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Teatro alla Scala in scena La Bayadère di Nureyev

Un’India da leggenda, intrighi, drammi d’amore per La bayadère, uno dei balletti cardine del repertorio classico e della maestria di Marius Petipa. La produzione di Nureyev, ultima delle sue letture dei grandi classici, arriva per la prima volta alla Scala nel dicembre 2021, e per l’occasione con un nuovissimo allestimento firmato da Luisa Spinatelli. Uno straordinario debutto per una produzione fastosa, ricchissima di virtuosismi e variazioni che ora torna in scena dal 26 maggio al 21 giugno, per 10 rappresentazioni – più una anteprima benefica riservata, il 22 maggio, a sostegno delle attività di Fondazione Ospedale Niguarda ETS.

L’étoile Nicoletta Manni aprirà le recite nel ruolo di Nikiya con Timofej Andrijashenko e in seguito per due rappresentazioni (il 12 e 14 giugno) accompagnerà il debutto scaligero di Kimin Kim, straordinario danzatore sudcoreano, dal 2015 primo principal straniero nella storia del Teatro Mariinskij. Nei ruoli di Nikiya e Solor si alterneranno anche Martina Arduino e Marco Agostino (6 e 8 giugno); Virna Toppi in debutto l’11 e 13 gugno, con Nicola Del Freo; nuovamente protagonisti anche Vittoria Valerio e Claudio Coviello il 17 e 21 giugno, mentre sarà un debutto come Nikiya anche per Alice Mariani, in scena il 18 giugno con Timofej Andrijashenko. Nel ruolo di Gamzatti si alterneranno Alice Mariani, Maria Celeste Losa e, in debutto nel ruolo, Gaia Andreanò e Linda Giubelli.

Accanto a loro, molti altri artisti saranno impegnati nei vari ruoli del balletto, dall’Idolo d’oro (Mattia Semperboni, Alessandro Paoloni, Domenico Di Cristo, Edward Cooper, Darius Gramada, Francesco Mascia), al Fachiro (Domenico Di Cristo, Rinaldo Venuti, Valerio Lunadei, Andreas Lochmann, Saïd Ramos Ponce, Eugenio Lepera), l’Alto Bramino (Massimo Garon, Daniele Lucchetti, Massimo Dalla Mora), il Rajah (Gabriele Corrado, Christian Fagetti, Gioacchino Starace), Lo schiavo (Edoardo Caporaletti, Giacchino Starace, Gabriele Corrado),   e il Corpo di Ballo protagonista assieme ai solisti delle splendide danze: la danza d’Jampe, la danza dei ventagli, la danza con i pappagalli, la danza dei guerrieri, la danza Manou (una ragazza con una brocca in equilibrio sulla testa), la danza del tamburo, il pas d’action, e, nel terzo atto, nel capolavoro del Regno delle Ombre, con 24 fanciulle-spirito in una teoria ispirata a Petipa dalla processione di anime del Paradiso della Divina Commedia illustrata da Gustave Doré, con le variazioni delle tre ombre soliste: Maria Celeste Losa, Caterina Bianchi, Gaia Andreanò, in alternanza con Agnese Di Clemente, Camilla Cerulli, Alessandra Vassallo, poi con Letizia Masini,  Linda Giubelli, Asia Matteazzi e con  Giordana Granata, Marta Gerani, Madoka Sasaki. Sul podio torna a dirigere, come al debutto scaligero del balletto, il Maestro Kevin Rhodes mentre per la prima volta vedremo in scena anche gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.

La bayadère vide la sua prima assoluta a San Pietroburgo nel 1877 e divenne immediatamente uno dei più grandi successi di Marius Petipa, antecedente alle sue produzioni della Bella Addormentata (1890) e del Lago dei Cigni (1895). Un’India da leggenda, intrighi, drammi d’amore; il fascino dei paesi esotici e il successo di opere letterarie come il poema Śakuntalā ispirarono Petipa, che creò una perfetta armonia fra scene di massa e protagonisti, momenti di alto lirismo e fascino poetico. Su tutti la meraviglia del Regno delle Ombre, fu il quadro che aprì la strada alla fortuna occidentale di questo balletto e all’astro splendente di Rudolf Nureyev che ne fu straordinario interprete e poi coreografo.

Fino al 1961, quando il Kirov nella sua tournée a Parigi presenta il Regno delle Ombre, questo balletto era infatti sconosciuto all’Occidente; in scena, ventitreenne, è Nureyev a danzarlo. Nel 1963 è Nureyev stesso a rimontarlo per il Royal Ballet, e proprio con questo titolo, assieme ad altri, fa la sua prima apparizione nel 1965 alla Scala. Nel 1974 lo rimonta per l’Opera di Parigi, e nel 1992 a pochi mesi dalla sua scomparsa, qui firma la sua messa in scena del balletto intero, fino ad ora rappresentato solo dal Balletto dell’Opéra di Parigi per cui fu creato.

Alla Scala l’ultima Bayadère risale al 2008, nella versione di Natalia Makarova; il titolo poi, nella versione di Grigorovich, appare sul nostro palcoscenico nel 2018 per tre recite, in occasione dell’ospitalità del Teatro Bol’šoj. In apertura di Stagione 2021/2022, quella che è stata di fatto l’ultima produzione di Nureyev dei grandi classici, entra per la prima volta nel repertorio del Teatro alla Scala.

 

Sara Zuccari

www.giornaledelladanza.com

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