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La propriocezione: il sesto senso del ballerino

I ballerini sanno perfettamente come sistemare le braccia o i piedi in quinta posizione, anche a occhi chiusi.

Sanno come muoversi armoniosamente e precisamente durante un ensemble senza urtare o scontrarsi con gli altri ballerini.

Questo innata consapevolezza del corpo e del movimento nello spazio è comunemente chiamata propriocezione, e indica la percezione fisica del corpo in movimento. Se i ballerini non la possedessero, dovrebbero rimanere costantemente all’erta, con serie limitazioni alla capacità espressiva ed emotiva richiesta dalla danza.

La propriocezione è metaforicamente chiamata sesto senso del corpo. É più di una semplice sensazione di movimento, ma è intimamente legata alla nostra percezione del tono muscolare, dello sforzo e dell’equilibrio.

Le terminazioni nervose dedicate al movimento hanno origine nei muscoli, nelle fasce muscolari, nei tendini, nei legamenti, nelle articolazioni e perfino nella pelle. Questi recettori afferenti o sensoriali percepiscono quindi l’allungamento o il posizionamento dell’arto, la velocità con cui il movimento si attua, i cambiamenti di ritmo e di direzione, e, in caso di infortunio, il dolore.

L’input propriocettivo passa dai nervi sensoriali presenti nei muscoli e nelle articolazioni al midollo spinale (corno dorsale) e raggiunge le parti sottocorticali e corticali del cervello. Integrando tutte queste informazioni, essi forniscono la percezione conscia e inconscia dello spazio in cui ci troviamo e del movimento che stiamo effettuando.

Tale consapevolezza sensoriale permette al danzatore di concentrare la sua attenzione ai dettagli e all’eleganza e precisione del suo movimento mentre danza.

La propriocezione permette inoltre di auto-correggersi, fornendo un enorme vantaggio nella pianificazione e nel controllo del movimento e nella stabilità posturale.

Ma non solo, i danzatori apprendono anche quando stanno semplicemente guardando qualcun altro ballare. Imparano non soltanto eseguendo e prestando attenzione ai propri movimenti, ma anche guardando gli altri compierli, che siano l’insegnante, i compagni o i danzatori di uno spettacolo.

L’osservazione quindi aiuta l’apprendimento motorio che viene poi affinato con la pratica fisica, impregnando i movimenti di significato.

Il corpo è il veicolo dell’espressione, e i danzatori possiedono una maggiore consapevolezza corporea rispetto a coloro che non praticano la danza. Chi balla aumenta la propria intelligenza corporeo-cinestetica, usando tutto il corpo, cervello incluso.

Una volta introiettata, questa abilità verrà sfruttata anche fuori dalla sala danza. Il danzatore quindi sarà in grado di risolvere tempestivamente problemi di qualsiasi natura, e di affrontare e e gestire le difficoltà con maggiore consapevolezza, energia e determinazione, doti che la danza pretende e ci insegna.

Stefania Napoli
© www.giornaledelladanza.com

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