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Millenni di storia si fondono e danzano in “Material Men Redux”

Millenni di storia si fondono e danzano in “Material Men Redux”

 

Può davvero la ricerca di contaminazione della danza condurre alla fusione di due stili performativi che si discostano millenni l’uno dall’altro? Ebbene sì: ne è la conferma lo spettacolo Material Men Redux prodotto da Shobana Jeyasingh Dance, in scena all’interno del cartellone di Ravenna Festival 2017 al Teatro Alighieri del capoluogo romagnolo il 10 giugno alle ore 21.

Ideato, coreografato e diretto nella regia dall’omonima fondatrice della compagnia, lo spettacolo è stato originariamente commissionato nel 2015 dal Southbank Centre di Londra e viene presentato sul palcoscenico ravennate in prima nazionale.

Protagonisti assoluti della scena sono due danzatori di ingente fama internazionale, provenienti da excursus formativi ed esperienziali totalmente differenti: l’uno, Shailesh Bahoran, è un danzatore di hip hop che si contraddistingue in palcoscenico per le doti virtuosistiche, originali e assai espressive; l’altro, Sooraj Subramaniam, affonda, invece, le radici della sua preparazione coreutica negli studi di danza Bharatanatyam e Odissi, nate in India millenni or sono e diffusesi fino in Europa al giorno d’oggi.

L’arte bipolare di Sororaj Subramaniam e Shailesh Bahoran – l’uno solista virtuoso di Bharatanatyam, l’altro stupefacente danzatore di hip hop – si mette alla prova nei Material Men coordinati da Shobana Jeyasingh. Di origine indiana ma attiva a Londra, Shobana ha esplorato fin dagli esordi le sue doppie radici, creando sinergie visionarie fra la tradizione della danza indiana e la contemporaneità metropolitana. Material Men è un nuovo tassello del suo percorso, creato nel 2015 in sintonia tematica con i danzatori, e ora ampliato a serata intera su musiche di Elena Kats-Chernin. Duetto acceso dal virtuosismo, dove emerge in controluce il battito forte di un messaggio sullo sfruttamento degli indiani al tempo del colonialismo. Ovvero, quando la (bella) danza è (anche) un atto politico. (ravennafestival.org).

Ad orchestrare perfettamente l’intera “macchina scenica” vi è un team creativo di tutto rispetto, composto da: Elena Kats-Chernin, autrice delle musiche, performate dal vivo da The Smith Quartet, di cui fanno parte Ian Humphries e Rick Koster (violini), Nic Pendlebury (viola) e Deidre Cooper (violoncello); Simon Daw, curatore di scene, costumi e video design; Floriaan Ganzevoort, lighting designer; e, infine, Leafcutter John, sound designer.

Migrare significa molto più che solcar mari sconosciuti in direzione di terre straniere. Anzi, l’arrivo segna l’inizio di un viaggio molto più complicato di quello intrapreso nel porto d’imbarco. L’umano desiderio di mantenere un legame con ciò che ci si è lasciati alle spalle viene inevitabilmente compromesso da fattori come distanza e differenze, anche nell’epoca della comunicazione istantanea. La stessa tenacia messa in campo per tener vivo il senso di permanenza, il senso del noto, può diventare tanto rigida e claustrofobica da stravolgere lo spirito di conservazione cui, formalmente, rende omaggio. In altre occasioni, la fedeltà al ricordo delle tradizioni viene scompaginata dalle modifiche apportate al modello del paese d’origine. Navigare in queste acque è un atto di equilibrismo, e richiede sia precisione che fantasia. Il passare del tempo e l’alternarsi delle generazioni nei Paesi d’arrivo mettono in moto altri viaggi, interiori e inarrestabili, e creano una potente alchimia assemblando elementi ricordati a metà con elementi che erano stati oggetto di un rifiuto totale. (S. Jeyasingh).

ORARI&INFO

10 giugno ore 21

Teatro Alighieri

Via Mariani, 2 – Ravenna

Tel: +39 0544 249211

www.ravennafestival.org

Marco Argentina

www.giornaledelladanza.com

Shobana Jeyasingh Dance / Material Men Redux © Chris Nash

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