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La danza è un elisir di giovinezza

A tutti piace guardare i danzatori che saltano, piroettano e volteggiano sul palcoscenico. Ma qual è l’età più indicata per iniziare a studiare danza classica? E c’è un’età in cui è opportuno smettere o rinunciare?

Gli esperti sono concordi nell’affermare che l’età migliore per iniziare a studiare danza sia tra i 5 e gli 8 anni. In questa età i bambini sono come spugne, assorbono facilmente i movimenti di base e la tecnica.

Inoltre, all’età di 5 anni, il 90% del loro cervello è già sviluppato. I sistemi sensoriali e percettivi fondamentali per il linguaggio, il comportamento sociale e le emozioni, sono fortemente influenzati dalle esperienze esterne vissute in questo periodo.

Mentre imparano a ballare, dunque, i piccoli danzatori stanno costruendo un cervello agile, attivo e vivace, perché la danza classica può invertire i segni dell’invecchiamento cerebrale.

Essa nutre la creatività e incoraggia l’espressione di sé, coltiva la disciplina, l’autostima e il senso di realizzazione. Ogni plié, battement tendu o port de bras sono un passo verso la crescita, la fiducia in se stessi e la pura gioia.

Danzare attiva il centro di ricompensa del cervello, limita stress e ansia, aumenta buonumore e autostima, incrementa la capacità di appassionarsi e dà un senso di realizzazione.

In generale, la longevità dipende da molti fattori, tra cui la genetica e la fortuna. Numerose ricerche scientifiche dimostrano che l’impegno costante in attività artistiche, come appunto la danza, riduce il tasso di mortalità addirittura del 31%. Il balletto dunque, come ogni altra forma di danza, può essere considerato la chiave per l’eterna giovinezza.

Non si tratta di raggiungere l’agognata e inarrivabile perfezione, ma di piantare i semi per una relazione con la danza che duri tutta la vita.

Quindi, possiamo rispondere anche al secondo quesito: non c’è un’età in cui è opportuno smettere, perché non è mai troppo tardi per danzare.

Stefania Napoli
© www.giornaledelladanza.com

 

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