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“Giulietta e Romeo”: amor vincit omnia, sempre e comunque

“Giulietta e Romeo”: amor vincit omnia, sempre e comunque

  È rincuorante, a volte, percepire come lo scorrere del tempo non lenisca affatto l’essenza di un’opera d’arte, come ad esempio una coreografia. Pensare, dunque, che lo spettacolo Giulietta e Romeo, creato da Fabrizio Monteverde e andato in scena lo scorso 25 febbraio al Teatro Il Celebrazioni di Bologna, conversi in maniera intatta la sua verve e comunichi perfettamente il suo messaggio dal lontano 1987 è senza dubbio la conferma di come un capolavoro riesca a essere davvero eterno. Nonostante il titolo shakespeariano sia stato “rovesciato”, come a incanalare la massima attenzione sulla protagonista, il primo occhio di bue è tutto per Romeo, un giovane uomo in abiti ben più contemporanei degli sfarzosi quattro o ottocenteschi, tanto elegante nella sua scioltezza quanto penetrante nell’espressività. Le note di Sergej Prokof’ev sembrano scivolare tra le pieghe dei calzoni così come fluire oltre le dita delle mani. La scena è tutta sua, fino all’ultimo minuto dell’intero spettacolo, in cui difficilmente gli altri personaggi riusciranno a pareggiarne il lustro. Il corpo di ballo del Balletto di Roma, infatti, denota nelle coreografie d’insieme qualche sbavatura, dispersa facilmente nei gesti di frenesia, di delirio che connotano un’ambientazione calda, mediterranea, il cui climax sensoriale ascendente raggiunge il ...

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Passione e mistero si sdoppiano a Bologna: “Carmen/Bolero” di Merola e Soavi

Passione e mistero si sdoppiano a Bologna: “Carmen/Bolero” di Merola e Soavi

  Un doppio appuntamento con la danza contemporanea è stato protagonista lo scorso 26 gennaio alle ore 21 al Teatro Duse di Bologna: si tratta dello spettacolo Carmen/Bolero, performato dalla MM Contemporary Dance Company. Come chiaramente enunciato dal titolo, un piacevolissimo omaggio a due delle opere musicali più celebri e distintive degli ultimi due secoli, rese ancor più uniche per l’occasione dagli intermezzi di Stefano Corrias (per Bolero) e dei Los Panchos (per Carmen), così diversi nella partitura melodica da connotare le coreografie apparentemente “distanti” l’una dall’altra. Ma sarà stato davvero così? Michele Merola per il suo omaggio al capolavoro di Ravel costruisce un “atto unico” di passi a due, assoli e pezzi d’insieme a diretto contatto con una struttura di carta a fisarmonica, modellabile su qualsiasi azione scenica. Forse un muro, un rifugio, un’alcova, un separè: non è ben chiaro, e non importa che lo sia. C’è, ed è protagonista di ogni storia danzata tanto quanto gli eccezionali ballerini che ne eseguono i movimenti: è un libro aperto alla pagina di un amore intenso ma segreto; è lo spioncino intrigante sull’erotismo tanto anelato; è la barriera che – seppur valicabile – allontana due mondi che probabilmente non intendono appartenersi ...

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“Cirkopolis”, uno show che vi cambia la vita!

“Cirkopolis”, uno show che vi cambia la vita!

  «Non veniamo al mondo per lavorare o per accumulare ricchezza, ma per vivere. E di vita ne abbiamo una sola» (J. Mujica): mai parole sarebbero state più azzeccate a sintetizzare il messaggio di Cirkopolis, spettacolo del Cirque Éloize andato in scena al Teatro Il Celebrazioni di Bologna lo scorso 24 gennaio alle ore 21. Suggestivamente nostalgico della più celebre pellicola di Fritz Lang, Cirkopolis catapulta lo spettatore in un universo futuristico – ma ben radicato nella visione del tempo presente – dove la fucina industriale, coi suoi ritmi incessanti e i processi sistematici, prevarica indefessamente sulla natura umana di chi ci lavora. Come se il senso delle vite stesse dipendesse solo da una macchina e dal suo corretto funzionamento. Dave St-Pierre e Jeannot Painchaud, uniti nella co-direzione dell’opera, hanno ben pensato di abbattere questo falso mito: tra acrobazie funamboliche, gag di autentica clownerie, contorsionismi straordinari e giocoleria virtuosistica, infatti, i personaggi in scena gradatamente si spogliano dei grigi e seriosi panni dell’affannosa routine quotidiana per ostentare muscoli guizzanti, tutine super sexy, gonne a campana da far invidia alla più spregiudicata pin up hollywoodiana. Allo stesso modo, le scenografie e musiche – rispettivamente curate da Robert Massicotte e Stéfan Boucher ...

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La magia della danza senza tempo: “La Bella Addormentata” de La Classique a Bologna

La magia della danza senza tempo: “La Bella Addormentata” de La Classique a Bologna

  Tuffarsi nella magia di un Balletto senza tempo provoca sempre una grande emozione, soprattutto quando la performance è riprodotta fedelmente rispetto al libretto, ai costumi e alle scene originali. È il caso de La Bella Addormentata del Balletto di Mosca “La Classique”, andata in scena lo scorso 21 gennaio alle ore 21 presso il Teatro Il Celebrazioni di Bologna. Le intramontabili note di Čajkovskij hanno reso le più di due ore di spettacolo assai briose, commoventi e in qualche modo travolgenti, stimolando una costante percezione del pathos drammaturgico che sottende il libretto dell’opera. Una partitura musicale poliedrica costellata da un’altrettanta sinfonia di colori, gestualità, dinamismi così convincente da riuscire a catapultare lo spettatore in un’immagine della “vecchia scuola” russa, rigorosa e impeccabile. Naturalmente, data la reale contemporaneità dell’esecuzione, quest’immagine a tratti è apparsa lievemente sfocata, tanto per esigua esperienza in palcoscenico quanto per grande emozione dettata dalla giovanissima età di alcuni componenti del Corpo di Ballo. Ciononostante, il risultato finale è stato più che decoroso e ogni applauso notevolmente meritato. Merito di ciò va soprattutto ai Solisti, inappuntabili sul piano tecnico ed espressivo: la Principessa Aurora, dai lineamenti dolci e spumeggianti, ha dimostrato sin dal primo ingresso in scena ...

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“Cenerentola” de La Classique a Bologna. Ed è subito incanto!

“Cenerentola” de La Classique a Bologna. Ed è subito incanto!

  Sulla scia delle magiche atmosfere festive, anche il mondo della “bella danza” delizia i palcoscenici di molti teatri italiani portando in scena capolavori ballettistici di altissima risonanza, come ad esempio nel caso del Teatro Il Celebrazioni di Bologna che il prossimo 22 gennaio alle ore 18 presenta nel proprio cartellone la Cenerentola del Balletto di Mosca “La Classique”. Nonostante la marcata connotazione russa della compagnia performante – diretta da Elik Melikov e riconosciuta dal Dipartimento della Cultura della Città di Mosca (Moskoncert) – la produzione italiana dell’opera è affidata a Mauro Giannelli, operatore nel settore della danza dal 1983. Le intramontabili note del celeberrimo compositore Sergej Sergeevič Prokof’ev sono impreziosite dalle coreografie di Rostislav Zakharov, che compongono il balletto di tre atti basato sul libretto di Nikolai Volkov ispirato dalla famosa fiaba di Charles Perrault. La romantica partitura fu composta da Sergej Prokofiev che nel 1945, anno del debutto al Teatro Bolshoi di Mosca, dichiarò: «Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di Cenerentola era l’amore poetico tra lei e il Principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo ...

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“Il corpo sussurrando”: il Balletto Teatro di Torino al Duse di Bologna

“Il corpo sussurrando”: il Balletto Teatro di Torino al Duse di Bologna

  Una miscellanea di composizioni coreografiche, sicuramente unite dall’obiettivo fondamentale di omaggiare il mistero della comunicazione corporea, ma sfortunatamente poco concatenate tra loro sotto il profilo scenico e tecnico. Questa l’immagine de Il corpo sussurrando, spettacolo performato dal Balletto Teatro di Torino, andato in scena lo scorso 1 dicembre al Teatro Duse di Bologna in sostituzione di In Chopin. Il sipario si apre con Chameleon, un assolo del coreografo israeliano Itzik Galili interpretato da Julia Rauch, la più interessante nonché maggiormente dotata ballerina dell’ensemble. È un dialogo con se stessa, fatto di emozioni, paure, interrogativi, malizie, allegria. È un inno alla femminilità dai toni marcatamente minimalisti, vista la sola sedia come accessorio e un occhio di bue come unica fonte di luce. Ma, nello stesso tempo, è come guardarsi allo specchio andando oltre le distinzioni di genere: siamo tutti un turbinio di emozioni che ci travolge quotidianamente ovunque decidiamo di essere, anzi – oserei dire – proprio perché decidiamo di essere. Dopodiché, tre ulteriori rappresentazioni di quanto il corpo possa lanciare un messaggio ben più profondo della semplice apparenza: Chop in Love, Do You? e Aliento del Alma, tutte firmate da Marco De Alteriis. Una coppia di passi a due ...

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“Empty moves”: quando la danza scivola dentro e fuori la musica

“Empty moves”: quando la danza scivola dentro e fuori la musica

  Geometrie di corpi ordinate secondo uno schema perfetto nella sua mescolanza e confusione, mimiche facciali sempre sul labile confine tra l’ironia e l’iper-concentrazione, sequenze coreografiche impeccabili – se non per qualche leggera sbavatura di coordinazione – nel palesare la finezza del genio creativo di un maestro della danza contemporanea come Angelin Preljocaj. Questi i punti di forza di Empty Moves (parts I, II & III), andato in scena all’Arena del Sole di Bologna lo scorso 18 novembre (in replica anche il 19). Già nel titolo, dichiaratamente omaggiante la performance Empty Words di John Cage, si intuisce che dai 105 minuti di messinscena c’è da aspettarsi qualcosa di sbalorditivo, tentando (invano) d’immaginare il frutto dell’avvicinamento di cotanti pilastri della danza e della musica dei nostri tempi. E la performance persino supera le aspettative: i corpi sinuosi, elastici e – per certi versi – intriganti dei quattro danzatori in scena (Nuriya Nagimova, Yurié Tsugawa, Baptiste Coissieu e Liam Warren) ipnotizzano totalmente lo sguardo degli spettatori, quasi distraendo la mente dalla rimbombante presenza della registrazione audio di sottofondo, in cui ai suoni del compianto compositore statunitense si alternano le urla di disapprovazione del pubblico milanese, che assistette allo spettacolo nel 1977. Un ...

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Il Cirque du Soleil fa sognare Bologna con “Varekai”

Il Cirque du Soleil fa sognare Bologna con “Varekai”

  Se si ha voglia di sognare il teatro è sicuramente il luogo ideale per esaudire il desiderio, specialmente quando a calcare il palcoscenico è una compagine di performer la cui arte va ben oltre la danza e l’espressività usuali. È il caso del Cirque du Soleil, compagnia di circo, acrobatica e danza famosa a titolo mondiale, in scena all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO) dal 2 al 6 novembre prossimi (in orario serale e pomeridiano) con Varekai. Lo spettacolo ha debuttato nel 2002 nella città di Montréal, e, nell’arco di 14 anni, ha accresciuto la sua fama svolgendo un tour che lo ha condotto ai più importanti teatri e arene di tutto il mondo. “Varekai” nella lingua romena significa “ovunque”, ed è proprio lì che le acrobazie, i virtuosismi, le musiche e l’intero impianto scenografico intendono condurre gli spettatori, in una dimensione parallela in cui la mitologia si sposa perfettamente alla fantasticheria. Lo show, infatti, ha inizio con il racconto del mito di Icaro, partendo dal momento successivo alla sua caduta al suolo per esserci avvicinato troppo al Sole: tutto quello che accade in scena è, dunque, frutto del genio creativo del regista Dominic Champagne, che ritrae lo ...

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La danza al Gender Bender 2016: da restarci “a bocca aperta!”

La danza al Gender Bender 2016: da restarci “a bocca aperta!”

  Irriverenza, controtendenza e un pizzico di sagacità: ecco i tre ingredienti principali di uno dei Festival di arti e culture contemporanee più apprezzato e chiacchierato della scena contemporanea, il Gender Bender, che giunge alla 14a edizione, denominata A bocca aperta!, proponendo un ricco cartellone di eventi di danza, teatro e cinema, nonché di mostre, incontri e party. La location, naturalmente, è la città di Bologna, la quale ospita il Festival dal 26 ottobre al 6 novembre in più differenti luoghi deputati alla migliore valorizzazione delle opere proposte. Tra di essi, per quanto riguarda la danza, spiccano l’Arena del Sole, l’AtelierSI, il Teatro Testoni Ragazzi, i Teatri di Vita, il Teatro del Baraccano e il Teatro Duse. La produzione del Festival è affidata, come di consueto, a Il Cassero, centro bolognese dalla lunga e impareggiabile storia di sensibilizzazione e sostegno della campagna di affermazione dei diritti della comunità LGBT a respiro locale e nazionale. Nessuna istituzione migliore in territorio bolognese, insomma, per dare vita a cotanto tripudio di arti performative. Ad “aprire le danze” il 27 ottobre all’Arena del Sole è il Balletto di Roma, in scena con Paradox, per la coreografia di Itamar Serussi Sahar e Paolo Mangiola, “un’indagine ...

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“Kiss & Cry”: quando cinema e danza si trasformano in sogno

“Kiss & Cry”: quando cinema e danza si trasformano in sogno

  Ho sognato, a occhi aperti, seduto comodamente in poltrona a teatro. Ho vissuto il sogno di due mani che si seguivano, intrecciavano, cercavano sensorialmente. Poi mi sono svegliato, e il tutto – fortunatamente – era pura realtà: sul palcoscenico dell’Arena del Sole di Bologna, lo scorso 18 ottobre, le mani di Michèle Anne De Mey e di Grégory Grosjean, rincorse e zoomate dall’occhio cinematografico del regista Jaco Van Dormael, hanno dato vita a Kiss & Cry, spettacolo assai fuori dagli schemi performativi usuali e, proprio per questo, incomparabile. Sulle note dell’aria di Händel Lascia ch’io pianga ha inizio la storia di Giselle, protagonista emblematica di una vicenda che deborda i confini dell’impianto spettacolare per catapultare il pubblico in un altro mondo, quello in cui tutti i ricordi, le emozioni, i vissuti e le persone che hanno aggiunto un tassello al puzzle della Vita restano vividi, facendo parte – in qualche modo – ancora del presente. Come il ragazzo incrociato sul treno per soli 13 secondi, quando lei era adolescente. Il suo primo amore, probabilmente l’unico vero, sicuramente il più indimenticato. Nonostante i successivi uomini, infatti, il cuore della protagonista resta aggrappato all’immagine di quelle mani sfioranti per caso nel ...

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