpette rosse e con la sua redenzione, la coreografia di Kratz si concentra infine sulla messa in discussione del ruolo degli oggetti nelle relazioni interpersonali. Spiega il coreografo: “Non percepisco Karen come disobbediente o vanitosa; una prospettiva che è enfatizzata nella fiaba. Al giorno d’oggi siamo così abituati a consumare e spesso vediamo i prodotti come un mezzo per raggiungere un fine: farci notare dagli altri, relazionarci e sottolineare la nostra individualità. Anche Karen cerca di entrare in contatto con gli altri e trovare sicurezza attraverso le scarpe rosse. In questo fallisce miseramente. Eppure ciò che cerca corrisponde a un desiderio che molti di noi probabilmente conoscono: appartenere a un collettivo e tuttavia rimanere un individuo.”
21-22 marzo Rassegna di Danza “PERCHÉ NON BALLATE?”
redrum
di gruppo nanou
coreografie Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci
spazio scenico, colori, dispositivo luminoso Marco Valerio Amico
musiche Bruno Dorella
con Carolina Amoretti, Marina Bertoni, Rhuena Bracci, Andrea Dionisi, Agnese Gabrielli, Marco Maretti
scene e luci Marco Valerio Amico
costumi Rhuena Bracci
produzione Nanou Associazione Culturale, Ravenna Festival, Operaestate Festival Veneto, Hangartfest
Premio Ubu 2024 ex-aequo nella categoria “miglior spettacolo di danza”
redrum è il primo capitolo del nuovo progetto pluriennale Overlook Hotel di gruppo nanou, formazione nata nel 2004 come spazio di confronto delle visioni artistiche di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura, diventando luogo dove corpo, suono e immagine trovano un linguaggio comune nella coreografia, dando vita a un’opera organica. Il titolo dello spettacolo omaggia Shining, sia il romanzo di Stephen King che la interpretazione filmica che ne ha dato Stanley Kubrick, evocando l’idea di uno spazio inesistente ma familiare, capace di scatenare un immaginario conturbante popolato da fantasmi e da ricordi in cui si perde il confine tra realtà, sogno e desiderio. redrum è una installazione coreografica per cinque danzatori e un performer in cui vengono riscritte le regole del rito teatrale per trasformare lo spettacolo in luogo da abitare: l’azione coreutica non ha confini tra palco e platea mescolando il reale con l’inverosimile, trasformando la comune percezione e invitando lo spettatore a esplorare un mondo in cui i confini tra vero e falso si dissolvono, permettendo che un oggetto si componga davanti agli occhi in modo unico e forse, se siamo fortunati, irripetibile. In redrum tutto accade, è sempre accaduto e accadrà ancora.
8-9 maggio Rassegna di Danza “PERCHÉ NON BALLATE?”
TU NON MI PERDERAI MAI. Liberamente “inspirato” dal cantico dei cantici
di Raffaella Giordano, Stefania Tansini
coreografie Raffaella Giordano
danzate da Stefania Tansini
creazione luci Gianni Staropoli, Maryse Gaultier
disegno del suono e composizione elettroacustica Lorenzo Brusci
suono aggiunto Jòhann Jòhannsson
costumi Beatrice Giannini
luci Maria Virzì, Lucia Ferrero
produzione Sosta Palmizi
in coproduzione con Triennale Milano Teatro, Fuorimargine Centro di produzione di danza e arti performative della Sardegna
“Dopo vent’anni, la trasmissione di Tu non mi perderai mai di Raffaella Giordano a Stefania Tansini, potrà creare attesa. Protagonista del contemporaneo “storico”, (Carolyn Carlson, Pina Bausch, Sosta Palmizi), tuttora instancabile istigatrice di sensibili incontri coreutici, Giordano si affida a un’artista speciale per re-interpretare un assolo tra i suoi più misteriosi e inafferrabili. Liberamente “inspirato” dal Cantico dei Cantici, Tu non mi perderai mai è quello che più si attaglia alla semplicità intima e “sacra” della Tansini. Vi è in gioco il difficile passaggio di testimone da un corpo all’altro, soprattutto l’indicazione di una via che può e deve deragliare con esiti inattesi. Nel Cantico, Giordano auscultava il testo ebraico con esiti ipnotici. Impossibile staccare gli occhi dalle sue azioni minimaliste, lente e sobrie; dalle braccia formanti rotondità perfette, sfioranti il suolo come fosse la pelle dell’amato… ma il sottile richiamo amoroso restava inevaso. Presenza/ assenza in un deserto di lacerti gestuali, l’autrice/danzatrice indugiava tra una vita non ancora vissuta e un desiderio svanito. Così la pièce potrebbe risorgere con quella melanconica estraneità dalle mille tensioni rattenute della Tansini. Di sicuro qui il messaggio diverrà medium di sensoriali tenerezze e dolorose sfide, tutte da scoprire.” Marinella Guatterini
INFO:
Tel. 075 575421
da lunedì a venerdì,
dalle ore 9 alle ore 13.30 e dalle 15 alle 18
Michele Olivieri
Foto di Matteo Bertelli
www.giornaledelladanza.com
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