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Teatro alla Scala, per la prima volta anche il Balletto ritroverà il suo pubblico

Nuovo spettacolo, nuovo inizio: per la prima volta anche il Balletto ritroverà il suo pubblico. Per l’apertura al pubblico del Balletto, tre serate, con un programma a quattro firme che porterà in scena novità e riprese, per unire, nel segno dell’ispirazione a grandi compositori, stili coreografici e musicali: alla Scala per la prima volta in cartellone le firme di András Lukács e Jiří Bubeníček, accanto al ritorno di un celebre balletto di Alexei Ratmansky e una nuova, ampliata versione del balletto creato da Manuel Legris per l’evento “… a riveder le stelle”. Sarà il M° Kevin Rhodes a dirigere l’Orchestra della Scala.

Prima creazione di Manuel Legris per il Balletto della Scala, Verdi Suite venne concepita appositamente per l’evento “…a riveder le stelle” lo scorso 7 dicembre, come divertissement in omaggio alla danza e alla musica italiana, e alla tecnica degli artisti scaligeri, La coreografia ha preso vita su alcuni passaggi dalle musiche che Giuseppe Verdi scrisse per le danze nelle sue opere I vespri sicilianiJérusalem e la versione francese di Il trovatore, scelti per creare un tessuto musicale ricco di brio ed energia. Ora per la prima volta potrà essere presentato davanti a un pubblico, e per questa nuova ripartenza, Manuel Legris ha deciso di ampliare il progetto iniziale, creando ulteriori movimenti, su alcuni brani estratti dal Ballo della Regina (La Peregrina) del Don Carlos. A pochi giorni dal suo insediamento in qualità di Direttore del Corpo di Ballo la creazione di Verdi Suite ha segnato per Legris una nuova importante occasione di lavoro con i ballerini della Scala, messi in grande risalto nella ripresa scaligera della sua produzione di Sylvia, nata nel 2018 e coprodotta con il Wiener Saatsballet che ha debuttato alla Scala inaugurando con grande successo la Stagione 2019/2020.

Nel 50° anniversario della scomparsa si celebra in tutto il mondo l’originalità e la dirompente modernità di Igor’ Stravinskij, che anche nelle composizioni per il balletto ha creato capolavori ancora oggi di ispirazione per coreografi e interpreti. Nel 2017 András Lukács ha creato Movements to Stravinsky per i suoi colleghi danzatori del Wiener Stattsballett su una scelta di brani da Pulcinella SuiteLes Cinq Doigts, Apollon MusagèteSuite Italienne, balletti e composizioni orchestrali che – come commenta l’autore – si completano armoniosamente a vicenda. In debutto per la Scala questa produzione elegante, minimalista e astratta, visivamente ispirata alla Commedia dell’Arte e al Rinascimento, mantiene l’equilibrio tra balletto e danza contemporanea, ed esalta l’armonia e la bellezza del movimento. Una occasione per conoscere il lavoro coreografico di Lukács, intrapreso con successo dal 1999. Diplomato all’Accademia di danza ungherese ed ex studente della Elmhurst Ballet School, è stato solista dell’Hungarian National Ballet, del Ballet Frankfurt, del Lyon Opéra Ballet e del Wiener Stattsballett; dal 2020 è direttore artistico del National Ballet of Györ.

Per la prima volta arriva alla Scala la danza d’autore di Jiří Bubeníček, coreografo richiestissimo di grande qualità linguistica e stilistica e tra i più acclamati interpreti delle ultime generazioni, in numerose compagnie prima fra tutte l’Hamburg Ballett dove è stato uno degli interpreti prediletti di John Neumeier Il balletto scaligero porta in scena Canon in D Major, uno dei momenti più intensi del balletto Le souffle de l’esprit, celeberrimo trio maschile che si sviluppa sul Canone in re magg. di Johann Pachelbel, protagonista dei gala in tutto il mondo ma mai presentato sul nostro palcoscenico. Una coreografia di grande raffinatezza Le souffle de l’esprit, creata per il Balletto di Zurigo nel 2007, sulla musica contemplativa di Bach, Hofstetter, Pachelbel e i suoni di Otto Bubeníček, alla base delle varie sequenze di danza, dai movimenti elegiaci e fluidi. In questo lavoro il coreografo si inchina all’eterno ciclo di crescita e decadenza dell’esistenza: un sì alla vita e un sì alla morte secondo l’ordine del ciclo del mondo. L’ispirazione nasce dai dipinti e disegni di Leonardo da Vinci ma il balletto può essere interpretato anche come parte della biografia personale del coreografo: un addio alle nonne defunte, Olga e Marie: il lavoro è dedicato a loro. Come commenta Bubeníček, si potrebbe interpretare l‘ultima parte del balletto, Canon in D Major – che verrà appunto presentata alla Scala – con angeli che accompagnano l’anima umana in paradiso.

Chiude questa serata la firma di Alexei Ratmansky con Concerto DSCH, sul Concerto No. 2 in fa magg. Op. 102 di Šostakovič, ovvero D.SCH, come il compositore usava abbreviare il suo nome con lettere corrispondenti a quattro note musicali. Šostakovič scrisse questa musica per il diciannovesimo compleanno del figlio Maxim, ed è una composizione piena di gioia e speranza ispirata alla fine dell’epoca staliniana. L’essenza della musica viene catturata nella vivace coreografia di Ratmansky, creata nel 2008 per il New York City Ballet. Nel lirismo della coppia principale, nel virtuoso trio di due uomini e una donna, in un delicato intermezzo romantico, il balletto riserva energia e sorprese, confermando l’originalità del coreografo. La Compagnia scaligera ha presentato questo balletto concertante nel 2012, in debutto europeo, e inaugurando un’importante collaborazione con Ratmansky proseguita poi con la prima assoluta di Opera, e le sue messe in scena di Bella addormentata e Il lago dei cigni.

 

© www.giornaledelladanza.com

Photo Brescia e Amisano – Teatro alla Scala

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