Il mondo della danza internazionale piange la scomparsa di Jean-Pierre Bonnefoux (Bourg-en-Bresse, 9 aprile 1943 – Charlottesville, 15 aprile 2025) importante primo ballerino e insegnante di danza classica. Direttore artistico, in diversi incarichi, tra cui al “Charlotte Ballet” e alla “Chautauqua Institution”.
Nel 1952 viene ammesso alla Scuola di danza dell’Opéra di Parigi presso la quale studia con i docenti Raymond Franchetti, Suzanne Lorcia e Gérald Mulys, mentre nel 1957 si unisce alla Compagnia del Palais Garnier di cui ne diviene danseur étoile all’età di 21 anni. Sotto la direzione di George Balanchine, Bonnefoux ricopre la carica di principal del “New York City Ballet”.
Ha danzato con il Bolshoi di Mosca, il Kirov di Leningrado e il Teatro alla Scala di Milano. Numerosi sono i ruoli che lo hanno visto interprete di successo, tra i tanti si ricordano “Études” di Harald Lander, “Apollon Musagète”, “Agon” e “Orphée” di George Balanchine, “Giselle” di Alicia Alonso, “Noces” e “Webern op. 5” di Maurice Béjart. Nel 1965 crea il ruolo di Febo in “Notre-Dame de Paris” di Roland Petit all’Opéra di Parigi.
Ha inoltre ballato in diverse creazioni di Jerome Robbins, come “An Evening’s Waltzes” e opere di George Balanchine, come il “Concerto per violino” di Stravinsky e “Sonatine” al fianco di Violette Verdy.
Spesso ha collaborato con Serge Lifar, in particolare si ricorda in coppia con Yvette Chauviré nel balletto “Constellation” all’Opéra Garnier nel 1969.
Da menzionare “La Damnation de Faust” allestita con la regia e la coreografia di Maurice Béjart per l’Opéra di Parigi nel 1964 su musica di Hector Berlioz, scene e costumi di Germinal Casado con protagonisti Christiane Vlassi, Cyril Atanassoff e Jean-Pierre Bonnefous.
Al Teatro alla Scala di Milano Jean-Pierre Bonnefoux lo si ricorda nel 1967 nel balletto “Le Loup” su musica di Henry Dutilleux con Carla Fracci nelle coreografie di Roland Petit. Mentre nel 1969 lo ritroviamo interprete con Antonio Greco, Tiziano Mietto, Carla Fracci, Jozo Borcic in “The Macbeths” con musica di Richard Strauss, su ideazione di Beppe Menegatti e coreografie di Mario Pistoni. Nello stesso anno ha danzato sempre al Piermarini il ruolo del Principe Florimondo ne “La bella addormentata” in coppia con Carla Fracci sulla coreografia di Marius Petipa (nel cast figuravano anche, tra gli altri, Anna Razzi, Roberto Fascilla, Luciana Savignano, Liliana Cosi). Nel 1977, Bonnefoux è entrato a far parte della facoltà della “School of American Ballet”, la scuola ufficiale del “New York City Ballet”, e ha iniziato a realizzare il suo sogno: formare giovani ballerini.
Il suo addio alle scene è avvenuto nel 1980, dopodiché si è dedicato al lavoro di direttore artistico, coreografo e insegnante, raggiungendo sua moglie, la celebre ballerina Patricia McBride, come direttore del dipartimento di danza presso l’Università di Indianapolis.
Le coreografie di Bonnefoux includono lavori commissionati dal “New York City Ballet”, dal “Lincoln Center Institute”, dalla “Metropolitan Opera Ballet Company” e dal “Pennsylvania Ballet”.
Bonnefoux ha lavorato inoltre come coreografo e maître de ballet per il Pittsburgh Ballet. È entrato a far parte del “North Carolina Dance Theatre” e della “School of North Carolina Dance Theatre” dove ha ricoperto il ruolo di Presidente e Direttore Artistico.
Jean-Pierre Bonnefous si è dimesso dall’incarico di direttore artistico e presidente del “Charlotte Ballet” nel 2017.
È stato presidente di giuria al prestigioso concorso internazionale del Prix de Lausanne per due volte (2005 e 2007).
Ha preso anche parte ad alcuni film, tra cui “Les Fruits sauvages” di Hervé Bromberger (1954), “Les Diaboliques” di Henri-Georges Clouzot (1955), “Les carottes sont cuites” di Robert Vernay (1956), “Le Récit de Rebecca” di Paul Vecchiali (1964) e “L’Âge heureux” di Ivan Barlov (1966) che narrava la vita dei giovani ballerini dell’Opéra di Parigi.
Tra i tanti riconoscimenti, Jean-Pierre Bonnefous ha ricevuto il “Premio Nijinskij” nel 1965 e la Medaglia d’argento della Città di Parigi nel 1966.
Michele Olivieri
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