La danza al 64° Festival dei Due Mondi trova la firma di Angelin Prejlocaj, star della Nouvelle Danse francese negli anni Settanta e Ottanta e oggi “maestro” con collaborazioni all’Opéra di Parigi, al New York City Ballet e al Teatro alla Scala, che torna al balletto narrativo, ambito in cui eccelle.
Venerdì 9, sabato 10, domenica 11 luglio al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti Preljocaj presenta Le Lac des cygnes, il capolavoro musicale di Pëtr Il’ič Čajkovskij, affiancandogli arrangiamenti contemporanei del collettivo 79D. L’ambiente è ricreato dai video di Boris Labbé. Nuova la coreografia con uno sguardo della drammaturgia del classico di Petipa.
Pur restando fedele alla struttura drammaturgica del celebre balletto, Preljocaj porta in scena la sua versione del mito del danzatore-cigno focalizzandosi sugli impulsi di ciascun personaggio con uno sguardo all’ecologia e al futuro. Una metropoli industriale, l’acqua che sparisce a causa del riscaldamento globale, il cigno nero in via d’estinzione, come racconta il coreografo: «sulle rive di un lago, Rothbart vuole sfruttare un giacimento di energia fossile. Una giovane ragazza, Odette, sembra sventare i suoi piani, lui la trasformerà in un cigno. Altrove, a una festa, Siegfried va ad opporsi al padre che vuole unire le forze con Rothbart per costruire una fabbrica sulle rive del Lago dei Cigni», racconta.
Albanese di origini, formatosi con Merce Gunningham a New York, da più di trent’anni Angelin Prejlocaj è alla guida del suo Ballet con cui sperimenta l’interazione tra danza e realtà virtuale, come in Portraits in corpore, e tra movimento ed elaborazioni sonore, come con John Cage in Empty Moves (2004). Al balletto classico si è affacciato con l’orwelliano Romèo et Juliette del 1990 e il fantasioso BlancheNeige del 2008.
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