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Libertà (di danze, tradizioni, stili) al Ravenna Festival 2016

alonzo king

È dedicato a Nelson Mandela quest’anno il programma del Ravenna Festival, che si svolge in vari luoghi della città dal 28 maggio al 23 luglio, e che celebra la libertà in ogni sua forma, abbinando alla figura simbolo di questa edizione anche la prosecuzione dell’omaggio a Dante e al suo libertà vo cercando…

Un programma molto ricco, che per la danza inizia con il Gruppo Nanou, dall’8 al 10 maggio alle Artificerie Almagià, che in Xebeche (coreografia di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci) si confronta con la struttura coreografica dell’ottetto, attraverso una strategia giocata sulla formalizzazione della figura e del recinto che le sta attorno; un recinto con cui il corpo entra in conflitto inevitabilmente.

Spazio anche al musical dal 9 al 12 giugno al Teatro Alighieri con la Cape Town Opera in Mandela Trilogy, uno spettacolo musicale dedicato al leader sudafricano, ritratto in tre fasi della sua vita tra l’uomo simbolo della libertà e i chiaroscuri della sua vita privata. Uno spazio alla tradizione musicale extraeuropea che si completa con lo spazio a un’altra tradizione, quella del Butoh, presentato da Ushio Amagatsu, erede di seconda generazione del Butoh di Hijikata e Kazuo Ohno, e autore di un’emancipazione dalla natura iconoclasta legata al Giappone post‑Hiroshima a favore di un genere più universale; con la sua compagnia – tutta al maschile – fondata nel 1975, ne ha distillato le forme in danze di bellezza rarefatta e sospesa, riproposte al Festival di Ravenna il 14 giugno al Palazzo Mauro de André.

Stesso posto, ma il 24 giugno, per un grande nome della danza internazionale: la Twyla Tharp Dance porta in scena An evening of four dances, una serata mista che mette in luce la curiosità e la natura eclettica di questa coreografa, che passa con naturalezza dalle remote Country Dances (1976) di un’America rurale, agli spigliati balli di coppia che omaggiano Sinatra, dai virtuosismi sulle variazioni di Paganini secondo Brahms, a un’anteprima mondiale costruita sull’Opus 130 di Beethoven e creata per uno dei suoi danzatori storici, Matthew Dibble.

Altro grande nome e altro omaggio a storiche voci della musica occidentale: il 28 giugno al Teatro Alighieri di Ravenna, in scena Chanteuse des rues, nuova creazione di Micha van Hoecke dedicata a Édith Piaf (e a Jean Cocteau); un susseguirsi di quadri scenici a suggerire il mondo che la circondava, a cominciare da Jean Cocteau, che l’andava ad ascoltare nel locale notturno dove si esibiva e le dedicò poi la famosa pièce Le bel indifférent. In questo mélange di musiche, canzoni e danza – tutte queste suggestioni confluiscono in un ritratto virtuale di Édith, mai chiamata direttamente in scena.

Il 30 giugno in scena Amore, la serata di Svetlana Zakharova con le étoiles del Bolshoi di Mosca, in una serata che racchiude una delle coreografie cammeo di Patrick De Bana, gli ironici e dissacranti “cigni” di Marguerite Donlon e Francesca da Rimini, balletto drammatico di Yuri Possokhov.

Tenetevi forte per gli ultimi due titoli della danza: il 6 luglio al Palazzo Mauro de André in scena la Batsheva Dance Company, con Decadence ed estratti dal repertorio firmato da Mr.Gaga: Ohad Naharin; mentre il 9 luglio, sempre nella stessa ambientazione, va in scena Writing Ground e Shostakovic di Alonzo King con la Alonzo King Lines Ballet, compagnia che porta in scena il suo stile neoclassico combinato alla forza della danza afroamericana.

Quale libertà migliore di un palcoscenico su cui si alternano senza differenze tante tradizioni, stili e nazionalità differenti? Da non perdere.

ORARI&INFO:

Ravenna Festival

Dal 28 maggio al 23 luglio

Vari luoghi della città

www.ravennafestival.org

Greta Pieropan

Foto: J.Marcus, Alonzo King Lines Ballet

www.giornaledelladanza.com

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