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A Montpellier il Festival della Danse celebra la coreografia contemporanea

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Il festival della danza di Montpellier compie 35 anni, e festeggia dal 24 giugno al 9 luglio con una serie di appuntamenti legati a grandi nomi della coreografia contemporanea, con creazioni ad hoc affiancate a un diretto coinvolgimento del pubblico sia nelle “Grandi Lezioni di danza” aperte a tutti e tenute dai coreografi o loro stretti collaboratori nelle piazze della città, sia nelle proiezioni itineranti nelle mediateche limitrofe.

Il 24 e 25 giugno un’apertura che festeggia ben tre ricorrenze: i 35 anni del festival, i 20 anni di un sodalizio coreografico, la première di una creazione ad hoc dopo una nomina a direttore artistico: va in scena infatti Ballet National de Marseille, con Extremalism – le corps en révolte, creazione di Emio Greco e Peter Scholten, che mettono il corpo al centro di una ricerca che arriva a indagare anche i tempi di crisi e gli spazi ostili, con un linguaggio istintivo e virtuosisico.

Il 25 e 26, in scena Bouchra Ouizguen, danzautrice molto legata al Festival che presenta la sua creazione Ottof, e in tarda serata in scena anche l’americano Trajal Harrell, che in Le fantome de Montpellier rencontre le Samourai (Il fantasma di Montpellier incontra il Samurai) immagina un incontro coreografico di Dominique Bagouet, esponente della Nouvelle Vague originario di Montpellier appunto, con il fondatore della contro-cultura giapponese Tatsumi Hijikata; i riferimenti al cinema continuano il 26 e il 27 con Belle d’hier di Phia Menard, che strizza l’occhio a Bella di giorno di Bunuel e anche alle varie Belle delle favole che aspettano il Principe Azzurro (Charming, in inglese…).

Dal 27 al 29 in scena anche lo studio sul “cannibalismo”, o meglio il desiderio in tutte le sue forme, del coreografo David Wampach con URGE; ma il 27 e 28 giugno dovrà spartirsi la scena con il duo Israel Galvan e Akram Khan, che in Torobaka mettono insieme la spinta a unire danza occidentale e orientale dell’uno e la rabbia e la passione del flamenco dell’altro, in un “concerto di danza” sia musicalmente sia visivamente. Il 29 e 30 giugno spazio a un altro habitué del festival: il coreografo tedesco Raimund Hoghe con il suo Quartet, creazione legata ai ricordi e alla musica che li suscita, creata per i suoi ballerini prediletti.

Grande evento a metà percorso: il 30 giugno e il 1 luglio in scena la meravigliosa Batsheva Dance Company, con The baby, the ballerina and me, creazione di Ohad Naharin con il suo inconfondibile stile Gaga, “una maniera di pensare il mondo attraverso la danza”, declinata in tutte le sue possibilità in questa coreografia interpretata da 18 danzatori.

Segue, l’1 e 2 luglio, il coreografo Rachid Ouramdane, che 21 luglio vedremo a Bolzano danza proprio con questa creazione, intitolata Tenir le temps, che cattura, come fosse un sismografo, i mutamenti del mondo e li mette in scena, in una spirale di movimento riprodotta da sedici danzatori. Non può mancare certo il direttore del Centro Coreografico Nazionale di Montpellier, Cristian Rizzo, che il 2 e 3 luglio nella coreografia creata con Karem Gelebek, danzatore che coinvolge dal loro incontro nel 2007, si rimette in gioco sul palcoscenico in C’est l’oeil que tu protèges qui sera perforé (Sarà l’occhio che proteggi a essere perforato. Bunuel non potrebbe che essere contento di questo festival…), ironica coreografia che mette in discussione la nostra visione del futuro vista attraverso la “legge di Murphy”.

Il 3 e 4 luglio in scena lo humor nero di Va Wolf e la compagnia creata nel 1986 a Dusseldorf Neuer Tanz, in CHOR(E)OGRAPHIE:JOURNALISMUS, una coreografia che ricerca l’opera d’arte totale delle avanguardie; a seguire gli Hyperterrestres Benoit Lachambre e Fabrice Ramalingom, che uniscono le loro esperienze francesi e canadesi (del Quebec, per la precisione) in un’improvvisazione che coinvolge anche il musicista newyorkese Meg Stuart (che vanta collaborazioni con David Byrne e Yoko Ono).

Ancora flamenco il, 4, 5 e 6 luglio, con Farrouquito, che ci porta in un viaggio tra le differenti località dell’Andalusia con il suo assolo Pinacendà; e accanto a un nome tradizionale della danza, il 6 e 7 luglio, un nome nuovo, quello del coreografo colombiano Luis Garay, portato in Francia dal regista teatrale Rodrigo Garcia, e che presenta una ricerca interiore nel suo Cocooning.

In conclusione di festival, due grandi nomi: il 7 e 8 luglio, la compagnia di Maguy Marin (in scena al prossimo RomaEuropa per il progetto La Francia in Scena) presenta BiT, in cui sei danzatori tra farandole, cerchi, sirtaki e vari passi di danza portano in scena diversi temi e diverse danze; il 7, 8 e, gran finale, il 9 luglio in scena Golden Hours (As you like it) del Leone d’Oro alla Carriera 2015, Anne Teresa de Keersmaeker, una coreografia di sfumature di movimento e di musica ispirata proprio all’album Another Green World di Brian Eno.

Una tappa estiva da non perdere, dove i grandi coreografi condividono lo spazio con artisti emergenti e pubblico.

ORARI&INFO:

Montpellier Danse Festival

Dal 24 giugno al 9 luglio

Vari teatri, sede del Festival:

Agora, cité internationale de la danse,

Rue Sainte-Ursule 18, Montpellier.

www.montpellierdanse.com

Greta Pieropan

Foto : Batsheva Company, Christian Ganet

www.giornaledelladanza.com      

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