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L’ispiratrice del balletto “La Camargo”, diva del ‘700

“La Camargo” è un balletto pantomima in tre atti e nove scene con due divertissement su coreografia di Marius Petipa e musica di Ludwig Minkus.

Il libretto venne scritto da Henri Vernoy de Saint-Georges nel 1864 per la danzatrice Maria Surovichshkova-Petipa nel ruolo di Marie Camargo, ma il balletto prese vita solo nel 1872 a beneficio della danzatrice tedesca Adèle Grantzow.

La trama narra un fatto realmente accaduto alla virtuosa prima ballerina Marie Camargo e a sua sorella Madeleine le quali vennero rapite dal Conte de Melun e condotte presso il nobile Palazzo per un intrigo sentimentale.

Il balletto andò in scena in prima assoluta nel dicembre del 1872 al Teatro imperiale Bolshoi Kamenny di San Pietroburgo (in seguito demolito per lasciare posto alla costruzione del Conservatorio Rimski-Korsakov) con protagonisti Adèle Grantzow (Marie Camargo), Alexandra Virginia (Madeleine Camargo), Lev Ivanov (Vestris, il Maître de Ballet ) e Timofei Stukolkin (conte de Melun).

In seguito la coreografia fu ripresa da Lev Ivanov per il Balletto Imperiale con interprete la prima ballerina assoluta Pierina Legnani al Teatro Mariinsky nel 1901 per una serata d’onore e di beneficenza che vedeva l’addio alle scene russe della danzatrice milanese che si era formata alla Scuola di Ballo della Scala con Caterina Beretta. In palcoscenico al fianco della Legnani (Marie Camargo), Olga Preobrajenskaya (Madeleine Camargo), Pavel Gerdt (Vestris, il Maître de Ballet ) e Georgii Kiaksht (conte de Melun). Riccardo Drigo compose un aggiuntivo nuovo pas de deux per l’esibizione della Legnani.

Tra le varie interpreti che affrontarono siffatto ruolo si ricordano anche Ekaterina Vazem, Adeline Genée e Mathilde Kschessinskaya.

Questo balletto non fu il solo omaggio alla danzatrice francese; si rammenta altresì il ballo in sei atti di Ippolito Monplaisir per il Teatro alla Scala “La Camargo” nel 1868; Charles-Alexandre Lecocq compose l’opéra-comique in tre atti “La Camargo” creata al Théâtre de la Renaissance nel 1878; mentre il musicista Enrico de Leva compose l’opera in quattro atti “La Camargo”, su libretto di G. Pessina (1898).

Marie Anne de Cupis de Camargo, nota semplicemente come La Camargo (Bruxelles, 15 aprile 1710 – Parigi, 20 aprile 1770) fu una delle più rinomate e ammirate ballerine di fine Settecento. Studiò a Parigi con Françoise Prévost, iniziò a lavorare prima a Bruxelles e poi a Rouen e tenne il suo debutto all’Opéra di Parigi nel 1726, a soli sedici anni, riscuotendo straordinari consensi.

Fu la prima interprete di passi considerati maschili come le batterie entrechats e cabrioles. Ebbe inoltre l’ardire di modificare i costumi tersicorei, accorciandoli affinché i movimenti risultassero più liberi, tolse il tacco alle scarpe per godere di maggiore elevazione e indossò i calzoncini, dando così una svolta estetica, tecnica e di stile intensamente significativa al mondo della danza di quel tempo, ispirando intere generazioni di artisti, ballerini e coreografi.

Fino al XVII secolo solo gli uomini potevano danzare in pubblico. In seguito le donne fecero la loro trepidante apparizione nei balletti indossando costumi pesantissimi e scarpe col tacco. Marie Camargo ben appunto fu la prima a danzare leggiadramente a piedi scalzi o con pantofole piatte e fu (come si usava tra vere divine) rivale acerrima di un’altra famosa ballerina francese, Marie Sallé denominata in antitesi “la Vestale” per via dei suoi costumi rigorosi e severamente inappuntabili.

La Camargo apparve in settantotto balletti e opere prima del suo addio alle scene avvenuto nel 1751.

Alla Camargo è stata intitolata l’istituzione britannica “Camargo Society”, a cui viene riconosciuto il merito di aver mantenuto in vita l’arte del balletto accademico in Inghilterra all’inizio degli anni ’30. Fondata dall’editore Philip J.S. Richardson, dal critico Arnold Haskell e da altri mecenati con il patriottico intento di salvaguardare l’interesse del balletto nazionale. La “Camargo Society” commissionò annualmente più produzioni di balletti che utilizzavano talenti esecutivi locali e giovani coreografi spesso sconosciuti. Nel 1933 il repertorio della “Camargo Society” fu incluso nel “Vic-Wells” (oggi “Royal Ballet”).

Gabriel Jules Adrien Paul Letainturier-Fradin scrisse nella sua opera editoriale “La Camargo, 1710-1770”: ‘Tu sei, signorina, un’incantatrice, una figlia di fate. Sarai la dea della danza e questa sarà la mia ricompensa’.

                                                                                                                                                                                                                            Michele Olivieri

                                                                                                                                                                                              Foto: Wallace Collection, London

                                                                                                                                                                                                     www.giornaledelladanza.com

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